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La Leishmaniosi è causata da protozoi parassiti del genere Leishmania, trasmessi all'uomo attraverso la puntura di insetti vettori (flebotomi o pappataci)


immagine di un insetto che trasmette la lesmaniosi

La Leishmaniosi è causata da protozoi parassiti appartenenti a oltre 20 specie di Leishmania. Le persone si infettano attraverso le punture di flebotomi (o pappataci) femmine.

Ci sono tre principali forme di Leishmaniosi:

  1. cutanea
  2. viscerale o kala-azar
  3. mucocutanea.

La più comune è la forma cutanea, che provoca ulcere sulle parti esposte del corpo, causando cicatrici permanenti anche deturpanti, che possono causare stigma e in alcuni casi disabilità.

La forma più grave però è rappresentata dalla leishmaniosi viscerale.
La malattia, fatale se non trattata, colpisce gli organi vitali del corpo ed è caratterizzata da periodi irregolari di febbre, perdita di peso, ingrossamento della milza e del fegato, anemia.

In Italia si presentano raramente altre forme, fra cui la leishmaniosi mucocutanea, (d’importazione dall’America latina) che provoca la mutilazione totale o parziale delle mucose del naso, della bocca e della gola.

Ogni anno si stima che si verifichino in tutto il mondo circa 1.300.000 nuovi casi di leishmaniosi e circa 20.000-30.000 decessi. L’infezione può tuttavia presentarsi in forma asintomatica.

La leishmaniosi colpisce molti paesi nelle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa, dell’America centrale e del Sud America, dell’Asia e della regione del Mediterraneo.

In Europa le due principali forme di malattia (leishmaniosi viscerale e leishmaniosi cutanea) sono endemiche in un’ampia area geografica: l’unico agente eziologico autoctono della leishmaniosi viscerale è Leishmania infantum; esistono invece tre agenti di leishmaniosi cutanea: Leishmania tropicaLeishmania major (parassita naturale dei roditori selvatici) e Leishmania infantum.

In Italia sia la leishmaniosi viscerale che la leishmaniosi cutanea sono endemiche in alcune aree del nostro paese e sono causate da Leishmania infantum.

La leishmaniosi è generalmente trasmessa dalla puntura di un insetto vettore, il flebotomo che si trova in tutte le regioni intertropicali e temperate del mondo. Esistono oltre 90 specie di flebotomi che possono trasmettere la leishmaniosi.

In Italia i vettori della malattia sono Phlebotomus perniciosus, P. perfiliewi, P. neglectus e P. ariasi. I flebotomi sono insetti di piccole dimensioni, lunghi circa 1,5-3,5 mm, di colore giallo pallido o sabbia, con grandi occhi neri e zampe lunghe ed esili. Le ali sono caratteristiche, pelose e formano un angolo retto, quando si posano o mentre si stanno nutrendo di sangue.

Solo il flebotomo femmina può trasmettere l’infezione. La femmina depone le uova nelle tane di alcuni roditori, nella corteccia di alberi secolari, in edifici abbandonati, nelle crepe dei muri delle case, nei canili e nei rifiuti domestici, dove le larve possono trovare il materiale organico, il calore e l'umidità di cui hanno bisogno per svilupparsi.

Nella sua ricerca di sangue (di solito la sera e la notte), il flebotomo femmina è in grado di coprire una distanza di diverse centinaia di metri attorno al suo habitat.

I flebotomi si infettato pungendo persone o animali infetti. Circa 70 specie animali, incluso cani, roditori e altri mammiferi sono ospiti intermedi della leishmania.
È possibile la trasmissione interumana per trasfusioni di sangue o attraverso siringhe contaminate.

L’epidemiologia della leishmaniosi dipende dalle caratteristiche del parassita, dalle caratteristiche ecologiche, dall’attuale o pregressa esposizione della popolazione al parassita e dai comportamenti umani.

Condizioni socioeconomiche

La povertà aumenta il rischio di leishmaniosi. Precarie condizioni abitative e igienico-sanitarie (come mancanza di un sistema fognario o presenza di scarichi fognari a cielo aperto) possono incrementare i siti in cui i flebotomi vivono e si riproducono, come pure le possibilità di pungere una persona. I flebotomi sono attratti dalle abitazioni affollate, dove possono più facilmente effettuare un pasto di sangue. I comportamenti umani, come dormire all’aperto o sul suolo, possono costituire un ulteriore fattore di rischio. Al contrario, l’uso di zanzariere impregnate di insetticidi riduce il rischio di infezione.

Malnutrizione

Una dieta carente di proteine, fattori energetici, ferro, vitamina A e zinco aumenta il rischio che un’infezione si trasformi in una forma clinica.

Mobilità della popolazione

Le epidemie, sia di leishmaniosi cutanea che viscerale, sono spesso associate con le migrazioni e con gli spostamenti di persone non immuni in aree con cicli di trasmissione in atto. L’esposizione occupazionale e la deforestazione di ampi territori costituiscono altri importanti fattori di rischio.

Cambiamenti ambientali

I cambiamenti ambientali che possono influire sull’incidenza della leishmaniosi includono l’urbanizzazione e l’insediamento di nuclei abitativi umani nelle foreste.

Cambiamenti climatici

La leishmaniosi è sensibile al clima e fortemente condizionata da modificazioni delle precipitazioni piovose, della temperatura e dell’umidità. Il riscaldamento globale e la degradazione del suolo influenzano entrambi l’epidemiologia della leishmaniosi in diversi modi:

  • modificazioni della temperatura, della piovosità e dell’umidità possono avere gravi effetti sugli insetti vettori e sui serbatoi animali modificando la loro distribuzione e influenzando la loro sopravvivenza e la dimensione della popolazione
  • piccole fluttuazioni delle temperature possono avere un effetto profondo sul ciclo di sviluppo del parassita nei flebotomi, permettendo la trasmissione in aree precedentemente non endemiche
  • siccità, carestia e inondazioni causate dai cambiamenti climatici possono portare a massivi spostamenti e migrazioni della popolazione verso aree in cui è presente la leishmania, mentre la denutrizione può compromettere lo stato immunitario delle persone.

Solo una piccola parte delle persone infette dalla leishmania svilupperà la malattia clinica.

La leishmaniosi si manifesta in tre forme principali:

  • Leishmaniosi viscerale nota anche come kala azar, è caratterizzata da periodi irregolari di febbre, malessere, dimagramento, dolore addominale con ingrossamento della milza e del fegato e anemia, anche grave. Se non trattata, la malattia può avere un alto tasso di mortalità.
  • Leishmaniosi cutanea con presenza di una o più lesioni cutanee, quali papule, noduli, ulcere, croste, che di solito si formano sulle zone esposte, quali viso, braccia e gambe. Quando le lesioni cutanee guariscono, nel giro di pochi mesi, lasciano cicatrici permanenti, che sono spesso causa di grave stigma sociale. È la forma più comune di malattia.
  • Leishmaniosi mucocutanea che causa lesioni che possono portare alla distruzione parziale o totale delle mucose del naso, bocca e gola e dei tessuti circostanti. Questa forma invalidante di leishmaniosi può portare il malato ad essere respinto dalla comunità, essendo spesso causa di grave stigma sociale.

Leishmaniosi cutanea post kala azar

È una complicanza della leishmaniosi viscerale caratterizzata da eruzioni cutanee maculari, papulari o nodulari generalmente sulla faccia, parti superiori delle braccia, tronco, altre parti del corpo. Si verifica principalmente in Africa Orientale e nel subcontinente indiano, in cui il 5-10% dei pazienti con kala azar, sviluppano questa complicanza. Di solito compare dai 6 mesi a 1 o più anni dopo apparente guarigione della malattia, ma può avvenire prima. Le persone con leishmaniosi cutanea post kala azar sono considerate una potenziale fonte di infezione di leishmaniosi viscerale.

Co-infezione Leishmania-HIV

Le persone che presentano una co-infezione Leishmania-HIV hanno un’elevata probabilità di sviluppare una forma clinica completa, numerose ricadute e alti tassi di mortalità. Il trattamento antiretrovirale riduce lo sviluppo della malattia, rallenta le ricadute e aumenta la sopravvivenza dei pazienti che presentano co-infezione. Alti tassi di co-infezione leishmania-HIV sono segnalati in Brasile, Etiopia e dallo stato di Bihar in India.

La diagnosi può essere effettuata combinando i sintomi clinici con le informazioni epidemiologiche e gli esami di laboratorio specificati nella circolare ministeriale(linkabile).

Il trattamento della leishmaniosi dipende da diversi fattori, inclusi il tipo di malattia, la presenza di malattie concomitanti, le specie di parassita e la localizzazione geografica.

La leishmaniosi è una malattia per cui sono disponibili trattamento farmacologici e terapeutici, pertanto può essere curata.

Nei pazienti immunocompromessi è possibile che i farmaci non riescano a debellare i parassiti e perciò esiste un maggior rischio di recidive.

Tutti i pazienti a cui è stata diagnosticata la forma viscerale necessitano di un trattamento immediato e completo.

La prevenzione e il controllo della leishmaniosi richiedono una combinazione di strategie di intervento, poiché la trasmissione si verifica in un sistema biologico complesso, che comprende l’ospite umano, il parassita, i flebotomi e, in alcuni casi, un animale che funge da serbatoio di infezione.

Le principali strategie per gli interventi di prevenzione sono indicate di seguito:

  • La diagnosi precoce e la gestione efficace dei casi riduce la prevalenza della malattia e previene le disabilità e i decessi. Esistono farmaci anti-leishmania molto efficaci e sicuri, in particolare per la leishmaniosi viscerale.
  • Il controllo dei flebotomi vettori aiuta a ridurre o ad interrompere la trasmissione della malattia, specialmente in ambiente domestico. In Italia, le forme adulte sono suscettibili ai comuni insetticidi, ma si sta cominciando a segnalare resistenza. Il controllo delle forme immature è pressoché impossibile. Possono risultare utili misure quali l’intonacamento dei muri, per coprire le crepe, la demolizione di edifici disabitati e successiva rimozione delle macerie, l’eliminazione dei rifiuti organici e la cura della vegetazione.
  • Una sorveglianza efficace è importante. La diagnosi e il trattamento precoce dei casi aiuta a ridurre la trasmissione e a monitorare la diffusione e l’impatto della malattia. Il Ministero della Salute ha emanato una circolare (cliccabile) sulla prevenzione e controllo della leishmaniosi in Italia, che prevede anche un sistema di sorveglianza integrato umano, animale, flebotomi.
  • Il controllo degli animali che fungono da serbatoio dell’infezione è complesso: e dovrebbe essere adattato alla situazione locale. In Italia si basa su misure preventive individuali e di massa, fra cui: uso di repellenti o insetticidi sistemici nei cani, sorveglianza e controllo nei canili sanitari e rifugi, lotta al randagismo, diagnosi tempestiva e cura. Per saperne di più visita la pagina http://www.salute.gov.it/portale/sanitaAnimale/dettaglioContenutiSanitaAnimale.jsp?lingua=italiano&id=220
  • L’educazione e la partecipazione delle comunità con interventi efficaci di modifica dei comportamenti dovrebbe utilizzare sempre strategie di comunicazione adattate alla situazione locale. È molto importante la collaborazione con altri settori e con altri programmi di controllo delle malattie trasmesse da vettori.

Leggi

  • Circolare Prevenzione e controllo della leishmaniosi in Italia del 14 ottobre 2020

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Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Data di pubblicazione: 14 luglio 2015, ultimo aggiornamento 18 dicembre 2020