La riabilitazione costituisce il terzo pilastro del sistema sanitario, accanto alla prevenzione e alla cura, per il completamento delle attività volte a tutelare la salute dei cittadini.
La riabilitazione è un processo nel corso del quale si porta una persona con disabilità a raggiungere il miglior livello di autonomia possibile sul piano fisico, funzionale, sociale, intellettivo e relazionale, con la minor restrizione delle sue scelte operative, pur nei limiti della sua menomazione.
Si può fare una distinzione tra:
Secondo quanto previsto dalle Linee guida del 1998 e dal Piano di Indirizzo per la Riabilitazione del 2011, l’attività riabilitativa può essere erogata in:
Il ricovero ordinario riabilitativo è finalizzato ad assicurare un intervento terapeutico riabilitativo ai soggetti che, presentando patologie/problemi acuti di varia gravità, possono avere bisogno di accedere immediatamente a terapie e/o specifici accertamenti nell’arco delle 24 ore.
Nell’ambito degli interventi ospedalieri di riabilitazione si debbono individuare almeno 2 livelli di intensità assistenziale:
Questo tipo di intervento è destinato a persone che si trovano in condizioni cliniche molto simili a quelle che giustificano la presa in carico intensiva in regime di ricovero ordinario, con l’unica sostanziale differenza che questi pazienti non hanno bisogno di sorveglianza medica e infermieristica h24. Frequentemente, i pazienti hanno bisogno di interventi di riabilitazione intensiva multiprofessionali e afferenti ad aree specialistiche diverse, distribuiti nell’arco della giornata.
Possono usufruire dell’attività di riabilitazione ambulatoriale due tipologie di pazienti:
L’intervento domiciliare è destinato ai pazienti che risultano intrasportabili per motivi clinici: si tratta di pazienti che non possono usufruire di un trattamento ambulatoriale perché il trasporto renderebbe inefficace l’intervento stesso o sarebbe rischioso dal punto di vista sanitario.
La valutazione dei bisogni riabilitativi è effettuata dalla UVM territoriale utilizzando tutte le informazioni già disponibili (ad esempio: lettera di dimissione, cartella clinica, relazione del MMG, progetto riabilitativo di un medico specialista in riabilitazione, relazioni di altri specialisti, notizie socio-assistenziali, ecc.) anche attraverso l’uso dello strumento di valutazione multidimensionale adottato dalla Regione.
Le attività di riabilitazione svolte nelle strutture residenziali e semiresidenziali si rivolgono a pazienti in condizione clinica stabilizzata che presentano condizioni di disabilità conseguenti a patologie invalidanti e che hanno necessità di un’adeguata tutela assistenziale nelle 24 ore (regime residenziale) o per tempi minori (regime semiresidenziale).
Le strutture possono erogare trattamenti di riabilitazione intensiva o estensiva, solitamente di breve durata, oppure trattamenti socio-riabilitativi di lunga durata, destinati al recupero o al mantenimento delle abilità funzionali residue per le persone con disabilità fisiche, psichiche o sensoriali croniche o comunque stabilizzate, congiuntamente a prestazioni assistenziali e tutelari di diversa intensità.
L’accesso ai trattamenti socio-riabilitativi deve essere preceduto dalla valutazione multidimensionale dei bisogni riabilitativi e assistenziali del paziente, effettuata da parte dell’UVM mediante l’uso dello strumento di valutazione adottato dalla Regione, e autorizzato dall’Azienda sanitaria di residenza.
Il programma riabilitativo sarà prevalentemente orientato al miglioramento, al mantenimento o al recupero delle attività fondamentali della vita quotidiana e al miglioramento delle funzioni sensoriali, motorie, cognitive, neurologiche e psichiche, attraverso interventi psico-educativi, socio-educativi e di supporto alle autonomie e alle attività della vita quotidiana, svolti anche in laboratori o centri occupazionali.
Data di ultimo aggiornamento 30 gennaio 2019