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L'amebiasi è una malattia a trasmissione oro-fecale causata da un parassita che provoca un'infezione a livello intestinale


immagine al microscopio

Il parassita, l'Entamoeba histolytica, può provocare un'infezione con quadri clinici di severità variabile:

  • può essere sostanzialmente asintomatica e innocua, e in tal caso si parla di infezione amebica commensale
  • può produrre lesioni dei tessuti accompagnate a sintomi severi, primo fra tutti la dissenteria; si parla allora di malattia amebica.

Molte infezioni sono quindi asintomatiche, ma possono rendersi evidenti in seguito a particolari circostanze, quali malattie intercorrenti o stati di immunodepressione.

A differenza delle altre specie del genere Entamoebal'agente infettivo dell'amebiasi è capace di penetrare nella parete del colon e generare patologia sia locale che extraintestinale (l'ascesso epatico è la manifestazione più frequente).

L'amebiasi è un'infezione ubiquitaria, potendo essere riscontrata a tutte le latitudini, ma è più comune nelle regioni tropicali e sub-tropicali, essendo favorita da situazioni di carenze igieniche e da climi caldo-umidi.

Non è diponibile alcun vaccino.

La malattia si trasmette per via oro-fecale:

  • direttamente per contatto da persona a persona
  • indirettamente mangiando o bevendo cibi o acqua contaminati da materiale fecale
  • possibile anche la trasmissione per via sessuale, in seguito a contatti orali-anali o oro-genitali.

L'uomo, malato o asintomatico, è l'unica sorgente di infezione. Il periodo di incubazione, che può variare da pochi giorni ad alcuni mesi o anni, è solitamente di 2-4 settimane. Il soggetto infettato è contagioso fintanto che continua l'escrezione delle cisti (anche alcuni anni). I "portatori sani cronici" sono comunque rari e le cisti da loro escrete sono solitamente prive di potere patogeno.

Lo spettro clinico varia da un’infezione asintomatica a un’infiammazione con diarrea e dissenteria a un quadro di colite fulminante con peritonite o di amebiasi extraintestinale.

L’amebiasi acuta può presentarsi con diarrea, con frequenti scariche e con feci sanguinolente.

L’amebiasi cronica si può presentare con sintomi gastrointestinali, più fatica, perdita di peso e febbre occasionale.

L’amebiasi extraintestinale si può verificare se il parassita si diffonde ad altri organi, più comunemente il fegato, dove causa un ascesso epatico, che si manifesta con febbre e dolore al quadrante superiore destro.

La conferma diagnostica si ottiene attraverso l'individuazione di cisti o trofozoiti di E. histolytica in campioni di feci, oppure mediante la dimostrazione di trofozoiti in biopsie tissutali o materiale prelevato dalle ulcere attraverso proctoscopia, un esame invasivo endoscopico del retto e dell'ultimo tratto del colon.

Anche i test sierologici, tramite ricerca di anticorpi specifici nel sangue, possono essere utili nella diagnosi dell'amebiasi.

Precauzioni

Nell'assistenza a pazienti affetti da amebiasi devono essere adottate

  • precauzioni enteriche
  • lavaggio in acqua a temperature superiori a 60°C
  • disinfezione della biancheria contaminata.

I soggetti colpiti da amebiasi debbono essere allontanati dalle attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l'assistenza sanitaria e quella all'infanzia fino a completamento della chemioterapia appropriata e a dimostrazione di assenza di cisti dalle feci.

I conviventi e i contatti di un caso di amebiasi vanno sottoposti a sorveglianza per la ricerca di altri casi di infezione e della fonte di esposizione, con particolare riguardo a storie di viaggi in aree endemiche e alle abitudini personali ed alimentari, con allontanamento dalle attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l'assistenza sanitaria e quella all'infanzia in caso di positività dell'esame delle feci per presenza di cisti amebiche.

Terapia specifica

Il trattamento dell'amebiasi dipende dalla severità dell'infezione.
In genere, nei pazienti sintomatici la terapia d'elezione è rappresentata dall'antibiotico metronidazolo, assunto per bocca (5-10 giorni di terapia).
Gli antidiarroici, in genere, non sono raccomandati; piuttosto è importante la terapia reidratante idrosalina di supporto per compensare le perdite idriche ed elettrolitiche diarroiche.
Ai pazienti asintomatici che eliminano le cisti attraverso le feci viene in genere prescritto un ciclo di diloxanide furoato orale.

Per i casi di amebiasi extraintestinale e di ascessi amebici può essere indicata la terapia chirurgica.

Non è disponibile alcun vaccino.

Come per tutte le malattie a trasmissione fecale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione dell'amebiasi. A livello collettivo la prevenzione delle malattie a trasmissione fecale-orale si realizza attraverso il corretto smaltimento e allontanamento dei rifiuti solidi e liquidi, la disponibilità di acqua per uso umano sicura e controllata, una buona igiene alimentare.

Norme di sicurezza alimentare per le malattie a trasmissione fecale-orale

  • Evita il cibo che è stato tenuto a temperatura ambiente per parecchie ore, per esempio il cibo del buffet non coperto, il cibo dai venditori di strada o di spiaggia
  • Evita gli alimenti crudi, ad eccezione della frutta e della verdura, che possono essere pelate e sbucciate e non mangiare frutta la cui buccia è alterata
  • Evita il ghiaccio che non sia fatto con l’acqua potabile
  • Evita i piatti contenenti uova crude o insufficientemente cotte
  • Evita i gelati di origine dubbia, compresi quelli venduti per strada
  • Evita di lavarti i denti con acqua non potabile
  • Nei paesi in cui il pesce, i crostacei e molluschi possono contenere biotossine pericolose, farti consigliare dalla popolazione locale
  • Fai bollire il latte non pastorizzato (crudo) prima di consumarlo
  • Lava sempre bene le mani in tutte le sue parti con acqua e sapone prima di preparare o consumare cibo
  • Fai bollire l’acqua da bere in caso di dubbio; se questo non è possibile, utilizza un filtro efficiente e ben conservato o un disinfettante
  • Puoi bere le bevande imbottigliate: sono generalmente sicure se l’imballaggio è intatto
  • Puoi consumare bevande e cibi interamente cotti serviti caldi: sono generalmente sicuri.

Trattamento dell’acqua di qualità dubbia

  • Portare l’acqua all’ebollizione per almeno un minuto è il modo più efficace per uccidere tutti i patogeni che causano malattie.
  • La disinfezione chimica di acqua chiara non torbida è efficace per uccidere batteri e virus ed alcuni protozoi (ma non per esempio il cryptosporidium).
  • Un prodotto che combina la disinfezione con cloro alla coagulazione/flocculazione (per es. precipitazione chimica) rimuoverà significativi numeri di protozoi oltre ad uccidere batteri e virus.
  • L’acqua torbida deve essere privata del materiale solido sospeso lasciandolo depositare o filtrandolo prima di operare la disinfezione chimica.
  • Sono disponibili anche strumenti portabili pronto-uso testati per rimuovere protozoi e qualche batterio. Filtri di ceramica, a membrana e di carbone sono i tipi più comuni. É cruciale selezionare la più appropriata dimensione della porosità dei filtri. Una dimensione di 1 mm o meno per la porosità media del filtro è raccomandato per assicurare la rimozione del cryptosporidium nell’acqua chiara. Alcuni strumenti di filtraggio impiegano resine impregnate di iodio per incrementare la loro efficienza. A meno che l’acqua sia bollita, una combinazione di metodi (filtrazione seguita da disinfezione chimica) è raccomandata, poiché la maggior parte degli strumenti di filtrazione pronto-uso non rimuove né uccide i virus. L’osmosi inversa (filtrazione porosa molto sottile che trattiene i sali dissolti nell’acqua) e strumenti di ultrafiltrazione (filtrazione porosa fine che passa i sali disciolti ma trattiene i virus ed altri microbi) possono teoricamente rimuovere tutti i patogeni.
  • Spesso dopo un trattamento chimico, si usa un filtro a carbone per migliorare il gusto; in caso di trattamento con iodio, per rimuovere l’eccesso di iodio.

Per approfondire


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Data di pubblicazione: 8 luglio 2015, ultimo aggiornamento 7 maggio 2021