Il Servizio sanitario nazionale, fin dalla sua istituzione, con la legge 833/1978, ha scelto la programmazione sanitaria come strumento per guidare verso orientamenti unitari un sistema complesso, articolato su diversi livelli istituzionali e formato da una molteplicità di servizi.

Il Piano sanitario nazionale (PSN) è individuato quale il principale strumento di governo e di indirizzo generale del Servizio sanitario nazionale a valenza pluriennale, volto a definire gli obiettivi e le strategie per rispondere ai bisogni di salute della popolazione, in materia di prevenzione, cura e riabilitazione nonché di assistenza sanitaria da applicare secondo criteri di uniformità su tutto il territorio nazionale.

Il Piano sanitario nazionale viene predisposto dal Governo, su proposta del Ministro della salute, tenuto conto dei contributi provenienti dalle Regioni e Province autonome, previa acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e delle Confederazioni sindacali maggiormente rappresentative. L’adozione del Piano avviene con Decreto del Presidente della Repubblica previa approvazione e deliberazione del Consiglio dei Ministri, d'intesa con la Conferenza Unificata.

Nel tempo sono stati adottati diversi Piani sanitari nazionali.

Il PSN 1994-1996

Il Piano Sanitario Nazionale 1994-1996, approvato con D.P.R. 1° marzo 1994, si sviluppa come “Piano per il cambiamento”, ossia come Piano che guida il processo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale avviato con il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. 

Il PSN 1998-2000

Il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, approvato con D.P.R. 23 luglio 1998, nell’ambito di un sistema sanitario che si affacciava al nuovo millennio, individua gli obiettivi di salute da conseguire su tutto il territorio nazionale e segue una impostazione nuova rispetto al piano precedente, orientandosi verso i bisogni di salute e nell’individuazione di obiettivi di salute, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contenute nel documento “La strategia della salute per tutti”.

Il PSN 2003-2005

Il Piano Sanitario Nazionale 2003 – 2005, approvato con D.P.R. 23 maggio 2003, si pone come il primo Piano dopo la riforma del Titolo V, parte seconda, della Costituzione e rappresenta una cornice essenziale di unitarietà ed equità nella tutela della salute della popolazione, in un contesto caratterizzato da ampia autonomia regionale nell’organizzazione dei servizi sanitari. Al PSN è, pertanto, affidato il compito di modificare il proprio ruolo da “pianificazione e governo della sanità” a “garanzia della salute” per ogni cittadino, indicando i principi generali, gli obiettivi strategici e le azioni prioritarie per lo sviluppo del sistema in tutto il territorio nazionale. Definisce strategie di sistema e obiettivi di salute, in particolare volti a migliorare il contesto ambientale; promuovere comportamenti e stili di vita per la salute; prevenire, diagnosticare e trattare le principali cause di patologia; ridurre le diseguaglianze e rafforzare la tutela dei soggetti deboli.

Il PSN 2006-2008

Il Piano Sanitario Nazionale PSN 2006-2008, approvato con D.P.R.  del 7 aprile 2006, nel riaffermare i principi di uniformità delle prestazioni sanitarie e di equità del sistema, prende atto del divario strutturale e qualitativo tra le diverse regioni, si fa carico delle modifiche rilevanti avvenute nel quadro epidemiologico e demografico del Paese e dei nuovi bisogni socio-sanitari che ne conseguono, recepisce le ricadute dell’evoluzione scientifica e tecnologica collocando i suoi obiettivi e le sue strategie all’interno del contesto socio-economico del Paese. 

Nel fare propri gli obiettivi di salute già individuati nel PSN 2003 – 2005, al fine di aumentare l’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario Nazionale, il Piano si propone di: 

  • incardinare sempre più la sanità italiana nel contesto europeo
  • promuovere nuove forme di mutualità fra le regioni ed il governo della mobilità attraverso accordi fra regioni per ottimizzare e qualificare le prestazioni di alta specialità e promuovere, nel contempo, l’autonomia regionale nella produzione di medio-bassa complessità
  • garantire ed aggiornare i LEA
  • potenziare le azioni di prevenzione sanitaria e di promozione della salute
  • riorganizzare le cure primarie attraverso un maggiore e più efficace coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta nel governo della domanda e dei percorsi sanitari
  • spingere le Regioni, sulla base di specifiche intese, a sviluppare reti assistenziali sovraregionali o nazionali laddove la complessità e/o i costi della risposta lo giustifichino (malattie rare, reti trasfusionali, trapianti etc.)
  • potenziare l’integrazione socio-sanitaria intesa come fondamentale completamento, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, dell’azione del sistema diagnostico – terapeutico vero e proprio del Servizio Sanitario Nazionale
  • recuperare il ritardo accumulato nella realizzazione di strutture per le cure palliative.

In questo complesso disegno strategico trovano collocazione temi fondamentali in parte già presenti nel precedente Piano quali: 

  • la promozione dell’innovazione e della ricerca 
  • la valorizzazione del “terzo settore”
  • la qualificazione delle risorse umane
  • il governo clinico
  • la salute della donna e del bambino
  • la non autosufficienza
  • la tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro
  • l’ambiente.

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Data di pubblicazione: 17 novembre 2009, ultimo aggiornamento 19 aprile 2024

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