L’afta epizootica è una malattia virale estremamente contagiosa che colpisce gli ungulati e porta alla formazione di caratteristiche lesioni vescicolari a carico di siti di elezione come il cavo orale, mammella e piedi. Tutti gli ungulati domestici sono suscettibili, inclusi bovini, suini, pecore, capre e bufali. Sono inoltre suscettibili tutti gli ungulati selvatici (cervi, antilopi, elefanti, camelidi…).
Considerata la sua rilevanza, l’Afta epizootica è inserita tra le principali cinque malattie a immediata applicazione di misure di prevenzione e eradicazione secondo il Regolamento(UE) n.2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio.
Tale malattia è caratterizzata da una elevata morbilità, che può raggiungere anche il 100%, mentre la mortalità è in genere contenuta nei soggetti adulti. Negli animali giovani può portare a fenomeni di mortalità improvvisa, legata soprattutto a casi di miocardite.
La trasmissione può avvenire attraverso il contatto diretto tra animali infetti e quelli suscettibili, il contatto diretto di animali sensibili con oggetti inanimati contaminati (mani, scarpe, abbigliamento, mezzi di trasporto…), il consumo, in particolar modo per la specie suina, di rifiuti di cucina contaminati non trattati, l’ingestione di latte contaminato (vitelli), l’inseminazione artificiale con seme contaminato, l’inalazione di aerosol infetto, attraverso il vento che, in determinate condizioni meteorologiche, è in grado di trasportare il virus a notevole distanza.
Caratteristiche di resistenza del virus:
L’agente eziologico è un virus della famiglia Picornaviridae, genere Aphtovirus.
Esistono in natura 7 diversi tipi di virus aftosi:
Questi sierotipi sono a loro volta caratterizzati dalla presenza di molteplici topotipi e lineaggi.
Quando animali delle specie sensibili vengono messi a contatto con animali infetti, la trasmissione si verifica piuttosto rapidamente e negli animali esposti la sintomatologia clinica viene solitamente messa in evidenza in 3-5 giorni nei bovini ed in 4-9 giorni nei suini.
La malattia si trasmette per contatto diretto ed indiretto e l’infezione si può instaurare attraverso la via respiratoria (più comune nei ruminanti) o quella digerente (più comune nei suini).
Bovini:
durante la viremia si osservano sintomi di carattere generale come:
In un paio di giorni iniziano le manifestazioni eruttive tipiche, che si evidenziano principalmente a livello di tre sedi elettive:
C’è ipersalivazione con saliva vischiosa, accompagnata da movimenti anormali delle labbra e della lingua, che provocano un rumore caratteristico “di suzione” o “di bacio”. Le vescicole sono presenti sulla lingua, sulla faccia interna delle labbra, sulle gengive, sul palato, sulla parte interna delle guance, a volte possono essere interessate anche la parte esterna delle labbra, il musello, le palpebre, la base delle corna e le orecchie. Le lesioni vescicolari sono presenti anche sulla cute della mammella, sul cercine coronario, nello spazio interdigitale. Quando le vescicole si rompono rimane al loro posto un’area erosa.
La localizzazione mammaria del virus può determinare micromastite.
Il virus,inoltre è in grado di colpire anche diversi organi, dando luogo a forme atipiche della malattia. Fra queste di rilievo la forma cardiaca, in grado di causare morte improvvisa, soprattutto negli animali giovani.
Suini:
il decorso e le manifestazioni cliniche sono simili a quelle dei bovini. Le lesioni vescicolari sono più frequenti sul grugno ed ai piedi. Le lesioni ai piedi possono essere così gravi da portare alla perdita degli unghielli e degli unghioni e la zoppia spesso costituisce il primo e più evidente sintomo.
Ovi-caprini:
la malattia assomiglia a quella dei bovini, sono abbastanza frequenti però le forme asintomatiche. Le lesioni buccali sono rare nella pecora e quando sono presenti assumono l’aspetto di aree erosive.
Avviene tramite diversi esami di laboratorio (ELISA, fissazione del complemento, RT-PCR, sieroneutralizzazione virale, probang test …) su epitelio di vescicole integre (prelevando anche il contenuto liquido), epitelio di vescicole aperte, sangue, fluido oro-faringeo e/o saliva, cuore.
Per maggiori informazioni sull’argomento è possibile consultare il sito del Centro di referenza nazionale CERVES.
Nella UE vige il divieto di vaccinazione ai fini profilattici dal 1990, pur ricordando che sussiste la possibilità di ricorrere alla vaccinazione d’urgenza in caso insorgano focolai e dopo una valutazione della situazione che tenga conto di svariati fattori (vedi tabella).
La UE mantiene una “banca di antigeni concentrati” da utilizzare per una rapida la formulazione del vaccino in caso di emergenza.
Fattori pro o contro la vaccinazione d’urgenza
Criteri | Decisione | |
A favore della vaccinazione | Contro la vaccinazione | |
Densità della popolazione di animali sensibili | Elevata | Bassa |
Specie prevalenti clinicamente affette | Suini | Ruminanti |
Movimenti di animali o di prodotti potenzialmente infetti in uscita dalla zona di protezione | Elementi di prova | Nessun elemento di prova |
Probabilità di diffusione del virus per via aerea dalle aziende infette | Elevata | Bassa o assente |
Vaccino idoneo | Disponibile | Non disponibile |
Origine dei focolai (rintracciabilità) | Sconosciuta | Nota |
Curva di incidenza dei focolai | Fortemente ascendente | Stabile o leggermente ascendente |
Diffusione dei focolai | Estesa | Limitata |
Reazione pubblica alla politica di abbattimento | Forte | Moderata |
Accettazione della regionalizzazione dopo la vaccinazione | Sì | No |
Gli ultimi casi riscontrati sul nostro territorio, probabilmente legati all'importazione di bovini dalla Croazia, risalgono al 1993. Presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna è attivo il Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Vescicolari (CERVES)/Centro di Referenza FAO.
In UE la malattia si è ripresentata a Gennaio 2025 in Germania dopo circa 14 anni di assenza (ultimo focolaio in Bulgaria nel 2011), interessando un piccolo allevamento con 14 bufale in un sobborgo posto in stretta vicinanza alla città di Berlino. Le analisi di laboratorio hanno stabilito che il ceppo circolante appartiene al sierotipo O, ed al lineaggio riscontrato per la prima volta in India nel 2018, poi in altri Paesi dell’ Asia (Sri Lanka nel 2019), Bangladesh nel 2021 e Nepal nel 2022). Al di fuori del continente asiatico, questo lineaggio è stato rilevato negli Emirati Arabi Uniti (2021), in Oman (2022), in Iran (2023), in Palestina (2024) e per ultimo in Turchia nel 2024.
Prendendo in considerazione tutti i 7 sierotipi circolanti la situazione epidemiologica fuori dall’ UE è in continua evoluzione ed attualmente la malattia è presente a livello mondiale in America meridionale, Africa, Medio Oriente e Asia.
Per conoscere gli ultimi aggiornamenti è possibile consultare i report trimestrali pubblicati sul sito del World Reference Laboratory for Foot-and-Mouth Disease (WRLFMD), e creati in collaborazione con WOAH e FAO.
Criteri | Decisione | |
---|---|---|
A favore della vaccinazione | Contro la vaccinazione | |
Densità della popolazione di animali sensibili | Elevata | Bassa |
Specie prevalenti clinicamente affette | Suini | Ruminanti |
Movimenti di animali o di prodotti potenzialmente infetti in uscita dalla zona di protezione | Elementi di prova | Nessun elemento di prova |
Probabilità di diffusione del virus per via aerea dalle aziende infette | Elevata | Bassa o assente |
Vaccino idoneo | Disponibile | Non disponibile |
Origine dei focolai (rintracciabilità) | Sconosciuta | Nota |
Curva di incidenza dei focolai | Fortemente ascendente | Stabile o leggermente ascendente |
Diffusione dei focolai | Estesa | Limitata |
Reazione pubblica alla politica di abbattimento | Forte | Moderata |
Accettazione della regionalizzazione dopo la vaccinazione | Sì | No |
Il manuale operativo in vigore rappresenta un’appendice del piano di emergenza nazionale per le emergenze di tipo epidemico.
Descrive le istruzioni e le procedure operative da attuare in caso di comparsa dell’afta epizootica, per il suo controllo e la sua eradicazione.
Consulta il manuale operativo
Le persone che sono state a contatto con animali infetti possono albergare il virus per 36-48 ore nelle cavità nasali o nella gola e per questo motivo si consiglia, per motivi di sicurezza, a chi è stato a contatto con un focolaio di malattia di astenersi per 5 giorni dall’avere contatti con altre aziende. In questo periodo il virus potrebbe infatti essere espulso con i colpi di tosse, starnutendo, parlando, respirando e con la saliva.
Data di ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2025