Le rickettsiosi sono un gruppo di malattie infettive ampiamente distribuite in tutto il mondo, causate da una varietà di batteri intracellulari obbligati del genere Rickettsia.
Le specie batteriche e le malattie cliniche umane associate variano a seconda delle località geografiche.
La maggior parte delle Rickettsiosi sono trasmesse principalmente dalle zecche, ma anche da pulci, pidocchi e acari.
Possono essere classificate in due gruppi principali:
Negli ultimi anni sono state identificate molte nuove specie di Rickettsiae patogene.
Delle rickettiosi trasmesse da zecca fanno parte infezioni quali:
La rickettiosi tradizionalmente più diffusa in Europa è la Febbre bottonosa del Mediterraneo, una malattia infettiva causata da R. conorii, e trasmessa all’uomo soprattutto da zecche della famiglia delle Ixodidae (zecche dure o brune) in particolare Rhipicephalus sanguineus, che prediligono, quali ospiti, i cani ma possono infestare anche altri animali domestici e selvatici (conigli, lepri, ovini, caprini e bovini).
Per approfondire
Le zecche acquisiscono le rickettie pungendo animali domestici o selvatici infetti e restano a loro volta infette per tutto il ciclo vitale e capaci di trasmettere i patogeni anche alla generazione di zecche successiva (trasmissione da zecca adulta a uovo).
La trasmissione di R. conorii conorii all'uomo avviene occasionalmente attraverso il morso di zecche infette, che raggiungono l’habitat umano attraverso le popolazioni di animali infetti, soprattutto il cane.
La trasmissione dell’infezione non avviene direttamente da persona a persona.
La malattia inizia dopo un periodo di incubazione di circa 5-7 giorni, anche se in alcuni casi questo periodo può superare le 2 settimane. Nella forma tipica l’esordio si ha con febbre elevata e sintomi simil-influenzali come cefalea, astenia, artro-mialgie, congiuntivite. Spesso nel sito del morso di zecca, è rilevabile una piccola lesione cutanea ricoperta da escara, la così detta "tache noire" o macchia nera, che successivamente cade, lasciando il posto ad un’ulcera.
Verso il terzo o quarto giorno si osserva la comparsa di un esantema maculo-papuloso che inizia prima agli arti inferiori e poi tende a diffondersi in tutto il corpo, compresi palmi delle mani e piante dei piedi. In circa due settimane la malattia regredisce spontaneamente.
Sebbene la prognosi sia tendenzialmente sempre benigna, in alcuni casi (dall’1% al20% dei pazienti, secondo diversi studi) con precedenti patologie come cardiopatie, malattie respiratorie, diabete mellito o immunodepressione, e in età avanzata, possono aversi complicazioni a carico dell’apparato cardiocircolatorio, del Sistema nervoso centrale, a carico di reni, pancreas o complicazioni multi-organo. In un numero limitato di casi i può avere anche il decesso (meno del 3% dei casi).
La Febbre bottonosa del Mediterraneo può essere diagnosticata in base al sospetto clinico, mediante test sierologico per la ricerca di anticorpi specifici (IgM ed IgG) anti-Rickettsia conorii. In alcuni casi selezionati si può ricorrere alla ricerca dell’agente infettivo da campioni biologici quali sangue o cute.
Il trattamento della Febbre bottonosa del Mediterraneo si basa sulla somministrazione di antibiotici mirati.
La prevenzione della Febbre bottonosa del Mediterraneo si basa essenzialmente sulle azioni volte ad evitare l’esposizione ai vettori, in particolare si consiglia di:
Importante anche la prevenzione mirata alle specie canine, mediante adeguati trattamenti antiparassitari e con tecniche di profilassi del contagio, come l’isolamento e la disinfestazione ambientale, sia in ambiente urbano che rurale, soprattutto nei periodi di maggiore rischio.
Data di pubblicazione: 5 luglio 2022 , ultimo aggiornamento 5 luglio 2022