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Il sangue presente nella vena ombelicale del cordone è una fonte preziosa di cellule staminali emopoietiche; la sua raccolta è una procedura semplice, senza alcun rischio per la madre e il bambino. Scopri sul sito del CNT come effettuare la donazione


immagine di una donna incinta

Negli ultimi decenni alcuni ricercatori hanno dimostrato che il sangue presente nella vena ombelicale del cordone (il funicolo che collega feto e placenta), rappresenta una fonte preziosa di cellule staminali emopoietiche, in grado, cioè, di autoriprodursi e dare vita ad altre linee cellulari dalle quali derivano tutte le cellule del sangue. Il sangue cordonale, quindi, contiene, proprio come quello del midollo osseo, cellule capaci di generare globuli bianchi, rossi e piastrine.

Il numero dei trapianti di cellule staminali emopoietiche da donatore non familiare effettuati in tutto il mondo ha subito un aumento esponenziale negli ultimi anni, raggiungendo il numero di quasi 20mila procedure trapiantologiche all’anno, quasi 1.000 solo in Italia.
La possibilità di eseguire un trapianto di cellule staminali emopoietiche è legata all’identificazione di un donatore geneticamente compatibile con il paziente. La ricerca di un donatore con queste caratteristiche viene fatta inizialmente all’interno della cerchia familiare. Tuttavia solo nel 25-30% dei casi è possibile identificare un donatore nell’ambito familiare, in tutti gli altri casi è necessario attivare la ricerca di una sorgente alternativa di cellule staminali emopoietiche nei Registri internazionali dei donatori adulti volontari o delle unità di sangue cordonale.

La donazione del sangue cordonale assume, in quest’ottica, un’importanza enorme. La raccolta del sangue cordonale è una procedura semplice che non interferisce con la normale assistenza al parto ed è senza alcun rischio per la madre e per il bambino. Le unità risultate idonee all’uso trapiantologico vengono conservate presso strutture pubbliche, denominate "banche" e inserite nei Registri internazionali ai quali ogni Centro trapianti può accedere per cercare l’unità compatibile con il paziente che ne necessita.

Il trapianto delle cellule staminali emopoietiche del sangue cordonale viene utilizzato per il trattamento delle stesse patologie nelle quali vengono utilizzate quelle da sangue midollare e/o sangue periferico (malattie tumorali del sangue come la leucemia e i linfomi, ma anche patologie non tumorali come la talassemia, l’aplasia midollare e le immunodeficienze congenite).

Per approfondire consulta le pagine Sangue da cordone ombelicale

In Italia è consentito donare il sangue del cordone ombelicale a scopo solidaristico, cioè a disposizione della collettività e non è consentita la conservazione per uso autologo cioè personale.
E' consentita la conservazione ad uso dedicato solamente in caso di alcune patologie, tra i consanguinei del nascituro, per cui è riconosciuto clinicamente valido ed appropriato l’utilizzo terapeutico di cellule staminali da sangue cordonale (decreto ministeriale18 novembre 2009 aggiornato dal decreto ministeriale 22 aprile 2014).

Prima della donazione è necessario acquisire informazioni sullo stato di salute dei due futuri genitori, in modo tale da escludere la possibilità di trasmissione di malattie infettive e/o genetiche al potenziale ricevente.

La donazione del sangue del cordone ombelicale avviene direttamente in sala parto, subito dopo il parto, sia esso spontaneo che cesareo. Quando il neonato è stato allontanato per ricevere le cure dovute, dopo la recisione del cordone e prima dell’espulsione della placenta viene raccolto il sangue che per gravità fuoriesce dalla vena stessa. La raccolta del sangue cordonale è una manovra semplice e non comporta nessun rischio né per la madre né per il neonato

In Italia, come sancito dall'Accordo Stato-Regioni 20/04/2011, in tutti i punti nascita dove si effettua la raccolta del sangue del cordone ombelicale, la legatura o clampaggio del cordone ombelicale non viene effettuata prima dei 60 secondi dalla nascita; la raccolta non interferisce in alcun modo con l'assistenza alla madre e al neonato durante il parto. Tali tempistiche, che sono prassi consolidata nei punti nascita italiani, seguono perfettamente le indicazioni dell’OMS.

Dove si dona

La raccolta può essere fatta presso punti nascita, pubblici o privati, convenzionati, che abbiano preso accordi con la banca territoriale di riferimento per la formazione del personale e l’organizzazione del trasporto in condizioni di assoluta sterilità. Ciò consente di garantire l’uniformità di prodotto, testato su alti livelli di qualità, efficienza ed efficacia.

In Italia la rete è attualmente composta da 18 banche pubbliche, cui fanno capo oltre 300 punti nascita. Tutte le banche della rete nazionale, denominata Italian Cord Blood Network (ITCBN) e coordinata dal Centro nazionale sangue (CNS) in collaborazione con il Centro nazionale trapianti (CNT), svolgono la propria attività in conformità a standard nazionali, derivanti da direttive europee ed internazionali, periodicamente verificati dalle Autorità competenti regionali in collaborazione con il CNS e il CNT.

Per approfondire consulta le pagine:

 

Il sangue cordonale, raccolto immediatamente dopo il parto e dopo consenso della mamma, permette di utilizzare in modo appropriato un prodotto biologico prezioso che, altrimenti, andrebbe perso. La possibilità di effettuare trapianti con tale risorsa ha indotto molte nazioni a costituire vere e proprie banche dove conservare le unità di sangue cordonale donate.

Il numero di banche è aumentato in questi ultimi anni molto rapidamente. Negli Stati Uniti e in Europa sono stati criopreservati, e al momento sono disponibili all’uso trapiantologico, più di 600mila campioni in oltre 100 banche.

Per banking si intende un complesso processo che va dalla raccolta, alla conservazione e alla distribuzione del sangue cordonale. L’unità cordonale una volta giunta in banca viene sottoposta ad una serie di controlli quantitativi e qualitativi per stabilire la sua idoneità all’uso trapiantologico.

Le unità, per essere considerate idonee al bancaggio, devono possedere una serie di caratteristiche qualitative e quantitative, definite sulla base di standard nazionali e internazionali, a tutela della qualità e della sicurezza del sistema donatore/ricevente.

In seguito a questa valutazione l’unità può essere sottoposta a congelamento e trasferita in contenitori per la conservazione a bassissime temperature (inferiore a -150°C).

I dati genetici delle unità vengono inserite nel Registro italiano donatori di midollo osseo (IBMDR), con sede presso l’Ospedale Galliera di Genova e di conseguenza resi visibili ai Centri Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche di tutto il mondo.

Nel caso in cui un’unità cordonale risulti idonea, in base alla compatibilità genetica ed ad altri parametri, con un paziente ricoverato in Italia o all’estero, la banca dopo ulteriori controlli di qualità sulle cellule congelate, invia la stessa unità al Centro richiedente per il successivo trapianto.

Per approfondire consulta la pagina: le banche di sangue cordonale


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Le informazioni pubblicate in "La nostra salute" non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Data di pubblicazione: 3 aprile 2014, ultimo aggiornamento 11 dicembre 2018

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