La malattia di West Nile o West Nile Disease (WND) è causata da un virus a RNA appartenente alla famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, denominato West Nile Virus (WNV).
Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda dal sangue di una donna con sintomatologia febbrile, proveniente dal distretto di West Nile (da cui il nome West Nile disease). Attualmente WNV è diffuso in Africa, Medio Oriente, Nord America, Asia Occidentale ed Europa, dove è stato segnalato a partire dal 1958.
Il WNV è mantenuto in natura da un ciclo primario di trasmissione zanzara-uccello-zanzara (ciclo endemico): le zanzare ornitofile adulte (vettori) si infettano pungendo uccelli viremici (ospiti amplificatori o serbatoio). Il WNV, una volta ingerito, è in grado di diffondere nell'organismo della zanzara, dove si moltiplica localizzandosi a livello delle ghiandole salivari per poi essere trasmesso ad un altro uccello.
Il ciclo secondario (ciclo epidemico) si manifesta quando le zanzare adulte, chiamate vettori ponte, sono capaci di trasmettere il virus ad ospiti accidentali, come il cavallo e l'essere umano, che entrano quindi nel ciclo di trasmissione e sono interessati dall'infezione. I vettori del WNV sono zanzare del genere Culex di specie modestus e specie pipiens.
L'essere umano, gli equidi e altri mammiferi sono considerati ospiti accidentali a fondo cieco: in questi ospiti il virus non raggiunge nel torrente circolatorio concentrazioni sufficientemente elevate da infettare i vettori e, pertanto, il ciclo di trasmissione non riesce a perpetuarsi.
Tuttavia, per quanto riguarda l’essere umano, altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono i trapianti di organo, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.
L’infezione da West Nile disease spesso decorre senza sintomi clinici apprezzabili, tuttavia in una piccola percentuale dei soggetti infetti può evocare una sintomatologia neurologica poco specifica. I criteri diagnostici quindi devono combinare alla valutazione clinica specifici test di laboratorio.
La conferma di WND può essere fatta direttamente, rilevando la presenza del virus nel sangue o negli organi bersaglio, o indirettamente, attraverso l’uso di test sierologici per la ricerca di anticorpi specifici.
Per la diagnosi di laboratorio diretta, le tecniche utilizzabili sono:
I test utilizzati per la messa in evidenza di anticorpi specifici nei confronti del West Nile virus sono:
In campo veterinario tutti i campioni animali risultati positivi al virus West Nile provenienti da altri Istituti Zooprofilattici o da altri laboratori vengono inviati al Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche degli animali (CESME) per la conferma di positività.
Per quanto riguarda la specie equina, è disponibile in commercio un vaccino a richiamo annuale e dove non sia possibile vaccinare, si raccomanda l’utilizzo di insetto-repellenti cutanei e la disinfestazione periodica degli ambienti dove sono stabulati gli animali. Al momento non esiste invece un vaccino per proteggere l’essere umano.
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.
Il metodo preventivo più efficace per tutelare l’essere umano consiste nell’evitare le punture di zanzara, tramite l’uso di repellenti cutanei e soggiornando quanto più possibile in ambienti protetti da zanzariere e/o provvisti di diffusori di insetticidi ad uso domestico.
Le persone dovrebbero inoltre collaborare attivamente alle misure di controllo delle zanzare, impedendo che queste possano riprodursi. Per fare ciò è necessario mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua, introdurre pesci in vasche e fontane, chiudere con coperchi o coprire con teli i bidoni e i recipienti che non possono essere spostati, svuotare i sottovasi ed altri recipienti almeno una volta alla settimana.
Per i dati epidemiologici sulla sorveglianza dei casi umani di infezione da West Nile Virus consulta i bollettini settimanali.
Per l'andamento del'epidemia negli ultimi anni consulta la Dashboard dell’ISS.
Per le indicazioni per i donatori di sangue e Cse consulta la pagina dedicata del Centro Nazionale Sangue.
Per le attività di sorveglianza veterinari consulta le Linee Guida e procedura per la programmazione e lo svolgimento delle attività veterinarie di prevenzione sorveglianza e controllo dei virus West Nile e Usutu.
Il Italia il primo focolaio di West Nile Disease (WND) risale all’estate del 1998 con il riscontro di alcuni casi clinicamente accertati nei cavalli stabulati nell’area circostante il Padule di Fucecchio, in Toscana. A seguito di tale evento, il Ministero della salute ha attivato dal 2002 il Piano nazionale di sorveglianza per la WND con l’obiettivo di monitorare l’introduzione e la circolazione del virus su tutto il territorio nazionale.
A distanza di 10 anni dalla prima notifica, la WND è ricomparsa in Italia nell'agosto 2008 nell’area del delta del Po. Il ceppo del 2008, come quello del 1998, non ha causato letalità significativa nei volatili, ma, al contrario di quanto avvenne in Toscana, per la prima volta nel nostro Paese, l’infezione è stata in grado di provocare sintomatologia clinica non solo negli equidi ma anche nell’uomo.
Le attività di sorveglianza consentono di verificare la circolazione del virus West Nile in Italia e a partire dal 2008, ogni anno si hanno segnalazioni della presenza del virus in persone, animali e zanzare in diversi territori italiani.
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Dal 2020 è in vigore il Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, che ha sostituto i Piani annuali elaborati dalla Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, di concerto con la Direzione Generale della prevenzione sanitaria. Il Capitolo 3 del PNA è dedicato ai virus West Nile e Usutu. L’obiettivo generale della sorveglianza integrata per WNV e USUV è il rilevamento precoce della circolazione dei virus sul territorio nazionale durante la stagione di attività dei vettori, testando zanzare, uccelli, cavalli ed essere umano, al fine di ridurre il rischio di trasmissione a quest’ultimo.
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Il metodo preventivo più efficace per tutelare l’essere umano consiste nell’evitare le punture di zanzara, tramite l’uso di repellenti cutanei e soggiornando quanto più possibile in ambienti protetti da zanzariere e/o provvisti di diffusori di insetticidi ad uso domestico.
Per evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente, aumentando il rischio di trasmissione del virus, si consiglia per esempio di:
Fondamentale è inoltre sia la corretta gestione del territorio e degli ambienti di vita, sia l'attuazione di misure locali di contrasto ai vettori così come previsto dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025.
Per quanto riguarda la specie equina è disponibile la vaccinazione. Qualora non sia possibile vaccinare, si raccomanda sempre l’utilizzo di insetto-repellenti cutanei e la disinfestazione periodica degli ambienti dove sono stabulati gli animali.
Data di ultimo aggiornamento: 6 giugno 2024