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Comunicato n. 38
Data del comunicato 11 aprile 2016

Precisazione del Ministero


Riguardo le modalità di conteggio  del personale  obiettore e  non obiettore,  contestato  da alcuni che parlano addirittura di “dati falsati”, precisiamo che nella relazione al parlamento il dato dei ginecologi obiettori e non, viene dato direttamente  dalle  regioni, separatamente per i conultori  e  per le strutture di ricovero.  Nella  relazione  del  2014  il  dato  aggregato regionale  è  stato  confrontato   con   l’elaborazione  dei  dati comunicati  per  ogni  singola struttura,  come   richiesto   nel   monitoraggio  appositamente  predisposto,  e  si  è  potuta verificare la coerenza fra dati aggregati e dati subregionali.

 Ricordiamo  che   il   dato   relativo   ai   consultori  non  era   mai  stato   riportato  dalle amministrazioni precedenti, ed è la prima volta  che  viene raccolto da quando è entrata in vigore la 194.

 Leggendo la relazione, poi, si può facilmente verificare la modalità di conteggio del personale obiettore, sia nelle strutture sanitarie che nei consultori, conteggio che consente di individuare con la migliore precisione possibile il numero effettivo degli operatori: "Al fine di considerare gli operatori in relazione al tempo di lavoro effettivo presso la struttura, ed escludere la possibilità di contare più volte uno stesso operatore presente in strutture diverse, il monitoraggio ha previsto anche la rilevazione dei ginecologi non obiettori in termini di FTE (Full Time Equivalent) dove l’unità di misura FTE corrisponde al numero di unità riparametrato rispetto ad un lavoratore a tempo pieno. Il valore in FTE pari ad 1 equivale ad una persona che lavora a tempo pieno, un lavoratore part-time al 50% corrisponde a 0.5 FTE. Tuttavia, anche per il 2013, si conferma che il carico di lavoro settimanale rilevato rispetto al numero di ginecologi non obiettori in termini di unità di personale non risulta sostanzialmente diverso da quello rilevato in termini di FTE, come già rilevato nel 2012. Un’unica eccezione si è riscontrata per la regione Molise in cui il numero limitato di ginecologi non obiettori a disposizione determina un raddoppio del carico di lavoro calcolato in base agli FTE, pari a 9.4 IVG settimanali, comunque inferiore a 10”.

 Ricordiamo infine che la L.194 all’art. 9 prevede esplicitamente la mobilità del personale sanitario al suo interno, al fine di assicurare il servizio IVG, e quindi il personale disponibile a questo tipo di procedura va considerato non relativamente a ogni singola struttura, ma a livello regionale. L’organizzazione sanitaria interna alle regioni, come è noto, dipende dalle regioni stesse, che finora nelle sedi istituzionali hanno sempre confermato i dati comunicati nelle relazioni al parlamento, quegli stessi che oggi vengono contestati. 

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Data di pubblicazione: 11 aprile 2016, ultimo aggiornamento 11 aprile 2016