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L'infezione da trichomonas vaginalis, detta tricomoniasi, si trasmette attraverso i rapporti sessuali; spesso è asintomatica; colpisce soprattutto le donne, ma anche gli uomini, causando uretrite nel 10% dei casi


Infezione da trichomonas vaginalis

L’infezione, detta tricomoniasi, è una comune infezione a trasmissione sessuale, causata da un protozoo, il trichomonas vaginalis

L’infezione è prevenibile e curabile.

Sebbene la maggior parte delle infezioni sia asintomatica, più del 50% delle donne con infezione da Trichomonas vaginalis presenta perdite vaginali e circa il 10% degli uomini presenta uretrite.

Il parassita viene trasmesso durante il sesso orale, vaginale e anale e, in alcuni rari casi, durante il parto.

L'uso corretto e coerente del preservativo durante il sesso può prevenire la tricomoniasi.

Per approfondire

La trasmissione avviene per contatto con secrezioni vaginali ed uretrali di persone infette durante i rapporti sessuali non protetti.

La maggior parte delle infezioni negli uomini e nelle donne sono asintomatiche. Le donne sintomatiche possono presentare perdite vaginali (di colore giallo), maleodoranti. Altri sintomi includono vagina arrossata e dolorante con presenza di dolore durante i rapporti sessuali e la minzione.

Quando è presente T. vaginalis, è possibile osservare una secrezione gialla o verdastra e schiumosa della vagina durante un esame effettuato con lo speculum da un operatore sanitario.

Gli uomini sono spesso asintomatici, ma alcuni presentano irritazione del pene e uretrite.

Esiti perinatali

L’infezione da T. vaginalis non trattata è collegata a esiti avversi alla nascita, tra cui basso peso alla nascita, parto pretermine e rottura prematura delle membrane. Sebbene non comune, può verificarsi una trasmissione perinatale di T. vaginalis, che porta a infezioni vaginali e respiratorie nei neonati.

Trasmissione dell'HIV

Le infezioni da T. vaginalis sono collegate a un rischio 1,5 volte maggiore di contrarre l’HIV.

Altre malattie sessualmente trasmissibili

L’infezione da T. vaginalis è stata collegata alla concomitanza di varie altre malattie sessualmente trasmisse, tra cui Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae e Papillomavirus umano (HPV). Dimostra anche una connessione epidemiologica simile con il virus dell'herpes simplex di tipo 2 (HSV-2).

L'infezione da T. vaginalis può alterare il normale microbiota vaginale, rendendolo più suscettibile allo sviluppo della vaginosi batterica.

  • circa il 40-60% delle donne con T. vaginalis sperimenta anche la Vaginosi batterica
  • le donne con Vaginosi batterica presentano un rischio maggiore di contrarre T. vaginalis.

La diagnosi viene fatta mediante test di laboratorio. I test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT) sono il metodo diagnostico di laboratorio più sensibile per rilevare T. vaginalis. Sebbene i tamponi vaginali siano i campioni preferiti, per alcuni test di laboratorio è possibile utilizzare anche campioni endocervicali e di urina.

Prima della comparsa dei test antigenici e della NAAT, il metodo principale per rilevare T. vaginalis era la coltura. Per confermare l'assenza di infezione, le colture devono essere incubate fino a sette giorni.

In passato, la diagnosi di T. vaginalis spesso comportava l'esecuzione di un esame microscopico a fresco del secreto vaginale. Anche se questo non è il metodo migliore per la diagnosi della tricomoniasi, è ancora comunemente usato in alcuni contesti.

La terapia indicata prevede la somministrazione di nitroimidazolici (metronidazolo e tinidazolo) come prima scelta, per via orale.

Raccomandato un controllo successivo alla terapia (entro 3 mesi), vista l’alta incidenza di recidive in questo tipo di infezione.
La terapia del partner è sempre indicata, così come l’astensione dai rapporti sessuali durante tutta la terapia, fino alla guarigione di entrambi.

Va evitata l’assunzione di bevande alcoliche durante il periodo della terapia orale e per 24 ore dopo la fine della terapia con metronidazolo, o per 72 ore dopo la fine della terapia con tinidazolo.

L’infezione da trichomonas in gravidanza è associata ad un aumento di eventi avversi, come la rottura prematura delle membrane, il parto pretermine e basso peso alla nascita nel bambino.

Il trattamento di donne sintomatiche prevede invece la somministrazione di una singola unica dose di 2 grammi di metronidazolo in qualsiasi epoca gestazionale.

La prevenzione consiste in rapporti sessuali protetti e nello screening delle donne che presentano perdite vaginali ricorrenti o altre patologie infettive trasmesse sessualmente come la clamidia e la gonorrea.

Per evitare una reinfezione è importante che vengano trattati anche i partner sessuali e che vengano evitati i rapporti sessuali fino alla completa guarigione.



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Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Data di pubblicazione: 4 novembre 2013, ultimo aggiornamento 4 marzo 2024