Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT), quali malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici, restano le principali cause di morte a livello mondiale e sono responsabili per quasi il 70% delle morti, la maggior parte delle quali si verifica nei Paesi a basso e medio reddito.
Principali fattori di rischio modificabili
Consumo di tabacco, errate abitudini alimentari, insufficiente attività fisica, consumo rischioso e dannoso di alcol, insieme alle caratteristiche dell’ambiente e del contesto sociale, economico e culturale rappresentano i principali fattori di rischio modificabili, ai quali si può ricondurre il 60% del carico di malattia, in Europa e in Italia. A ciò si aggiunge la carente organizzazione e l’insufficiente ricorso ai programmi di screening organizzato, la cui offerta e adesione può essere considerata un fattore protettivo per la mortalità e morbilità dovuta alle tre patologie oncologiche attualmente oggetto di screening (carcinoma della cervice uterina, mammario e del colon retto).
L’invecchiamento progressivo della popolazione si associa frequentemente ad una riduzione dell’autonomia e ad un aumento dell’incidenza delle persone affette da demenza, che è una delle principali cause di disabilità e dipendenza tra gli anziani.
I principali fattori di rischio comportamentali sono prevenibili ma possono portare a condizioni dette fattori di rischio intermedi, che già di per sé vanno considerate patologiche, seppure ancora almeno in parte reversibili, se diagnosticate e trattate in tempo (ipertensione arteriosa, sovrappeso/obesità, dislipidemie, iperglicemia, lesioni precancerose cancerose iniziali). L'inquinamento atmosferico indoor e outdoor, considerato dall'OMS il principale fattore di rischio ambientale per la salute e tra le cause principali dei decessi dovuti a malattie croniche non trasmissibili, si aggiunge ai fattori di rischio sopra descritti.
Approccio multidisciplinare
Il controllo delle MCNT richiede un approccio multidisciplinare, con un ampio spettro di interventi coordinati a differenti livelli, con il coinvolgimento di ampi settori della società civile, per prevenirne l’insorgenza, assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o ancora allo stadio iniziale al fine di rallentare la progressione della malattia anche con interventi comportamentali. A tal fine il PNP 2020-2025 adotta un approccio combinato e integrato tra strategie di comunità (orientate alla promozione della salute, intersettoriali e per setting), e strategie basate sull’individuo (es. counseling individuale sugli stili di vita - LEA), con interventi mirati a seconda dei fattori di rischio propri della persona e della sua disponibilità al cambiamento.
Tale approccio strategico complessivo di promozione della salute mira a rispondere ai bisogni specifici dei diversi gruppi di popolazione, in particolare di quelli vulnerabili e in tutte le fasi della vita, attraverso la combinazione di interventi universali con interventi selettivi anche al fine di ridurre le diseguaglianze e prevenire disturbi mentali, contrastando nel contempo stigma e discriminazione.
In sintesi il PNP 2020-2025 intende:
- rafforzare l’approccio intersettoriale, anche nell’ambito delle strutture del SSN e riconoscendo la necessità di coinvolgere la società civile e il settore privato per mobilitare tutte le risorse disponibili, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030;
- implementare e consolidare l’approccio life-course, investendo a partire dai primi 1000 giorni di vita, per proteggere e promuovere la salute fisica e mentale e favorire un invecchiamento sano e attivo e una buona qualità della vita in età avanzata;
- prevedere azioni di prevenzione e promozione della salute in un’ottica di genere al fine di favorire una maggiore appropriatezza degli interventi;
- promuovere la formazione continua interdisciplinare degli operatori sanitari anche finalizzata all’offerta del counseling breve sugli stili di vita in setting sanitari opportunistici;
- realizzare processi appropriati di prevenzione e promozione della salute attraverso interventi multiprofessionali anche con il coinvolgimento di figure di prossimità, come ad esempio l’infermiere di famiglia e di comunità, quali professionisti che nel setting di vita della persona agiscano in modo proattivo, in rete con tutti i servizi socio-sanitari e gli attori sociali del territorio;
- migliorare l’approccio per setting, favorendo maggiore interazione, dialogo e compartecipazione tra tutti i setting;
- consolidare gli interventi finalizzati all’individuazione di condizioni di rischio per le malattie croniche non trasmissibili e all’indirizzo verso un’adeguata “presa in carico”, favorendo il collegamento con il Piano Nazionale della Cronicità (PNC);
- implementare ed estendere la copertura territoriale degli interventi, con particolare attenzione a quelli rivolti a coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità.