Immagine raffigurante una mappa dell'Italia con la regione Puglia evidenziata in rosso

Proseguono le indagini epidemiologiche e microbiologiche sul focolaio epidemico di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) associato ad infezione da Escherichia Coli produttore di verocitotossina di sierogruppo O26 (VTEC O26) segnalato in Agosto in Puglia (vedi comunicato stampa del Ministero della salute del 14 agosto), condotte dalle autorità sanitarie regionali in collaborazione con il Ministero della salute, l’Istituto superiore di sanità (ISS), sede del Laboratorio Nazionale di Riferimento per E.coli e coordinatore del Registro Italiano della SEU, e i Carabinieri NAS.

Allo stato attuale il focolaio epidemico appare in marcato declino, con gli ultimi casi esposti al contagio non oltre la metà di agosto. Questo rilievo suggerisce una ridotta o forse cessata attività della fonte epidemica.

Tra la fine di luglio e la fine di agosto, sono stati registrati 20 casi di SEU, per la maggior parte dei quali (16) è stato possibile dimostrare l’associazione con un’infezione da VTEC O26. Tutti i casi erano in età pediatrica ed erano residenti, o avevano soggiornato, in Puglia.

Le indagini volte a identificare l’origine del focolaio hanno preso in considerazione diverse tipologie di alimenti e campioni ambientali ma i risultati non permettono al momento di trarre conclusioni definitive.

In merito ad alcuni articoli recentemente comparsi sulla stampa locale, nei quali si affermava che l’ISS avrebbe confermato che il ceppo di E.coli che ha provocato i casi di SEU è stato ritrovato in campioni di latticini di produzione locale, si precisa che l’ISS ha finora esaminato solo campioni clinici prelevati dai pazienti, e le analisi hanno condotto all'identificazione del VTEC O26 quale agente responsabile del focolaio.

Campioni sospetti ottenuti da matrici alimentari e ambientali verranno conferiti all’ISS nei prossimi giorni dalle autorità sanitarie della regione Puglia per un approfondimento delle indagini di laboratorio, in particolare il confronto a livello molecolare  con i ceppi di VTEC O26 isolati dai casi umani. Solo questa comparazione molecolare può infatti dimostrare se i ceppi batterici ritrovati negli alimenti o nei campioni ambientali sono effettivamente quelli responsabili del focolaio epidemico. 

Vista la gravità della SEU, si rammenta l’opportunità di portare all’attenzione di una struttura sanitaria i bambini nei primi anni di vita che presentino diarrea caratterizzata da presenza di sangue nelle feci.

Per ulteriori informazioni sulla SEU consultare le Domande e risposte più frequenti dell’ISS.

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Data di pubblicazione: 16 settembre 2013, ultimo aggiornamento 3 ottobre 2013