Si è da poco conclusa una prolungata e articolata indagine condotta dal NAS Carabinieri di Latina, convenzionalmente denominata “Attestato Rapido”, finalizzata al contrasto della contraffazione di attestati professionali per l’ottenimento della qualifica di Operatore Socio Sanitario (O.S.S.).

Le indagini, avviate dal NAS nell’anno 2015 e coordinate dalle Procure della Repubblica di Cassino e Milano, hanno consentito di individuare e disarticolare un’associazione per delinquere attiva sul territorio nazionale, costituita da soggetti operanti negli ambienti della formazione e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli stessi, avvalendosi di strutture ed imprese di loro titolarità, provvedevano alla formazione di documenti falsi, avvalorati dall’illegittima apposizione dei loghi della Regione Lombardia e della Provincia di Milano.

Il sodalizio criminoso procedeva poi al reclutamento dei soggetti interessati all’ottenimento della qualifica di Operatore Socio Sanitario, proponendo loro l’acquisto dei falsi certificati, attestanti la predetta qualifica, rilasciati in totale assenza della frequenza di corsi di formazione della durata di mille ore, a fronte del pagamento di somme oscillanti tra €. 1.500,00 ed €. 2.500,00 per ciascun certificato professionale.

I 96 provvedimenti di perquisizione e sequestro, eseguiti nell’Area Metropolitana di Roma-Capitale, nelle province di Latina, Frosinone, Viterbo e Chieti e, per la cui esecuzione il NAS Carabinieri di Latina è stato coadiuvato, nella fase operativa, da personale del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, dei Gruppi Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma e Napoli e dei Comandi Provinciali Carabinieri di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Chieti, scaturiscono da attività ispettive svolte dal citato Nucleo presso strutture ricettive per anziani, presso le quali sono stati rinvenuti gli attestati professionali per la qualifica di Operatore Socio Sanitario, poi risultati, a seguito di accertamenti svolti presso gli apparenti Istituti emittenti ed i rispettivi Uffici Regionali, oggetto di falsità materiale perché contraffatti o, in altri casi, rilasciati da centri formativi non abilitati.

Le perquisizioni svolte hanno permesso di sottoporre a sequestro gli attestati professionali contraffatti, in possesso agli indagati, con i quali hanno operato all’interno di strutture Socio-Sanitarie ed Assistenziali in assenza di specifiche competenze. Tale sequestro assume un particolare rilievo anche in ragione dell’evoluzione giuridica che la qualifica della professione di Operatore Socio Sanitario (O.S.S.) ha avuto con l’entrata in vigore della Legge 11 gennaio 2018, n.3 (c.d. Legge Lorenzin). I possessori degli attestati, infatti, avrebbero potuto avere un illegittimo accesso ai corsi di formazione per il conseguimento della nuova figura professionale, che è stata inclusa tra le professioni socio-sanitarie proprio dalla novella normativa.

Gli indagati nell’inchiesta sono complessivamente 103 e dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, falso e sostituzione di persona.


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Data di pubblicazione: 8 marzo 2018, ultimo aggiornamento 8 marzo 2018