Come ridurre l’esposizione
- Usa sempre l’auricolare o il viva-voce
- Usa i messaggi, di testo o audio
- Usa il telefono in condizioni di buona ricezione del segnale
Cosa dice la ricerca
- Sono stati realizzati migliaia di studi scientifici sugli effetti sanitari dell’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenze
- Ad oggi, i risultati della ricerca non indicano che le emissioni dei telefoni cellulari siano pericolose per l’utilizzatore
- Ulteriori ricerche sulle conseguenze di esposizioni di lunga durata e iniziate in giovane età sono attualmente in corso
Se porti il pacemaker
- Non tenere il cellulare vicino al cuore
Standard di sicurezza per il tuo cellulare
- Per essere commercializzati, tutti i telefoni cellulari devono rispettare requisiti di sicurezza stabiliti a livello europeo
Controllo e monitoraggio degli impianti fissi
- Le stazioni radio base devono essere autorizzate e le emissioni ambientali sono monitorate
L’evoluzione della telefonia mobile ha comportato una progressiva e sostanziale diminuzione dell’esposizione dell’utente durante l’uso del telefono cellulare.
Se vuoi ulteriormente ridurre il livello di esposizione, ti consigliamo di:
- usare sempre l’auricolare o il viva-voce
- usare i messaggi, di testo o audio
- usare il telefono in condizioni di buona ricezione del segnale.
L’esposizione quotidiana a radiofrequenze
I campi elettromagnetici a radiofrequenze hanno numerose applicazioni e l’esposizione a questi agenti è universale e dovuta a numerose sorgenti.
Per la popolazione generale i telefoni cellulari sono la sorgente di esposizione più importante, mentre gli impianti fissi (stazioni radio base, antenne radio-televisive, WiFi) forniscono contributi di gran lunga inferiori all’esposizione media quotidiana.
L’esposizione a radiofrequenze durante l’uso del cellulare è intermittente, d’intensità variabile e strettamente localizzata:
- l’esposizione ha luogo solo quando è l’utente a parlare (non quando ascolta), oppure durante la trasmissione di dati (non in fase di ricezione)
- la forza del segnale emesso dal dispositivo è inversamente proporzionale alla distanza dalla stazione radio base più vicina e viene automaticamente regolata al livello più basso compatibile con una buona qualità della conversazione (nel caso di chiamate vocali).
Con l’evoluzione della telefonia mobile, i sistemi di controllo automatico della potenza di emissione sono diventati sempre più efficienti e l’esposizione dell’utente durante l’uso del telefono cellulare è notevolmente diminuita nel tempo.
L’uso del telefono cellulare comporta un’esposizione strettamente localizzata e l’assorbimento dell’energia diminuisce drasticamente all’aumentare della distanza tra utente e dispositivo.
I possibili effetti nocivi dei campi elettromagnetici in radiofrequenza, ai comuni livelli di esposizione prodotti dalle tecnologie di telecomunicazione, sono stati esaminati negli ultimi decenni in migliaia di studi sperimentali su animali o sistemi cellulari e in centinaia di studi epidemiologici di popolazione.
Non esiste agente o tecnologia nei confronti del quale la ricerca scientifica abbia intrapreso a livello mondiale uno sforzo di ricerca paragonabile. L’evidenza, allo stato attuale, non indica che le emissioni dei telefoni cellulari e cordless siano pericolose per l’utilizzatore.
I campi elettromagnetici prodotti dai telefoni mobili sono stati classificati nel 2011 dall’International Agency of Cancer Research - IARC come "possibilmente cancerogeni per l’uomo" (categoria 2b). Tale classificazione identifica un sospetto di possibile cancerogenicità, che studi successivi dovranno confermare o smentire.
Le evidenze scientifiche attualmente disponibili, che includono numerosi studi svolti dopo il 2011, non esaminati dal gruppo di lavoro della IARC, tendono a deporre contro l’ipotesi che l’uso dei telefoni cellulari comporti un incremento del rischio di tumori intracranici, ma diversi studi sono in corso per chiarire le incertezze che permangono. Non sono infatti ancora disponibili osservazioni a distanze superiori ai 15 anni dall’inizio dell’uso e le evidenze per esposizioni iniziate durate l’infanzia e l’adolescenza sono limitate.
È opportuno quindi proseguire la sorveglianza epidemiologica e gli studi di coorte prospettici attualmente in corso.
Bambini, studi scientifici ancora in corso
Le conoscenze scientifiche disponibili, sia di tipo dosimetrico sia epidemiologico, non indicano, allo stato attuale, che i bambini siano più esposti degli adulti a eventuali rischi per la salute da campi elettromagnetici a radiofrequenza. In ogni caso, le evidenze epidemiologiche per esposizioni iniziate durate l’infanzia e l’adolescenza sono ancora limitate rispetto a quelle per gli adulti.
Si deve anche considerare che iniziare a utilizzare il telefono cellulare da bambini e adolescenti significa che gli adulti di domani avranno durate di esposizione molto superiori a quelle sperimentate dagli adulti di oggi.
In questa prospettiva, in attesa che studi specifici in corso forniscano evidenze utili, è prudente che i genitori educhino i loro bambini ad un uso appropriato del telefono quale strumento di comunicazione e ai corretti modi per ridurre il livello di esposizione a radiofrequenze.
Per approfondire: dossier Telefoni cellulari e salute
La probabilità di interferenze elettromagnetiche tra i telefoni cellulari e i dispositivi medici a radiofrequenza di moderna concezione è molto bassa.
Qualche piccola accortezza servirà ad evitare qualsiasi problema:
- se sei portatore di un dispositivo medico attivo non tenere il telefono cellulare a diretto contatto con l’impianto. Ad esempio, se hai un pacemaker, evita di tenere il telefonino nel taschino della giacca sul lato del cuore.
Sotto il profilo della sicurezza, tutti i telefoni cellulari immessi nel mercato europeo devono soddisfare i requisiti e gli standard definiti da:
- Direttiva 1999/5/CE, sulle apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità (recepita dal D.lgs. 9 maggio 2001, n.269)
- Raccomandazione 1999/519/CE, relativa alla limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con frequenze da 0 Hz a 300 GHz.
In particolare l’assorbimento di energia elettromagnetica all’interno della testa non può essere superiore a 2 Watt/kg, per ogni elemento di tessuto di massa pari a 10 g. Ciò garantisce che l’aumento di temperatura locale indotto dalla radiofrequenza sia contenuto entro 0,1-0,2 °C. Il rispetto del requisito è sempre riferito a condizioni di prova in cui il telefono è a diretto contatto con la testa.
Le onde elettromagnetiche dei cellulari e dei cordless non scaldano i tessuti
Gli studi scientifici hanno dimostrato che, anche nei tessuti più esposti (come la pelle a diretto contatto con il telefono e l’orecchio), l’aumento di temperatura non supera 1 o 2 decimi di grado centigrado neppure nelle condizioni di massima potenza e le variazioni di temperatura all’interno del cervello sono tanto piccole da risultare praticamente non rilevabili.
Variazioni di temperatura di questa entità sono inferiori a quelle che si verificano per motivi fisiologici. La sensazione di calore che può talora essere percepita dipende dal calore sensibile sviluppato dalla batteria del telefono e dal limitato scambio termico con l’aria della porzione di pelle a contatto col telefono, non dalla radiofrequenza.
Per approfondire:
- dossier Telefoni cellulari e salute
La tecnologia della telefonia cellulare si basa sullo scambio di segnali elettromagnetici tra i terminali (i telefoni) e gli impianti fissi (le stazioni radio base), che convogliano i segnali prodotti dai terminali su reti fisse di più ampie dimensioni, e rimandano al terminale stesso i segnali da queste ricevute.
Le stazioni radio base coprono il territorio secondo una configurazione a celle, in modo che ogni cella sia servita da almeno un impianto fisso.
Ciascuna cella serve un’area fino a distanze dall’impianto che possono variare da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, in funzione della tipologia del territorio e del numero di utenze da garantire.
La potenza emessa dai telefoni e dalle stazioni fisse è strettamente limitata a quella utile per coprire la distanza tra terminale e stazione e viceversa, ed è automaticamente ottimizzata istante per istante in funzione della distanza tra di essi.
La normativa definisce le modalità per l’installazione e modifica degli impianti per telefonia mobile, e in generale di tutti gli impianti radioelettrici, e prevede che l’interessato presenti istanza di autorizzazione presso l’ente locale, allegando la documentazione tecnica.
All’interno del procedimento di autorizzazione, l'Organismo competente ad effettuare i controlli (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) accerta la compatibilità del progetto con i limiti di legge.
L’attività di controllo effettuata in modo preventivo, cioè in fase progettuale, è integrata dal controllo a posteriori, effettuato attraverso misure e monitoraggi per verificare le emissioni degli impianti installati e attivi nel territorio, al fine di accertare il rispetto dei limiti normativi, che sono basati sul principio di precauzione e ampiamente cautelativi rispetto a ogni effetto accertato.
Per approfondire: dossier Telefoni cellulari e salute