Militari del NAS impegnati in controlli documentali

In data 24 gennaio 2019, i Carabinieri del NAS di Milano, nelle province di Milano, Brescia, Bologna, Napoli, Piacenza, Reggio Emilia, Roma, Firenze, Taranto e Novara, a conclusione dell’indagine convenzionalmente denominata “Partenope”, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari dei locali Comandi Provinciali e Gruppi T.S., hanno dato esecuzione alla misura cautelare emessa dal locale Tribunale nei confronti di 11 soggetti (n. 5 o.c.c. e n. 6 agli arresti domiciliari) a vario titolo ritenuti responsabili dei reati di: associazione per delinquere finalizzata al furto di farmaci, alla truffa ai danni di privati e Enti pubblici, ricettazione, falsificazione, riciclaggio di specialità medicinali e autoriciclaggio.

Nella circostanza sono stati altresì eseguiti:

  • il sequestro preventivo di una società gerente una Farmacia ed un deposito per il commercio all’ingrosso di medicinali;
  • 30 perquisizioni locali nei confronti di altrettanti soggetti, coinvolti a vario titolo nelle attività investigative.

Le indagini, avviate nell’autunno 2017, hanno consentito di effettuare già 10 sequestri di farmaci e dispositivi medici presso depositi all’ingrosso e Farmacie nelle province di Milano, Genova, Padova, Matera, Napoli, ma soprattutto di individuare e neutralizzare due distinte organizzazioni criminali:

  • una operante a Milano e nell’hinterland, ma anche in Emilia Romagna, dedita al furto di farmaci, poi ricettati e riciclati nel circuito commerciale lecito, utilizzando società di comodo e la collusione di altro distributore che provvedeva alla consegna ad altri grossisti farmaceutici o farmacie per la successiva dispensazione al pubblico, su tutto il territorio della Regione Lombardia;
  • la seconda, invece, molto più strutturata e articolata in 10 diverse province che, grazie alle complicità di alcune case farmaceutiche o distributori all’ingrosso di specialità medicinali (per lo più antinfiammatori, antipiretici) acquistavano grossi quantitativi di specialità medicinali destinate a strutture ospedaliere rivendendole invece, successivamente, al pubblico a prezzi maggiorati. L’organizzazione criminale, infatti, falsificava i relativi bollini farmaceutici, realizzati dall’Istituto Poligrafico della Zecca dello Stato, al fine di dissimularne l’originaria destinazione esclusiva verso le strutture ospedaliere; così riciclandoli per la successiva vendita nelle farmacie del territorio, per la finale dispensazione ai cittadini.

Questo illecito, ma ingegnoso, “modus operandi” consentiva all’organizzazione criminale di intascare indebitamente ingenti somme di denaro lucrando sulla differenza tra il prezzo di acquisto dei farmaci in confezione ospedaliera ex factori (ai quali vengono praticati sconti fino all’80% rispetto al prezzo al pubblico) ed il prezzo di vendita effettuato dopo la contraffazione del bollino farmaceutico, come farmaco destinato al pubblico (ai quali si applica solo uno sconto di Legge del 33% nel circuito dell’ingrosso), percependo un ingiusto profitto valutato in circa € 5.000.000 all’anno.

 

 

 


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Data di pubblicazione: 24 gennaio 2019, ultimo aggiornamento 24 gennaio 2019