L'IMC è stato studiato per valutare i rischi correlati al sovrappeso e all'obesità in soggetti adulti (18-65 anni)
L'Indice di Massa Corporea (IMC, kg/m2) si calcola:
dividendo il peso, espresso in kg
per il quadrato dell'altezza, espressa in metri,
come indice indiretto di adiposità.
L'IMC descrive le seguenti categorie di peso:
Normopeso (18,50 -24,99)
Grave magrezza (<16,00)
Sottopeso (16,00 -18,49)
Sovrappeso (25,00 -29,99)
Obesità 1° grado (30,00 -34,99)
Obesità 2° grado (35,00 -39,99)
Obesità 3°grado (≥ 40,00)
L'interpretazione dell'IMC viene effettuata secondo i criteri definiti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: ma attenzione, questa classificazione rimane statistica, non si applica per forza a tutti gli adulti, soprattutto se sportivi o anziani.
In base a questa classificazione la popolazione italiana (persone di 18 anni e più) risulta così distribuita: 3% sottopeso, 51,5% normopeso, 35,5% sovrappeso, 10%% obesa (ISTAT La vita quotidiana nel 2008)
All'aumentare dell'IMC ( soprattutto per le classi sovrappeso e obesità) aumenta il rischio di malattie quali il diabete tipo 2, le malattie cardiovascolari, le malattie articolari da sovraccarico, le disfunzioni ormonali, i tumori e, nelle donne in età fertile, possono essere presenti alterazioni del ciclo mestruale, difficoltà a concepire e la gravidanza è ad alto rischio di complicanze sia per la madre che per il bambino.
Per i soggetti considerati obesi (IMC > 30) o in sovrappeso (IMC tra 25 e 29,9), anche una piccola perdita di peso (tra il 5% e il 10% del peso reale) porta ad una riduzione del rischio di sviluppare tali patologie.
Un IMC al di sotto di 18,5 kg/m2 è indice di sottopeso. Anche questa condizione è associata a diverse patologie, tra cui l'anoressia nervosa, caratterizzata da una consistente perdita di peso, intensa paura di ingrassare, anche se si è sottopeso, e disturbi della propria immagine corporea. (Appropriatezza clinica, strutturale e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell'alimentazione, Quaderni del Ministero della Salute n. 17/22, luglio-agosto 2013).
E' importante sapere però che l'indice di massa corporea non permette di distinguere variazioni del peso dovute all'entità della massa muscolare, della massa ossea, al contenuto di acqua o all' accumulo di grasso.
Quindi, la semplicità di calcolo dell'IMC non deve trarre in inganno, portando a diete "fai dai te". La sua valutazione deve essere appannaggio del medico o di altre figure specializzate come il nutrizionista o il dietista.
Sebbene l'IMC sia un efficace strumento di valutazione di sovrappeso ed obesità, non è però in grado di valutare l'effettiva composizione corporea di un individuo. L'IMC non distingue la massa grassa dalla massa magra, con il rischio di sovrastimare il grasso corporeo in soggetti, come gli sportivi, che hanno una corporatura muscolosa, oppure di sottostimare il grasso corporeo in soggetti, come gli anziani, che hanno minore massa muscolare.
Un altro limite dell'IMC è la mancata distinzione tra uomini e donne. Normalmente le donne hanno più grasso rispetto agli uomini, che invece presentano una massa magra maggiore.
Nell'anziano l'IMC è influenzato da vari fattori, tra cui le modificazioni biologiche correlate con l'età, lo stato di salute, lo stile di vita e i fattori socioeconomici. Per entrambi i sessi l'IMC inizia a diminuire dopo i 70-75 anni come conseguenza della diminuzione del peso corporeo. Se anche la statura diminuisce, come spesso avviene in età avanzata, la diminuzione dell'IMC risulta inferiore a quella che si avrebbe in soggetti la cui statura si mantiene stabile.
In gravidanza l'IMC non è un parametro utilizzabile, è generalmente importante per valutare l'eventuale rischio di sviluppare un diabete gestazionale conoscere l'IMC pregravidico (al concepimento) in quanto un IMC superiore a 25 è considerato un fattore di rischio di diabete gestazionale e tale rischio aumenta con l'aumentare dell'IMC
L'IMC è stato validato nella popolazione caucasica, alcune osservazioni hanno evidenziato come nelle popolazioni asiatiche ci sia un elevato rischio di diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari anche con un IMC <25. La diversa struttura caratterizzata da una maggiore massa grassa o una minore massa magra probabilmente rende tale indice meno adatto a valutare il rischio in queste popolazioni.
L'IMC non permette di conoscere la distribuzione del grasso corporeo che invece è importante identificare. La distribuzione di grasso "a mela", tipicamente maschile, detta "androide" (o anche centrale, viscerale) si associa ad una maggiore presenza di tessuto adiposo nella regione addominale, toracica, dorsale. La distribuzione di grasso "a pera", tipicamente femminile, detta "ginoide" (o anche sottocutanea) si caratterizza, invece, per una presenza delle masse adipose nella metà inferiore dell'addome, nelle regioni glutee e in quelle femorali.
Focus:
L'obesità più pericolosa, per quanto riguarda le complicanze cardiovascolari e metaboliche, è quella androide, sia nell'uomo che nella donna (dove tende a comparire dopo l’inizio della menopausa).
Per valutare la distribuzione del grasso corporeo è necessario effettuare altre misurazioni come la circonferenza vita (>94 cm nell’uomo e >80 cm nella donna) e il rapporto vita-fianchi (>0.9 per gli uomini e >0.8 per le donne) (NCEP Expert Panel e la NCEP Adult Treatment Panel (ATP III).
Se le tue misure sono al di sopra o al di sotto del limite, parlane con il tuo medico curante.
Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
Data di pubblicazione:
28 ottobre 2013, ultimo aggiornamento 26 giugno 2014