Gli antibiotici sono farmaci capaci di rallentare o bloccare la crescita dei batteri; vengono usati per curare le infezioni nelle persone, negli animali e talvolta nelle piante. Non tutti gli antibiotici sono attivi contro tutti i batteri. Esistono più di 15 diverse classi di antibiotici che differiscono nella loro struttura chimica e nella loro azione contro i batteri. Un antibiotico può essere efficace contro solo uno o più tipi di batteri.
I batteri possono sviluppare meccanismi di resistenza agli antibiotici, che quindi perdono la loro capacità di bloccare o rallentare la loro crescita. Alcuni batteri sono naturalmente resistenti a certi antibiotici (resistenza intrinseca o innata). Quando alcuni batteri, normalmente sensibili agli antibiotici, diventano resistenti a causa di cambiamenti genetici (resistenza acquisita) essi sopravvivono in presenza dell'antibiotico e continuano a moltiplicarsi, causando malattie più lunghe e persino la morte. Le infezioni causate da batteri resistenti, infatti, possono richiedere più cure e l’uso di antibiotici alternativi e più costosi, che possono avere effetti collaterali più gravi.
La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale, causato da mutazioni nei geni dei batteri o acquisizione di altri fattori di resistenza. Tuttavia, l'uso eccessivo e inappropriato di antibiotici accelera l'emergere e la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici.
Quando esposti agli antibiotici, i batteri sensibili vengono uccisi e i batteri resistenti possono continuare a crescere e moltiplicarsi. Questi batteri resistenti possono diffondersi per contatto diretto o indiretto, e causare infezione in altre persone. I fattori che accelerano lo sviluppo di microrganismi resistenti sono comunque molteplici. L’uso inappropriato degli antibiotici non riguarda solo il settore umano, ma anche quello veterinario e agro-alimentare.
Anche la diffusione delle infezioni correlate all’assistenza causate da microrganismi antibiotico-resistenti e il limitato controllo di queste infezioni incide sulla diffusione di elementi di farmaco-resistenza, come anche la globalizzazione delle merci e gli spostamenti internazionali.
L’antibiotico-resistenza ha un importante impatto sulle persone, sugli animali e sull’ambiente. Nel caso in cui, infatti, un microrganismo acquisisca la capacità di resistere all’azione di un antibiotico, la malattia infettiva da esso causata può essere più difficile da curare: il decorso risulta più lungo, aumenta il rischio di complicanze, fino ad arrivare a esiti che possono essere invalidanti o portare al decesso del paziente. L’antibiotico-resistenza, pertanto, ha importanti conseguenze sulla qualità della vita delle persone e anche un rilevante impatto economico per il singolo e per la collettività.
La stessa difficoltà di cura delle infezioni antibiotico-resistenti si riscontra anche nella medicina veterinaria, ove sono disponibili una varietà minore di antibiotici in grado di curare le infezioni sia degli animali domestici che di allevamento.
L’uso eccessivo o non appropriato degli antibiotici induce lo sviluppo di nuove resistenze non solo direttamente nei microrganismi, ma comporta un rischio anche per il possibile rilascio nell’ambiente di residui di questi medicinali, che possono così contaminare acqua, suolo e vegetazione. Questi residui continuando a essere attivi nell’ambiente, inducendo una pressione selettiva nei confronti dei batteri che comunemente vi abitano.
Assunzione degli antibiotici per un motivo sbagliato: alcune malattie, come il raffreddore e l'influenza sono causate da virus contro i quali gli antibiotici NON sono efficaci. In questi casi, non migliorerai le tue condizioni assumendo antibiotici.
Assunzione degli antibiotici in modo scorretto: se si riduce la durata del trattamento, si diminuiscono le dosi, non si rispetta la frequenza corretta (assumendo il farmaco, ad esempio, una volta al giorno invece di 2 o 3 volte al giorno come prescritto), non si avrà abbastanza farmaco nell'organismo e i batteri sopravviveranno, con la possibilità di sviluppare resistenze.
Seguire sempre la prescrizione del medico su quando e come usare gli antibiotici.
Gli antibiotici sono medicinali efficaci esclusivamente nel contrastare le malattie causate da batteri. Non sono utili, invece, per curare infezioni virali, come ad esempio il raffreddore o l’influenza.
Sia in campo umano che animale, gli antibiotici vanno assunti solo dopo prescrizione da parte del medico o del medico veterinario. È importante assumere le dosi prescritte, senza eccedere o ridurre autonomamente il dosaggio, e non interrompere la cura prima del tempo indicato dal professionista sanitario.
Un comportamento non corretto, infatti, potrebbe ridurre l’efficacia della terapia e aumentare il rischio che i batteri sviluppino resistenza all’azione di quell’antibiotico, o ad altri antibiotici, rendendoli quindi inutili o addirittura dannosi.
L’azione più semplice è l'igiene delle mani. Le mani sono un ricettacolo di germi, alcuni dei quali risiedono normalmente sulla cute senza creare danni, altri invece sono responsabili di infezioni e malattie. Le nostre mani, quindi, toccando altre persone, animali, superfici, oggetti vari, possono essere contaminate da vari tipi di microrganismi, e alcuni di questi possono essere patogeni per gli esseri umani e/o per gli animali con cui veniamo in contatto.
È indispensabile lavare sempre le mani con acqua e sapone prima di manipolare gli alimenti, cucinare e mangiare, prima di rimuovere le lenti a contatto, prima e dopo l’utilizzo dei servizi igienici o del cambio del pannolino dei neonati e negli anziani, dopo aver viaggiato sui mezzi pubblici, dopo aver maneggiato la spazzatura o essere stati a contatto con animali e mangimi o le loro lettiere, prima e dopo essere entrati in una struttura sanitaria.
Quando non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare un gel idroalcolico, che è altrettanto efficace per igienizzare le mani.
Anche la vaccinazionecontro le malattie infettive rappresenta uno dei modi per prevenire le infezioni sia nelle persone che negli animali, così come nel settore veterinario il potenziamento delle difese immunitarie, le vaccinazioni, il rispetto del benessere, l’adeguata alimentazione, ecc.
L’assunzione di alimenti contaminati da batteri, che hanno sviluppato resistenza, può dar luogo a malattie il cui trattamento antibiotico potrebbe risultare inefficace con relative gravi conseguenze per la salute umana.
La contaminazione degli alimenti può avvenire con diverse modalità:
gli animali destinati alla produzione di alimenti possono acquisire batteri resistenti agli antibiotici e trasmetterli all’uomo, tramite la manipolazione o il consumo di alimenti di origine animale crudi
gli alimenti che presentano batteri, se gestiti in modo inadeguato a livello domestico, possono essere fonte di contaminazione anche per altri alimenti
i batteri resistenti possono entrare nella catena alimentare anche attraverso la contaminazione ambientale. Terreni irrigati con acqua contaminata possono veicolare ad alimenti, quali frutta e verdura, tali microrganismi e geni di resistenza.
I consumatori possono essere pertanto esposti ai batteri resistenti in caso di consumo di alimenti non sottoposti a cottura in modo corretto o trattati in maniere inadeguata dal punto di vista igienico al momento della preparazione.
L’uso non appropriato o eccessivo di antibiotici, anche per la cattiva abitudine da parte di alcuni proprietari di non rispettare scrupolosamente le prescrizioni del medico veterinario o di impiegare antibiotici in maniera fa-da-te, può aumentare il rischio di diffusione della resistenza antimicrobica.
La propagazione di microrganismi resistenti è favorita, inoltre, dalla crescente condivisione di abitudini e ambienti tra animali da compagnia (pets) e proprietari. Bisogna infatti tenere a mente che i batteri resistenti e i geni di trasmissione della resistenza non riconoscono barriere e possono passare dall’animale alle persone e viceversa.
Gli allevamenti, in particolari quelli intensivi, si trovano molto spesso sotto accusa quale presunto luogo in cui vi è un abuso di antibiotici, che favorisce lo sviluppo di antibiotico-resistenza.
Per garantire la corretta gestione dei medicinali veterinari e, in particolare, degli antibiotici negli allevamenti, il Ministero della Salute predispone, coordina e supervisione un piano di controlli ufficiali, che viene recepito dalle Regioni/Province Autonome. I Servizi Veterinari Locali effettuano i controlli secondo le indicazioni ministeriali e regionali.
Il Ministero della Salute ha adottato un sistema informativo di tracciabilità dell’intera filiera dei medicinali utilizzati negli animali, unico al Mondo, che include la ricetta elettronica veterinaria e il registro elettronico dei trattamenti.
Inoltre, ha sviluppato e messo a disposizione per le Regioni/PA, Servizi Veterinari Locali, medici veterinari libero professionisti e allevatori un sistema integrato, ClassyFarm, per la categorizzazione delle aziende zootecniche (allevamenti) sulla base del rischio di sviluppo e diffusione di antibiotico-resistenza. Il sistema, sfruttando i dati del sistema informativo di tracciabilità, raccoglie ed elabora dati di diverse aree (biosicurezza, benessere animale, uso di medicinali, lesioni al macello) provenienti dalle attività del controllo ufficiale dai sistemi informativi e banche dati già in uso dal Ministero e dalle attività in autocontrollo dell’azienda.
Il trattamento delle infezioni dovute a batteri resistenti è un serio problema di sanità pubblica: gli antibiotici comunemente usati non sono più efficaci e i medici devono utilizzare antibiotici di ultima scelta. Ciò può ritardare l'inizio del trattamento efficace per i pazienti e causare complicanze, incluse invalidità permanenti e decesso.
Nel settore veterinario, inoltre, il problema di mancata efficacia di un antibiotico può compromettere oltre che la salute animale, anche la salute umana di chi lavora o è a contatto con gli animali, la salute pubblica come conseguenza di alimenti derivanti non più sicuri e la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, così come indebolire il valore della zootecnica nazionale.
L'uso improprio di antibiotici è un problema in tutto il mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato una strategia globale e delle linee guida per aiutare i Paesi a istituire sistemi per monitorare la resistenza agli antibiotici e implementare azioni efficienti (ad esempio, assicurando che gli antibiotici possano essere acquistati solo con prescrizione medica). Mentre le persone continuano a morire nei Paesi in via di sviluppo perché non hanno il trattamento antibiotico corretto, la resistenza agli antibiotici derivante dall'uso improprio sta causando preoccupazione in ogni Continente.
La situazione sta peggiorando con l'emergere di batteri resistenti a più antibiotici contemporaneamente (noti come batteri multi-resistenti). Tali batteri potrebbero alla fine diventare resistenti a tutti gli antibiotici esistenti. Senza antibiotici, potremmo tornare all'“era pre-antibiotica”, quando i trapianti di organi, la chemioterapia contro il cancro, la terapia intensiva e altre procedure mediche non sarebbero più possibili. Le malattie batteriche si diffonderebbero e non potrebbero più essere curate, causando la morte.
Prima della scoperta degli antibiotici, migliaia di persone morivano di malattie batteriche, come polmonite o infezioni a seguito di interventi chirurgici. Da quando sono stati scoperti e utilizzati gli antibiotici, sempre più batteri, che in origine erano sensibili, sono diventati resistenti e hanno sviluppato numerosi meccanismi diversi per combattere gli antibiotici. Poiché la resistenza è in aumento e pochi nuovi antibiotici sono stati scoperti e commercializzati negli ultimi anni, il problema della resistenza agli antibiotici è ora una grave minaccia per la salute pubblica.
Gli antibiotici sono farmaci efficaci esclusivamente nel contrastare le malattie causate da batteri. Non sono utili, invece, per curare infezioni virali, come ad esempio il raffreddore o l’influenza.
Le persone dovrebbero assumere antibiotici solo dopo valutazione da parte di un medico.
Anche nel settore veterinario, è necessario evitare il “fai da te” e attenersi scrupolosamente alla diagnosi e alle indicazioni del medico veterinario, che prescriverà l’antibiotico “quando serve, quanto serve”.
Sono state identificate tre strategie principali per affrontare la resistenza agli antibiotici:
l'uso prudente di antibiotici è il punto chiave per prevenire l'insorgere e la diffusione della resistenza. Infatti, la resistenza agli antibiotici segnalata in Italia e in Europa è direttamente collegata all'uso eccessivo e improprio di antibiotici
l'attuazione di buone pratiche di controllo delle infezioni, compresa per il settore umano l'igiene delle mani, nonché lo screening e l'isolamento dei pazienti infetti/colonizzati negli ospedali, sono importanti al fine di prevenire la diffusione dei batteri resistenti
la promozione dello sviluppo di nuovi antibiotici con nuovi meccanismi d'azione è essenziale, poiché la resistenza si sviluppa comunque inevitabilmente nel tempo.