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L'infezione da clamidia è causata da un batterio che si trasmette nei rapporti sessuali non protetti con persone infette


Clamidia

L’infezione da clamidia si trasmette per via sessuale ed è prevenibile e curabile con antibiotici; è causata da un batterio gram-negativo, la Chlamydia trachomatis.

L'infezione da clamidia rientra nelle infezioni sessualmente trasmesse più frequenti ed è più diffusa nella popolazione giovanile fra i 15 e di  i 25 anni, con una percentuale del 7,7% rispetto al 5,5% della popolazione generale. Può interessare sia uomini che donne.
È improbabile che la clamidia comporti problemi a lungo termine se trattata precocemente. Tuttavia, senza trattamento, può causare seri problemi e facilitare la trasmissione e l’acquisizione dell’HIV e di altre malattie sessualmente trasmesse.

Linfogranuloma venereo

Alcuni ceppi di Chlamydia trachomatis (sierotipi L1, L2 e L3) sono responsabili dell'insorgenza del linfogranuloma venereo (LGV), un'infezione sistemica a trasmissione sessuale, relativamente rara nel mondo occidentale. I casi sono probabilmente importati dall'Africa, dal Sud-Est asiatico e dalla regione dei Caraibi.
Il quadro classico del LGV è caratterizzato da ulcerazioni genitali, linfoadenopatia regionale inguinale o pelvica e da bubboni. 

Dal 2003 sono stati segnalati una serie di focolai nelle grandi città europee tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). La maggior parte dei casi presentava una grave proctite associata a rapporti anali non protetti. La genotipizzazione è necessaria per confermare l'infezione da sierotipi L1-L3. I partner sessuali dovrebbero essere valutati per prevenire un’ulteriore diffusione della malattia. Il LGV può essere curato con un trattamento antibiotico per 3 settimane seguito da un test.

Nel 2021, sono stati segnalati, in 23 Stati membri dell’UE/SEE, 1.124 casi di LGV. Quattro paesi (Spagna, Paesi Bassi, Francia e Belgio) rappresentavano l'85% di tutti i casi notificati. Quasi tutti i casi nel 2021 si sono manifestati tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini; tra i casi con stato noto di HIV, il 43% era positivo all'HIV.

Il numero di casi segnalati ha raggiunto il massimo storico nel 2019, ma è diminuito nel 2020 e nel 2021. Il calo è probabilmente il risultato dell’impatto del COVID-19 sulle richieste di assistenza sanitaria e accesso al test, nonché di un cambiamento nei comportamenti sessuali a rischio.

Tracoma

Un altro ceppo di Chlamydia causa il tracoma, un'infezione batterica della congiuntiva e della cornea, che però si trasmette per contatto con secrezioni oculari e nasali, soprattutto tra i bambini piccoli.

La clamidia si trasmette generalmente attraverso rapporti sessuali vaginali, anali o orali o per via materno-fetale
Una donna gravida infetta può, durante il parto, passare al neonato l’infezione, che si manifesta come un’infiammazione agli occhi e all’apparato respiratorio.

La clamidia è una delle prime cause di congiuntivite e di polmonite nei neonati.

Molte persone affette da infezione da clamidia non presentano sintomi o solo sintomi lievi.

Nella donna i sintomi comuni includono:

  • un cambiamento nelle secrezioni vaginali
  • sanguinamento tra i periodi mestruali o dopo il rapporto sessuale
  • dolore o fastidio al basso addome
  • sensazione di bruciore durante la minzione.

Nell'uomo i sintomi comuni includono:

  • bruciore durante la minzione
  • secrezione dal pene
  • dolore o fastidio ai testicoli.

L'infezione anale nelle donne e negli uomini può causare:

  • dolore
  • secrezioni
  • sanguinamento.

La clamidia può anche infettare la gola spesso senza sintomatologia.

I neonati nati da madri affette da clamidia possono manifestare infezioni agli occhi o polmonite. Questi possono essere trattati con antibiotici specifici per neonati.

La clamidia di tipo LGV (linfogranuloma venereo) può causare gravi infiammazioni e può portare a ulcera genitale, ingrossamento dei linfonodi o infiammazione della zona anorettale con secrezione, crampi addominali, diarrea, stitichezza, febbre o dolore durante l'evacuazione.

L'infezione da clamidia, se non trattata, può causare seri problemi, soprattutto nelle donne. 

Le donne possono sviluppare la malattia infiammatoria pelvica (PID), possono avvertire dolore addominale e pelvico e, negli stadi successivi, sviluppare infertilità e gravidanza ectopica (gravidanza che si verifica al di fuori dell'utero).

Gli uomini possono sviluppare un'infezione dolorosa ai testicoli (epididimite, epididimo-orchite). In rari casi, questo può portare alla sterilità. Inoltre, la clamidia può causare altri sintomi, come gonfiore delle articolazioni (artrite) e congiuntivite.

L’infezione da clamidia può causare stigma e influenzare le relazioni personali. Questi effetti sono importanti ma spesso non quantificabili.

L’infezione neonatale può causare congiuntivite e polmonite. Può anche causare parti pretermine.

L'infezione LGV può essere un'infezione sistemica invasiva e, se non viene trattata precocemente, può portare a lesioni croniche essudanti attorno alla regione anorettale, stenosi o dolore e gonfiore articolare reattivo. Possono verificarsi ulcere orali che potrebbero essere associate a gonfiore dei linfonodi.

I test molecolari rappresentano il gold standard per la diagnosi di C. trachomatis. Sul mercato sono disponibili alcuni test diagnostici rapidi, ma attualmente hanno prestazioni inferiori rispetto ai test molecolari. Per la diagnosi della clamidia, si eseguono dei tamponi uretrali nell’uomo e vaginali nella donna.

Si può eseguire, inoltre, la ricerca del DNA specifico per la clamidia, tramite amplificazione degli acidi nucleici o NAAT (Nucleic Acid Amplification Testing) sia su tampone vaginale, endocervicale, rettale e orale per la donna che su tampone uretrale, rettale, orale per l’uomo e per entrambi anche su campione di urina.

In presenza di clamidia si consiglia di effettuare test per altre infezioni sessualmente trasmissibili (come HIV, sifilide e gonorrea).

L’infezione da clamidia è curabile e guaribile. Viene trattata con antibiotici tra cui azitromicina o doxiciclina.

L’assunzione della terapia, non appena fatta diagnosi di infezione, è basilare per evitare l’insorgenza di complicanze.

I neonati con infezione oculare da clamidia (congiuntivite) vengono trattati con azitromicina.

Molto importante, per evitare la diffusione dell’infezione, risulta il trattamento del partner e dei partner avuti fino a 60 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi. 

È frequente la coinfezione da clamidia in pazienti con infezione da gonococco; per questo motivo è sempre opportuno un trattamento anti chamidia anche in caso di gonorrea.

L’unica forma di prevenzione possibile è l’attuazione di rapporti protetti e la diffusione dell’informazione sulla frequenza di questa infezione, soprattutto nei giovani, e sulle gravi conseguenze che può avere sulla fertilità di coppia, se non viene opportunamente trattata.

L’OMS consiglia di sottoporre le donne in gravidanza al test per la clamidia e di trattarle tempestivamente se il test risulta positivo al fine di prevenire la trasmissione al bambino.

Nel nostro Paese è previsto lo screening per Chlamydia trachomatis nelle donne in gravidanza con fattori di rischio individuati durante la visita prenatale ed eventualmente la ripetizione del test nel terzo trimestre di gravidanza se permangano i fattori di rischio.


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Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Data di pubblicazione: 17 aprile 2013, ultimo aggiornamento 27 febbraio 2024