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La febbre tifoide è provocata da una batterio responsabile di infezioni e tossinfezioni a trasmissione alimentare


immagine al microscopio

La febbre tifoide, anche detta tifo addominale è provocata da una batterio, la Salmonella typhi, appartenente al numerosissimo genere Salmonella, di cui fanno parte anche le S. paratyphi A e B, responsabili dei paratifi, e le cosiddette salmonelle minori, responsabili di infezioni e tossinfezioni a trasmissione alimentare. La Salmonella typhi, infetta esclusivamente l’uomo. Paratifi e salmonelle minori infettano, invece, sia gli animali domestici che l’uomo.

La febbre tifoide si trasmette attraverso l'ingestione di cibi o bevande contaminati da urine o feci delle persone infette. I sintomi di solito si presentano 1-3 settimane dopo l'esposizione, quali febbre alta, malessere generale, mal di testa, stitichezza o diarrea, esantema papuloso localizzato al tronco, ingrossamento della milza e del fegato e la malattia può assumere forma lieve o grave. A seguito della malattia acuta può instaurarsi lo stato di portatore sano.

Le persone che sono state a contatto con un paziente affetto da febbre tifoide, in particolare i conviventi, vanno sottoposte a controllo sanitario per la ricerca di altri casi di infezione e della fonte di esposizione.

L’infezione è provocata dal consumo d’acqua e di alimenti contaminati. È talvolta possibile una trasmissione diretta fecale-orale. I molluschi raccolti in specchi d’acqua contaminati da scarichi fognari sono un’importante fonte di infezione. L’infezione può verificarsi anche mangiando frutta cruda e verdure fertilizzate con pozzi neri e attraverso l’ingestione di latte e prodotti caseari contaminati.

Le salmonelle sono dotate di una notevole resistenza nell'ambiente esterno, soprattutto se contenute nei materiali organici e possono persistere per mesi nei liquami e nel fango; resistono a lungo anche nell'acqua e nel ghiaccio.

Gli insetti, in particolar modo le mosche, possono fungere da vettori passivi dei germi patogeni e contaminare gli alimenti, che quindi possono causare malattia nell’uomo. L’inquinamento delle sorgenti d’acqua può essere all’origine delle epidemie di febbre tifoide se un elevato numero di persone si abbevera alla stessa sorgente.

È una malattia sistemica di severità variabile.

I segni caratteristici dei casi gravi sono rappresentati da:

  • febbre con esordio progressivo
  • cefalea
  • stato generale compromesso
  • anoressia
  • insonnia.

La stipsi è più frequente della diarrea nell’adulto e nei bambini più grandi.

In assenza di trattamento alcuni pazienti sviluppano una febbre duratura, bradicardia, epatosplenomegalia, sintomi addominali, e in certi casi polmonite.

Nei pazienti di pelle bianca, in più del 20% dei casi compaiono sulla pelle del tronco macchie rosacee, che si attenuano sotto la pressione delle dita e complicazioni cerebrali e gastro-intestinali che possono essere fatali nel 10-20% dei casi. I più alti tassi di fatalità sono riportati nei bambini di età inferiore ai 4 anni.

Circa il 2-5% dei soggetti che contraggono la febbre tifoide diventa portatore cronico poiché i batteri persistono nelle vie biliari anche dopo la scomparsa dei sintomi.

La febbre tifoide può essere trattata con antibiotici.
Tuttavia, la resistenza agli antibiotici comuni è molto diffusa.

I portatori sani dovrebbero essere esclusi dalla manipolazione degli alimenti.

Vaccinazione

Esistono 2 tipi di vaccino:

  • Orale Ty21a, vaccino vivo, attenuato, ceppo mutante della Salmonella typhi Ty21a, in capsule, viene dato in 3 dosi, a giorni alterni (due giorni una dall’altra). L’immunità viene conferita 7 giorni dopo la terza dose.
  • Iniettabile Vi CPS, vaccino polisaccaridico capsulare Vi (Vi CPS) contiene 25 μg microgrammi di polisaccaride per dose ed è dato i.m. in una singola dose. L’immunità viene conferita circa 7 giorni dopo l’iniezione. Nei paesi o aree a rischio, l’efficacia protettiva 1.5 anni dopo la vaccinazione è di circa il 72%.

Entrambi i vaccini sono sicuri ed efficaci. In qualche paese è disponibile un vaccino combinato contro la febbre tifoide e l’epatite A.
Diversi vaccini coniugati polisaccaridici capsulari Vi sono in fase di preparazione (o autorizzati a livello nazionale, ma non sul mercato internazionale) e si prevede la loro disponibilità in futuro per l'immunizzazione infantile.

Precauzioni e controindicazioni
Il proguanil, la meflochina e gli antibiotici devono essere sospesi da 3 giorni prima a 3 giorni dopo la somministrazione di Ty21a. Non sono state riportate serie manifestazioni avverse dopo la somministrazione di Ty21a o Vi CPS. Questi vaccini non sono raccomandati nei programmi di vaccinazione dell’infanzia a causa di informazioni insufficienti sulla loro efficacia nei bambini sotto i 2 anni di età.

Rischio per i viaggiatori

Il rischio è generalmente basso per tutti i viaggiatori, eccetto in parti dell’Africa settentrionale e occidentale, in Asia meridionale in parti dell’Indonesia e del Perù. Altrove i viaggiatori sono generalmente a rischio solo quando esposti a bassi standard di igiene.La vaccinazione contro la febbre tifoide può essere offerta a coloro che viaggiano in destinazioni dove il rischio di febbre tifoide è alto, specie se il loro soggiorno in aree endemiche abbia una durata superiore ad un mese o se avvenga in località dopo siano prevalenti ceppi di S.typhi resistenti agli antibiotici.
La durata della protezione a seguito della vaccinazione con Ty21a non è ben definita e può variare con la dose del vaccino e forse con le successive esposizioni alla Salmonella Typhi(booster naturali). In Australia ed in Europa, le tre capsule sono date nei giorni 1, 3 e 5. Questo ciclo viene ripetuto ogni anno per gli individui che viaggiano da paesi non endemici a paesi endemici e ogni 3 anni per gli individui che vivono in paesi o aree a rischio. Anche i viaggiatori vaccinati devono prestare attenzione nell’evitare il consumo di cibi ed acqua potenzialmente contaminati poiché il vaccino anche se molto efficace non conferisce una protezione del 100%.

Precauzioni

Osservare tutte le precauzioni nei confronti delle infezioni veicolate dagli alimenti e dall’acqua.
La sicurezza degli alimenti, delle bevande e dell’acqua da bere dipende principalmente dalle condizioni di igiene applicate localmente nella raccolta, preparazione e manipolazione.

Nei paesi o aree con bassi livelli di igiene e scarse infrastrutture per il controllo della sicurezza dei cibi, delle bevande e delle acque da bere, esiste un alto rischio di contrarre la diarrea del viaggiatore.

Per ridurre al minimo qualsiasi rischio di contrarre infezioni trasmesse da cibo o acqua in tali paesi, i viaggiatori devono prendere precauzioni con ogni cibo o bevanda, perfino se serviti in ristoranti o hotel di buona qualità. I rischi sono più grandi nei paesi poveri, ma locali con condizioni igieniche precarie possono essere presenti in qualsiasi paese.

Norme di sicurezza alimentare per le malattie a trasmissione fecale-orale

  • Evita il cibo che è stato tenuto a temperatura ambiente per parecchie ore, per esempio il cibo del buffet non coperto, il cibo dai venditori di strada o di spiaggia
  • Evita gli alimenti crudi, ad eccezione della frutta e della verdura, che possono essere pelate e sbucciate e non mangiare frutta la cui buccia è alterata
  • Evita il ghiaccio che non sia fatto con l’acqua potabile
  • Evita i piatti contenenti uova crude o insufficientemente cotte
  • Evita i gelati di origine dubbia, compresi quelli venduti per strada
  • Evita di lavarti i denti con acqua non potabile
  • Nei paesi in cui il pesce, i crostacei e molluschi possono contenere biotossine pericolose, farti consigliare dalla popolazione locale
  • Fai bollire il latte non pastorizzato (crudo) prima di consumarlo
  • Lava sempre bene le mani in tutte le sue parti con acqua e sapone prima di preparare o consumare cibo
  • Fai bollire l’acqua da bere in caso di dubbio; se questo non è possibile, utilizza un filtro efficiente e ben conservato o un disinfettante
  • Puoi bere le bevande imbottigliate: sono generalmente sicure se l’imballaggio è intatto
  • Puoi consumare bevande e cibi interamente cotti serviti caldi: sono generalmente sicuri.

Trattamento dell’acqua di qualità dubbia

  • Portare l’acqua all’ebollizione per almeno un minuto è il modo più efficace per uccidere tutti i patogeni che causano malattie.
  • La disinfezione chimica di acqua chiara non torbida è efficace per uccidere batteri e virus e alcuni protozoi (ma non per esempio il cryptosporidium).
  • Un prodotto che combina la disinfezione con cloro alla coagulazione/flocculazione (per es. precipitazione chimica) rimuoverà significativi numeri di protozoi oltre ad uccidere batteri e virus.
  • L’acqua torbida deve essere privata del materiale solido sospeso lasciandolo depositare o filtrandolo prima di operare la disinfezione chimica.
  • Sono disponibili anche strumenti portabili pronto-uso testati per rimuovere protozoi e qualche batterio. Filtri di ceramica, a membrana e di carbone sono i tipi più comuni. É cruciale selezionare la più appropriata dimensione della porosità dei filtri. Una dimensione di 1 mm o meno per la porosità media del filtro è raccomandato per assicurare la rimozione del cryptosporidium nell’acqua chiara. Alcuni strumenti di filtraggio impiegano resine impregnate di iodio per incrementare la loro efficienza. A meno che l’acqua sia bollita, una combinazione di metodi (filtrazione seguita da disinfezione chimica) è raccomandata, poiché la maggior parte degli strumenti di filtrazione pronto-uso non rimuove né uccide i virus. L’osmosi inversa (filtrazione porosa molto sottile che trattiene i sali dissolti nell’acqua) e strumenti di ultrafiltrazione (filtrazione porosa fine che passa i sali disciolti ma trattiene i virus ed altri microbi) possono teoricamente rimuovere tutti i patogeni.
  • Spesso dopo un trattamento chimico, si usa un filtro a carbone per migliorare il gusto; in caso di trattamento con iodio, per rimuovere l’eccesso di iodio.

Per approfondire


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Data di pubblicazione: 8 luglio 2015, ultimo aggiornamento 7 maggio 2021