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Hansen (morbo di)

Come si trasmette

Si ritiene che la malattia venga trasmessa attraverso le goccioline emesse dal naso e dalla bocca durante contatti stretti, frequenti e prolungati per molti mesi con casi non sottoposti a trattamento terapeutico.

L’infezione non si trasmette  tramite contatto casuale con una persona malata di morbo di Hansen, come  strette di mano o abbracci, o sedersi vicini sui mezzi pubblici, durante i pasti o in altre circostanze.

Il caso smette di trasmettere la malattia all'inizio del trattamento.


Sintomi e segni

I sintomi possono manifestarsi entro un anno dall'infezione, ma possono anche manifestarsi dopo 20 anni o anche di più. La malattia si manifesta comunemente attraverso lesioni cutanee e coinvolgimento dei nervi periferici.

La lesione cutanea solitamente ha una pigmentazione diversa rispetto alla pelle normale circostante (meno pigmentata o rossastra) e può avere varie presentazioni (piatta, sollevata o noduli). La lesione cutanea può essere singola o multipla con una perdita di sensibilità definita.

La lebbra è una malattia molto variabile, che colpisce le persone in modi diversi, a seconda della loro risposta immunitaria.

Diagnosi

La diagnosi della lebbra viene fatta clinicamente. Nei casi difficili da diagnosticare, potrebbero essere necessari esami di laboratorio.

La lebbra viene diagnosticata rilevando almeno uno dei seguenti segni:

(i) perdita netta di sensibilità in una macchia cutanea più chiara (ipopigmentata) o rossastra;

(ii) nervo periferico ispessito o ingrossato, con perdita di sensibilità e/o debolezza dei muscoli innervati da quel nervo;

(iii) rilevamento microscopico di bacilli in uno striscio cutaneo prelevato.

Sulla base di quanto sopra, ai fini del trattamento, i casi di lebbra vengono classificati in due tipologie: caso paucibacillare (PB) e caso multibacillare (MB).

Caso PB: un caso di lebbra con 1–5 lesioni cutanee, senza presenza dimostrata di bacilli in uno striscio cutaneo.

Caso MB: un caso di lebbra con più di cinque lesioni cutanee; o con coinvolgimento dei nervi (neurite pura o un numero qualsiasi di lesioni cutanee e neurite); o con la presenza dimostrata di bacilli in uno striscio cutaneo prelevato, indipendentemente dal numero di lesioni cutanee.

 

Terapia

Il protocollo terapeutico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede una combinazione di 3 antibiotici: rifampicina e dapsone per tutti i pazienti, mentre la clofazimina va aggiunta nelle forme multibacillari (lebbra lepromatosa) della malattia.

Una volta iniziato il trattamento, la persona non è più contagiosa. Tuttavia è molto importante completare l’intero corso del trattamento seguendo le indicazioni mediche per guarire completamente.

Il trattamento generalmente dura 1 o 2 anni.

È importante che le persone in trattamento per morbo di Hansen:

  • informino il loro medico in caso di intorpidimento o perdita di sensibilità in certe parti del corpo o in chiazze sulla pelle. Questi sintomi possono essere causati dai danni neurali provocati dall’infezione. In caso di intorpidimento o perdita di sensibilità si raccomanda di fare molta attenzione a prevenire qualsiasi lesione, quali bruciature o tagli;
  • prendano i farmaci che sono stati loro prescritti finché il medico informa che il trattamento è stato completato. Se si interrompe il trattamento prima di completarlo, il battere che causa il morbo di Hansen può iniziare nuovamente a svilupparsi ed è possibile una recrudescenza della malattia;
  • informino il loro medico se le lesioni cutanee si arrossano e diventano dolorose, se i nervi diventano infiammati e dolorosi, o se compare la febbre, poiché questi sintomi possono significare complicazioni che richiedono un trattamento più intensivo utilizzando anche altri farmaci che riducano l’infiammazione.

Prevenzione

Il rilevamento dei casi e il trattamento con MDT da soli si sono dimostrati insufficienti per interrompere la trasmissione.

L'OMS raccomanda il tracciamento dei contatti (contatti familiari e sociali), accompagnato dalla somministrazione di una singola dose di rifampicina come profilassi post-esposizione (SDR-PEP).


Data di pubblicazione: 22 ottobre 2014 , ultimo aggiornamento 19 marzo 2025



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