La riforma psichiatrica, attuata con la Legge 13 maggio 1978, n. 180 e ulteriormente definita con la Legge 23 dicembre 1978, n. 833 "Istituzione del servizio sanitario nazionale", ha sancito sul piano giuridico i cambiamenti intervenuti nell'approccio alla malattia mentale, a seguito delle acquisizioni scientifiche sia nel campo della comprensione psicodinamica, sia nel campo della psicobiologia con la messa a punto di psicofarmaci ad azione sempre più mirata.
Tali acquisizioni hanno modificato in misura determinante le categorie diagnostiche e l'evoluzione stessa dei vari quadri clinici, con un notevole incremento della recuperabilità sociale, attraverso specifici interventi di riabilitazione. Si può affermare che la legge di riforma perseguiva tre obiettivi fondamentali:
Gli anni successivi alla riforma, tuttavia, sono stati caratterizzati da una carente azione di indirizzo, specialmente nel settore dell’organizzazione dei servizi. Carenza in parte dovuta alle più generali difficoltà connesse all’attuazione del Servizio Sanitario Nazionale.
L’azione di indirizzo è stata ulteriormente rafforzata dal Progetto Obiettivo "Tutela della salute mentale 1998-2000" (pdf, 122 Kb), operativamente caratterizzato da indicazioni precise sulla "missione" dei dipartimenti di salute mentale, sugli obiettivi di salute e sugli interventi che prioritariamente devono essere realizzati.
Nella progettazione delle attività volte a contrastare la diffusione dei disturbi mentali, i servizi di salute mentale, pur senza trascurare la domanda portatrice di disturbi mentali medio-lievi, devono dare, nell’arco del triennio, priorità ad interventi di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi mentali gravi, da cui possono derivare disabilità tali da compromettere l’autonomia e l’esercizio dei diritti di cittadinanza, con alto rischio di cronicizzazione e di emarginazione sociale.
Le azioni più opportune, per realizzare tali interventi, sono:
L’individuazione di obiettivi specifici da perseguire da parte dei dipartimenti di salute mentale è sorretta da indicazioni esplicite sul modello organizzativo, ma, soprattutto, da specifiche indicazioni sulla qualità dei processi assistenziali, fondata su:
Il contributo programmatico è contenuto nello schema di Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 al Cap. 5.4 - La tutela della Salute Mentale.
Il Piano è stato approvato in Conferenza Unificata il 24 gennaio 2013.
Elaborato dal Ministero della salute in collaborazione con il Gruppo tecnico Interregionale Salute Mentale (GISM) della Conferenza delle Regioni, definisce gli obiettivi di salute per la popolazione, le azioni e gli attori necessari per conseguirli, i criteri e gli indicatori di verifica e valutazione.
Il Piano nazionale della prevenzione delinea un sistema di azioni per la promozione della salute e la prevenzione, che accompagnano il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi di vita e di lavoro.
La salute mentale costituisce parte integrante della salute e del benessere generale. I primi anni di vita sono cruciali per la promozione della salute mentale e la prevenzione dei disturbi mentali, poiché fino al 50% delle patologie psichiatriche dell’adulto iniziano prima dei 14 anni d’età. Per questo il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 prevede tra i macro obiettivi stategici quello dedicato a "Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani".
Consulta la pagina Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani.
Anche il PNP 2020-2025 considera essenziale, nel contesto degli interventi volti a sviluppare e attuare programmi per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, tener conto delle persone con disturbi mentali, ma anche promuovere il benessere mentale di tutti i cittadini in tutte le fasi della vita.
Il Sistema informativo per la salute mentale, istituito con Decreto ministeriale 15 ottobre 2010, è concepito per costituire una base dati integrata, incentrata sul paziente, dalla quale rilevare informazioni obiettivo è la condivisione delle informazioni tra aziende sanitarie, regioni o provincie autonome e amministrazioni centrali. Il sistema risulta particolarmente utile ai fini del monitoraggio dell’attività dei servizi, della quantità di prestazioni erogate, nonché delle valutazioni sulle caratteristiche dell’utenza e sui pattern di trattamento, inoltre rappresenta un valido supporto alle attività gestionali dei Dipartimenti di salute mentale (DSM) per valutare il grado di efficienza e di utilizzo delle risorse.
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Il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) elabora il Rapporto sulla salute mentale che rappresenta un'analisi a livello nazionale dei dati rilevati a livello nazionale. La rilevazione costituisce la più ricca fonte di informazioni sugli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza alle persone adulte con problemi di salute mentale e alle loro famiglie. Ha lo scopo di offrire un prezioso strumento conoscitivo per la definizione e l'attuazione delle politiche sanitarie del settore della salute mentale, per gli operatori e per i cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale.
Vai alla pagina Rapporto sulla salute mentale.
La gestione dei percorsi clinici e giudiziari delle persone con problemi di salute mentale autori di reato, in applicazione di misure di sicurezza detentive e non detentive, rientra nell’ambito del più complesso e articolato percorso di riforme della sanità penitenziaria che ha portato al trasferimento delle competenze sulla materia dal Ministero della giustizia ai Servizi sanitari delle Regioni e Province Autonome.
Il processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) è stato avviato dal Decreto del Presidente del consiglio dei ministri del 1 aprile 2008 che prevedeva la loro chiusura ed il trasferimento degli “internati” in strutture sanitarie extraospedalierie regionali gestite dalle ASL. La chiusura degli OPG, anche in esito alle attività della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale, è intervenuta successivamente, con la legge n. 9 del 2012, contestualmente all’istituzione delle strutture residenziali extraospedaliere destinate esclusivamente all’esecuzione delle misure di sicurezza del ricovero in OPG o assegnazione a casa di cura e custodia.
Con il decreto Legge 31 marzo 2014 n.52, convertito con modificazioni dalla legge n. 81 del 30 maggio 2014 è stato quindi disposto che l’opzione primaria per assicurare la tutela della salute mentale e le cure delle persone sia la misura di sicurezza non detentiva attraverso la definizione di progetti terapeutici e riabilitativi individualizzati (PTRI) in ambiti assistenziali diversi, a cura dei dipartimenti di salute mentale (DSM), coerentemente con l’ordinamento del Servizio sanitario nazionale. La Legge 81/2014, inoltre, definisce come le misure di sicurezza detentive all’interno delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza siano l’extrema ratio alla quale il Giudice può ricorrere solo quando sai documentato che ogni altra misura non è idonea a rispondere ai bisogni sanitari della persona e contenerne la pericolosità sociale.
Con Accordo in Conferenza Unificata del 26.02.2015 (Rep. Atti 17/CU/2015) è stato approvato il cosiddetto “Regolamento REMS”, che prevedeva la sostituzione degli OPG con una rete residenziale sanitaria di livello regionale costituita dalle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (c.d. “REMS”), integrata dai percorsi territoriali di cura e riabilitazione gestiti dai Dipartimenti di salute mentale delle ASL.
Nel febbraio 2016, su proposta dell’allora Ministro della salute e dell’allora Ministro della Giustizia, è stato nominato un Commissario Unico per concludere il processo di superamento degli OPG in 6 Regioni commissariate. A Febbraio 2017 il Commissario ha concluso il suo lavoro presentando al Parlamento una Relazione finale. (Per approfondire consulta la relazione Superamento Ospedali Psichiatrici Giudiziari ).
Sul tema sono risultati particolarmente rilevanti gli interventi da parte del Consiglio Superiore della Magistratura del 19 aprile 2017 e del 24 settembre 2018 attraverso due delibere che hanno reso disponibili le prime dettagliate indicazioni per procedimentalizzare i contatti tra:
Le risoluzioni del CSM evidenziano inoltre l’importanza di formalizzare intese tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti, mediante la sottoscrizione di protocolli dal momento che, nei casi in cui all’AG è richiesta una valutazione che riguardi soggetti affetti da patologia psichiatrica, l’applicazione tempestiva di protocolli e, di conseguenza, l’immediato coinvolgimento dei servizi territoriali, potrebbe consentire una maggiore efficacia delle cure e un minor ricorso alla misura detentiva.
Più recentemente, il 27 gennaio 2022, la Corte Costituzionale ha emanato la sentenza n.22 (Corte costituzionale - Decisioni) che, nelle sue conclusioni, ha rilevato “l’urgente necessità di una complessiva riforma del sistema, che assicuri assieme: un’adeguata base legislativa alla nuova misura di sicurezza […]; la realizzazione e il buon funzionamento, sull’intero territorio nazionale, di un numero di REMS sufficiente a far fronte ai reali fabbisogni, nel quadro di un complessivo e altrettanto urgente potenziamento delle strutture sul territorio in grado di garantire interventi alternativi adeguati rispetto alle necessità di cura e a quelle, altrettanto imprescindibili, di tutela della collettività) […]; forme di adeguato coinvolgimento del Ministro della giustizia nell’attività di coordinamento e monitoraggio del funzionamento delle REMS esistenti e degli altri strumenti di tutela della salute mentale attivabili nel quadro della diversa misura di sicurezza della libertà vigilata, nonché nella programmazione del relativo fabbisogno finanziario, anche in vista dell’eventuale potenziamento quantitativo delle strutture esistenti o degli strumenti alternativi”.
Il 30 novembre 2022 è stato approvato, con Accordo in Conferenza Unificata, il testo aggiornato di regolamentazione del sistema delle REMS (Rep. Atti n.188) Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano - Repertorio atto n. 188/CU (statoregioni.it) che, oltre a ribadire alcuni principi fondamentali, introduce rilevanti aggiornamenti delle regolamentazioni in tema di REMS spostando il focus delle attività dalla REMS al DSM che, attraverso la complessiva rete dei servizi propri e dell'Azienda Sanitaria, garantisce risposte terapeutiche e riabilitative.
Di seguito alcuni dei punti significativi presenti nell'Accordo:
Data di pubblicazione: 9 novembre 2006 , ultimo aggiornamento 20 dicembre 2024