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FAQ - Zecche, come proteggersi

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Le zecche, come gli acari, appartengono alla classe degli Aracnidi. Sono dei parassiti ematofagi obbligati, cioè devono succhiare sangue per vivere e riprodursi. Il ciclo di sviluppo parte dall’uovo, da cui fuoriesce una larva con 6 zampe, che dopo il primo pasto di sangue muta in una ninfa, più grande e con le definitive 8 zampe.

Le zecche possono trasmettere alle persone agenti patogeni responsabili di diverse malattie quali rickettsiosi (febbre bottonosa del Mediterraneo), encefalite virale da zecche (TBE, Tick Borne Encephalitis), borreliosi di Lyme e la febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF). Si tratta di zoonosi, cioè di malattie veicolate dal morso o dalla puntura della zecca.

La TBE (Tick Borne Encephalitis), encefalite da zecche, è una infezione acuta grave del sistema nervoso centrale causata da un Flavivirus. Circa due terzi delle infezioni umane da virus TBE sono asintomatiche. Nei casi clinici, la TBE ha spesso un decorso a due fasi: una prima fase (dura circa 5 giorni) con sintomi aspecifici (febbre, affaticamento, cefalea, mialgia, nausea), seguita da un intervallo asintomatico di sette giorni e una successiva seconda fase sintomatica con interessamento del sistema nervoso centrale (meningite, meningoencefalite, mielite, paralisi, radicolite). Sono possibili conseguenze neurologiche a lungo termine e anche la morte. Oltre che dal morso di una zecca infetta, può essere causata occasionalmente dal consumo di latticini non pastorizzati.

È un’infezione causata da batteri del genere rickettsia trasmessi da varie specie di zecche dure, soprattutto da Rhipicephalus sanguineus un parassita abituale dei cani e di altri animali domestici e selvatici come bovini, ovini, caprini, conigli e lepri.
Si presenta come una malattia acuta febbrile con diversi gradi di severità. All’esordio dei sintomi, nella sede del morso di zecca, può essere presente la manifestazione cutanea tipica della malattia, ovvero una lesione ulcero-necrotica di alcuni millimetri di diametro, nota anche come “tache noire”.
Durante la prima settimana di malattia può, inoltre, essere presente un eritema generalizzato di tipo maculo-papuloso.
La febbre bottonosa del Mediterraneo generalmente regredisce in pochi giorni con un’adeguata terapia, ma se non trattata può causare forme letali, soprattutto in soggetti anziani o con ridotte difese immunitarie.
In Italia la malattia è endemica, come in altri paesi mediterranei e nord-africani dove, in molti di questi, negli ultimi anni, si è assistito a un aumento dei casi. Un’adeguata azione preventiva nei confronti delle rickettsiosi può consistere nell’effettuare adeguati trattamenti antiparassitari sugli animali, in particolare su quelli domestici, con tecniche di profilassi del contagio come l'isolamento e la disinfestazione ambientale.

È un’infezione di origine batterica causata da batteri del genere Borrelia (Borrelia burgdorferi sensu lato) che può colpire diversi tessuti. Nella fase precoce di malattia, successivamente al morso di zecca compare un'eruzione cutanea rossa (chiamata eritema migrante) che si diffonde ad anello dal sito del morso. Entro qualche settimana fino a qualche mese dopo l’infezione i pazienti possono sviluppare disturbi neurologici, osteoarticolari, cardiaci e cutanei. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare. I casi rari di cronicizzazione possono evolvere in alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico. Le zecche che la trasmettono la malattia prediligono un ambiente relativamente umido e freddo (come i pascoli e i boschi). Roditori selvatici e altri mammiferi e uccelli fungono da serbatoio delle forme immature delle zecche (larve e ninfe), mentre cervi, cavalli e altri mammiferi di grandi dimensioni rappresentano gli ospiti più comuni delle femmine di zecche adulte.

È una delle arbovirosi più diffuse al mondo, presente in varie parti di Africa, Asia, Est Europa. È una febbre emorragica provocata da un virus del genere Nairovirus che si trasmette per lo più attraverso la puntura di zecche infette e può provocare gravi epidemie, con tassi di mortalità dal 10 al 40%. Il virus che causa questa malattia circola in natura tra zecche e svariate specie domestiche e selvatiche. Negli animali il virus è spesso asintomatico mentre nell’uomo la malattia è spesso grave.

In Italia, le zecche a cui prestare particolare attenzione sono due:

  1. la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus)
  2. la zecca dei boschi (Ixodes ricinus)


La zecca del cane è ampiamente diffusa soprattutto in aree urbane e periurbane, come parchi e giardini. È più attiva in estate e può superare periodi di siccità. La zecca dei boschi vive prevalentemente nel sottobosco umido e nei prati erbosi, tuttavia può essere presente anche nelle aree verdi dentro e in prossimità dei centri urbani.

La diffusione delle malattie trasmesse da vettori dipende dall’interazione di tre principali attori: l’agente patogeno, il vettore (la zecca), e gli animali su cui il vettore si nutre e/o che fungono da serbatoio dell’agente patogeno. Gli equilibri tra le diverse specie animali e tra queste e i vettori sono strettamente dipendenti dai loro habitat naturali, molto sensibili ai cambiamenti climatici. Fenomeni quali modifiche della temperatura e della piovosità possono quindi influire sulla distribuzione geografica, sulla sopravvivenza e sul periodo di attività delle zecche.

Per prevenire le infezioni portate dalle zecche è importante proteggersi dal loro morso, soprattutto in caso si percorra un sentiero, si faccia trekking o una gita tra i boschi o in montagna. Ecco alcune raccomandazioni:

  1. fai attenzione all’abbigliamento: scarpe chiuse (meglio stivali) o ghette, maglia a maniche lunghe e infilata dentro i pantaloni, pantaloni lunghi con le estremità infilate dentro i calzini/calzettoni, cappello o copricapo
  2. indossa abiti di colore chiaro (rendono più facile l’individuazione delle zecche)
  3. non indossare abiti legati alla vita
  4. eventualmente utilizza sulla pelle e sugli abiti repellenti per insetti (N-dietiltoluamide - DEET, icaridina - KBR 3023) seguendo attentamente le indicazioni riportate in etichetta
  5. cammina al centro dei sentieri, evitando di strusciare contro la vegetazione lungo i margini, non addentrarti nelle zone in cui l’erba è alta, non sederti direttamente sull’erba
  6. non lasciare zaini o accessori direttamente sul suolo e scuoti eventuali panni (coperte, tovaglie) che siano stati stesi sull’erba, prima di tornare a casa
  7. spazzola gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni
  8. tratta gli animali domestici (cani) con prodotti repellenti contro i parassiti esterni (collari, spot-on) e ispeziona periodicamente il tuo animale, in particolare al rientro dalle passeggiate (nel cane le zecche si localizzano di preferenza sul muso, sul bordo e all’interno del padiglione auricolare, alle ascelle, all’inguine e sull’addome)
  9. ricordati che, nonostante le zecche siano presenti e attive in determinati periodi stagionali e in aree definite, non si può escludere la loro presenza anche in contesti non usuali
  10. al termine del soggiorno all’aperto, effettua un attento esame visivo e tattile della pelle di tutto il corpo e degli indumenti, con particolare attenzione ad ascelle, inguine, gambe, ombelico, collo e testa

Nel caso rinvenissi una o più zecche sul corpo:

  1. rimuovi le zecche eventualmente presenti utilizzando pinzette a punta fine, possibilmente ricurva o altri specifici strumenti in plastica, attualmente in commercio, afferrando la zecca il più vicino possibile alla cute tirando delicatamente verso l’alto e ruotando leggermente, evitando di schiacciarle il corpo o di lasciare frammenti della zecca nella cute
  2. disinfetta la ferita applicando un prodotto antisettico
  3. rivolgiti al tuo medico se avverti malessere o noti reazioni cutanee inusuali dopo il morso della zecca.

Per quanto riguarda l’encefalite da zecca (TBE), è disponibile il vaccino: qualora si viva o si vada, per attività all’aperto quali ad esempio il trekking o il campeggio, in zone a rischio, è indicato rivolgersi al proprio medico per valutare la vaccinazione contro la TBE.


Fonte:


Data di ultimo aggiornamento: 1 giugno 2022


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