Il 25 novembre si celebra nel mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che in questa data invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani. 

Orange the world, Colora il mondo di arancione: come negli anni precedenti, anche per la campagna 2022 il colore arancione sarà utilizzato per rappresentare un futuro più luminoso, libero da violenza contro donne e ragazze, come tema unificante che attraversa tutte le azioni globali della campagna UNiTE.  


Infortuni femminili in ambito lavorativo: violenza, aggressione e minaccia


Dati Inail evidenziano che nel quinquennio 2017-2021 tra gli infortuni femminili in occasione di lavoro e riconosciuti positivamente da Inail (al netto dei Covid), la causa «violenza, aggressione e minaccia», che può provenire da persone esterne all’azienda o da colleghi della stessa azienda, rappresenta oltre il 5% dei casi codificati, circa 20.500 infortuni nell’intero quinquennio (poco più di 4.000 l’anno).

Tra le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze, quasi il 60% svolge professioni sanitarie e assistenziali, a seguire (ma a distanza) insegnanti e specialisti dell’educazione-formazione, impiegati postali, personale di pulizia e servizi di vigilanza e custodia, ecc. (Fonte: Inail)


I numeri della violenza contro le donne: omicidi, violenze fisiche e sessuali


  • Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3.
  • In Italia i dati ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.
  • I dati del Report  del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 20 novembre 2022 evidenzia che:
    • nel periodo 1 gennaio – 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi (+2% rispetto allo stesso periodo del 2021), con 104 vittime donne (- 5% rispetto allo stesso periodo del 2021 in cui le donne uccise sono state 109)
    • le donne uccise  in ambito familiare/affettivo sono state 88 (- 6% rispetto dello stesso periodo del 2021 in cui le vittime sono state 94); di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (-16% rispetto alle 62 vittime dello stesso periodo del 2021).
  • Secondo l’ultima nota Istat sulle vittime di omicidionel 2021 sono stati commessi 303 omicidi. In 184 casi le vittime sono uomini e in 119 sono donne (il 39,3% del totale). Le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono 139 (45,9% del totale), 39 uomini e 100 donne.

Il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019). Fra i partner assassini nel 77,8% dei casi si tratta del marito, mentre tra gli ex prevalgono ex conviventi ed ex fidanzati. Il 25,2% delle donne è invece vittima di un altro parente, il 5% di un conoscente e il 10,9% di uno sconosciuto.


Violenza e accessi delle donne in Pronto Soccorso


Nel triennio 2017-2019, secondo le risultanze dell’analisi condotta dal ministero della Salute e dall’Istat sugli accessi delle donne in Pronto soccorso, rilevati dal Sistema informativo per il monitoraggio dell’assistenza in Emergenza-Urgenza (EMUR), le donne che hanno avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza sono 16.140 per un numero totale di accessi in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza nell’arco del triennio pari a 19.166 (1,2 accessi pro capite).

Dai dati di accesso al Pronto Soccorso è emerso che le stesse donne nell’arco del triennio hanno effettuato anche altri accessi in Pronto Soccorso con diagnosi diverse da quelle riferibili a violenza. Complessivamente il numero pro-capite di accessi per queste donne, a prescindere dalla diagnosi, è superiore a 5 e nella classe di età 18-44 anni è superiore a 6. Questo significa che una donna che ha subito violenza nell’arco del triennio torna in media 5/6 volte in Pronto Soccorso.

Nel 2020 si sono registrati circa 6 milioni di accessi al Pronto Soccorso di donne, di cui quasi 5.500 con l’indicazione di diagnosi di violenza (9,2 ogni 10 mila accessi). Il totale degli accessi per qualsiasi diagnosi nell’anno della pandemia ha subito una diminuzione del 40% rispetto al 2019, mentre quelli con diagnosi di violenza sono diminuiti in misura minore (28%). Rispetto al triennio precedente (2017-2019), nel 2020 si osserva in generale un aumento delle donne arrivate in pronto soccorso su intervento della centrale operativa. Rimane invece sostanzialmente stabile l’esito dell’accesso, con l’88,3% delle donne dimesse a domicilio. (Fonti:  Istat - Ministero della Salute, Violenza e accessi delle donne in Pronto Soccorso).

Nel 2021 si sono registrati circa 7 milioni di accessi al Pronto Soccorso di donne, di cui quasi 6.300 con l’indicazione di diagnosi di violenza (9,3 ogni 10 mila accessi).

Nel periodo 2014-2021 l’incidenza degli accessi è molto bassa. A livello regionale si riscontra un range molto ampio rispetto alle media Italia passando nel 2014 da 0 in alcune realtà regionali a 10,7 ogni 10.000 accessi totali; nel 2021 da 0,3 a 19,8 ogni 10.000 accessi totali.

Ciò suggerisce una scarsa propensione a riconoscere il fenomeno della violenza di genere che denota la necessità di implementare iniziative di formazione del personale dei Pronto Soccorso.


Le chiamate al numero di pubblica utilità 1522


I dati Istat evidenziano che nel primo trimestre 2022, rispetto al primo trimestre 2021, si registra un lieve calo delle chiamate valide (da 7.974 si passa a 7.814; -2%); calo che si registra della stessa intensità sia per i contatti via telefonica sia via chat che passano rispettivamente da 6.673 a 6.534 e da 1.301 a 1.280. Tra i motivi delle chiamate si registra un incremento sia nelle richieste di informazioni sul 1522, che passano da 1.401 a 2.384 (+70%), sia nelle richieste di aiuto non strettamente legate alla violenza (richieste fuori target) da 660 a 1.159 (+70%), mentre risultano in diminuzione tutte le chiamate per altre tipologie di motivi. In diminuzione anche le chiamate da parte delle vittime (da 4.310 a 2.966; -30%). (Fonte: Istat).


I servizi del Sistema sanitario nazionale italiano


  • Le Linee Guida

In Italia il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle donne, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni e i servizi finalizzati alla prevenzione, all’individuazione precoce e all’assistenza nei casi di violenza di genere e sessuale. In particolare per la tempestiva e adeguata presa in carico delle donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso sono state adottate le specifiche Linee Guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.  Poiché spesso, però, la violenza rimane nascosta, al fine di individuarne il più rapidamente possibile i segni è importante rafforzare le competenze degli operatori sociosanitari che entrano in contatto con le vittime, mediante specifici programmi di formazione.

  • La Formazione a distanza

Nel periodo 2019-2020, il Ministero della Salute, con l’Istituto Superiore di Sanità, ha aggiornato ed esteso a tutti i Pronto Soccorso presenti sull’intero territorio nazionale il Programma di Formazione a distanza (FAD) “Prevenzione e contrasto della violenza di genere attraverso le reti territoriali” (Seconda edizione). Il corso, erogato attraverso la piattaforma www.eduiss.it, è stato indirizzato ai professionisti sanitari e agli assistenti sociali dei Pronto Soccorso impegnati in interventi di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza per le donne che subiscono violenza. In otto mesi di erogazione hanno partecipato complessivamente al corso 26.342 professionisti. Sul totale dei partecipanti, il 67% (17.629 professionisti sanitari e non) ha terminato con successo il corso. L’età mediana è stata di 45,9 anni e, per il 73,1%, si è trattato di donne. Dei 651 Pronto Soccorso presenti in Italia, hanno aderito al programma formativo a distanza 642 Pronto Soccorso, con almeno un dipendente/professionista che ha concluso l’intero programma formativo. In altre parole il 96% dei PS italiani ha avuto almeno un operatore che ha portato a termine con successo il percorso della FAD.

  • Il progetto CCM 2021 Ipazia

Il 25 novembre 2021 sono iniziate le attività del progetto CCM 2021 “Strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori, attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria con particolare riguardo agli effetti del COVID-19” – IPAZIA CCM2021 che coinvolge, tra i partecipanti, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) e altre cinque regioni in rappresentanza di tutto il contesto nazionale: Lombardia e Friuli-Venezia Giulia per il Nord; Umbria e Toscana per il Centro; Puglia e Basilicata per il Sud. Il progetto Ipazia si pone l’obiettivo di mettere a punto e sperimentare un modello formativo, basato sulla metodologia del problem based learning – competence oriented. Si articola in un percorso di base (corso FAD) rivolto a operatrici e operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e in un percorso specifico per la “formazione di formatori”, individuati dalle singole Asl partecipanti. La finalità generale è quella di favorire l’applicazione sistematica di corretti protocolli tecnico-scientifici e comunicativo-relazionali, anche con percorsi dedicati all' emergenza Covid-19 e ai suoi effetti, affinché a ciascuna vittima venga fornita la medesima opportunità di essere accompagnata in percorsi di fuoriuscita dal circuito della violenza, anche nei casi di discriminazioni multiple. Altro obiettivo del progetto è quello di facilitare lo scambio di buone prassi grazie alla creazione di una comunità di pratica infermieristica. Il progetto, inoltre, fornisce nuovi spunti e nuovi contenuti nel contrasto alla violenza, inserendo anche un approfondimento sulla violenza sui minori (tra cui anche i figli minori eventuali vittime della violenza assistita). Il coinvolgimento della rete territoriale può consentire la definizione di indicazioni generali per la collaborazione tra tutti gli attori istituzionali coinvolti nel contrasto e nella prevenzione della violenza contro i minori.


La legge n. 53 del 5 maggio 2022 “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere”


Al fine di progettare adeguate politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e di assicurare un effettivo monitoraggio del fenomeno è stata approvata la legge 5 maggio 2022, n. 53 recante “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere” che all’articolo 4 prevede che tutte le strutture sanitarie pubbliche, e in particolare le unità operative di pronto soccorso, hanno l'obbligo di fornire i dati e le informazioni relative alla violenza contro le donne. L'articolo prevede anche che il flusso informativo EMUR Pronto Soccorso sia integrato con le informazioni utili e necessarie per la rilevazione della violenza di genere contro le donne, assicurando l'individuazione della relazione tra autore e vittima e rilevando anche: la tipologia di violenza, fisica, sessuale, psicologica o economica, esercitata sulla vittima; se la violenza è commessa in presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime e se la violenza è commessa unitamente ad atti persecutori; gli indicatori di rischio di revittimizzazione previsti dall'allegato B al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2017, facendo salva la garanzia di anonimato delle vittime.


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Data di pubblicazione: 25 novembre 2022, ultimo aggiornamento 25 novembre 2022