Data di pubblicazione: 30 novembre 2020
FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 5c. Ulteriori elementi di analisi
I dati sui campionamenti per la ricerca di agenti zoonotici, relativi al "Questionario EFSA sulle zoonosi in applicazione della Direttiva 2003/99”, sono stati trasmessi dalle Autorità Competenti mediante il sistema informativo (SINZOO).
I campionamenti per la ricerca di agenti zoonotici riguardano diverse strutture coinvolte nella produzione, lavorazione, conservazione o distribuzione di alimenti: dagli impianti di macellazione, alle mense, catering, ristoranti, laboratori di trasformazione, negozi al dettaglio, incluse le celle frigorifere. Sono state esaminate differenti matrici alimentari, quali carne, pesce, latte, uova ed alcuni loro derivati.
Di seguito, si riportano i dati per singola zoonosi relativi all’anno 2019. Si segnala che la scelta delle matrici alimentari è strettamente connessa all’agente zoonotico e che i dati in questione riguardano esclusivamente il controllo ufficiale.
I dati disponibili sono relativi a:
Per il dettaglio si rimanda al documento allegato “Flusso alimenti 2019”
La relazione zoonosi 2020 fa riferimento ai dati inseriti dalle Autorità competenti per i controlli (cosiddette “figure autorizzate”) relativi all’anno passato (2019). Essa è stata prodotta dalla DGISAN in collaborazione con la DGSAF - Ufficio 3 (Reporting Officer) tramite l’apposito sistema informativo istituito, per conto del Ministero della Salute, presso l’IZS di Teramo (il COVEPI - Centro di Referenza Nazionale per l'Epidemiologia Veterinaria, la Programmazione, l'Informazione e l'Analisi del Rischio - e il CED - Centro Elaborazione Dati - hanno collaborato alla realizzazione della rendicontazione).
Dal punto di vista epidemiologico, si conferma il trend epidemiologico degli anni precedenti.
L'attività svolta in Italia
A livello nazionale, il Ministero della Salute, ha realizzato un sistema informativo (SINZOO), presso l’istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, strutturato conformemente allo scadenzario definito dall’EFSA per le relazioni sulle zoonosi, nel quale, periodicamente, devono essere inseriti e validati, da parte delle figure autorizzate (AA.SS.LL., Istituti Zooprofilattici, Regioni e Province autonome), i dati richiesti per tutte le aree (alimenti, mangimi, animali). Il sistema informativo nazionale delle zoonosi (SINZOO) è un database funzionale alla sorveglianza e al controllo delle zoonosi e degli agenti zoonosici. Esso produce le informazioni utili per le rendicontazioni all’EFSA (Dir. 2003/99/CE), raccogliendo gli esiti degli esami diagnostici effettuati su Mangimi, Animali ed Alimenti. Come già indicato nella sezione alimenti, la relazione zoonosi 2020 fa riferimento ai dati inseriti dalle Autorità competenti per i controlli relativi all’anno 2019 ed è stata elaborata dalla DGISAN in collaborazione con la DGSAF tramite il citato sistema informativo, confermando , da un punto di vista epidemiologico, il trend degli anni precedenti.
Flussi di notifica e dati del riscontro di zoonosi nell'uomo, tratti dal Sistema Nazionale di Notifica delle Malattie Infettive
Flussi di notifica e dati del riscontro di zoonosi di origine alimentare nell'uomo, tratti dal Sistema Nazionale di Notifica delle Malattie Infettive
In Italia le principali malattie a trasmissione alimentare (MTA), sono sottoposte a notifica obbligatoria ai sensi del Decreto Ministeriale 15 dicembre 1990. Il flusso di notifica è distinto per i casi sporadici (classe II) e focolai epidemici (classe IV). Il predetto flusso informativo consente l’invio dei dati agli organismi internazionali (OMS, OIE, ECDC, EFSA) in ottemperanza alla normativa vigente.
In particolare la direttiva n. 2003/99/CE e il relativo D.L. vo di recepimento n. 191/2006, dispone l’invio dei dati di sorveglianza dei Focolai di tossinfezione alimentare da parte dei paesi membri.
Secondo quanto disposto dal DM 15/12/90, i casi umani di botulismo e di trichinellosi sono soggetti a notifica obbligatoria secondo le modalità previste per le malattie di classe I per le quali si richiede la segnalazione da parte del medico entro 12 ore dal semplice sospetto. Le altre malattie di origine alimentare ed i casi di tossinfezioni alimentare sono segnalati in classe II, poiché malattie rilevanti e passibili di interventi di controllo. I focolai epidemici di tossinfezione alimentare vengono, invece, notificati in classe IV; alla segnalazione del singolo caso da parte del medico deve seguire la segnalazione dell'unità sanitaria territoriale solo quando si verificano focolai epidemici. Nel 2019 è occorso un focolaio epidemico di trichinellosi che ha coinvolto n. 10 persone che hanno consumato salame di cinghiale. Nel 2018 sono stati segnalati e confermati in laboratorio 26 casi di botulismo; nel 2019 sono stati segnalati e confermati in laboratorio 14 casi di botulismo. Dai dati di notifica, relativi all’anno 2018, emerge che sono stati segnalati: 94 casi di brucellosi, 178 casi di listeriosi, 3755 casi di salmonellosi. I dati relativi all’anno 2019 sono i seguenti: 50 casi di brucellosi, 202 casi di listeriosi e 3406 di salmonellosi. Le notifiche di listeriosi, inferiori al numero dei casi registrati nel periodo 2013-2018, fanno registrare un costante coinvolgimento della classe di età superiore ai 65 anni.
Dai dati raccolti dal sistema di notifica nazionale delle malattie infettive si evidenzia che il numero dei casi di salmonellosi sono in diminuzione a partire dal 2008. Il sistema SINZOO, strutturato secondo quanto disposto dalla n. 2003/99/CE e il relativo D.L. vo di recepimento n. 191/2006, è stato utilizzato per la registrazione, a cura delle competenti autorità sanitarie delle Regioni e Province Autonome, dei focolai epidemici di tossinfezione alimentare occorse nell’uomo nel 2018. In particolare sono stati segnalati n. 11 focolai epidemici di salmonellosi. Altro dato registrato sono i 7 focolai epidemici da infezione da Calicivirus - norovirus (Norwalk-like virus) di cui 7 dovuti a consumo di: pesce e prodotti della pesca (n. 2 casi) e crostacei, molluschi e prodotti derivati (n. 5 casi) in ambito domestico ma anche in esercizi di ristorazione. La prevenzione e il controllo delle zoonosi di origine alimentare è tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 esteso all’anno 2019. La prevenzione delle predette malattie si avvale del consolidamento della sorveglianza epidemiologica, finalizzata anche al riconoscimento dei determinanti e dei rischi, che dovrà essere sempre più improntata alla continuità delle rilevazioni ed essere alimentata da tutte le possibili fonti informative e all’integrazione con i sistemi di sorveglianza speciali spesso curati dai Laboratori di Riferimento Nazionali e Regionali finalizzati, tra l’altro, all’identificazione e caratterizzazione dell’agente patogeno. Altro obiettivo fondamentale è la comunicazione e l’informazione per la popolazione generale e specifici sottogruppi.
Flussi di notifica e dati del riscontro di altre zoonosi nell'uomo
Come per le malattie a trasmissione alimentare (MTA), anche le zoonosi sono sottoposte a notifica obbligatoria ai sensi del Decreto Ministeriale 15 dicembre 1990 in classe I (es rabbia, ebola), in classe II (es. leishmaniosi) o in classe V. Inoltre, per quanto riguarda alcune zoonosi a trasmissione vettoriale (West Nile Disease, Encefalite Virale da Zecche), il Ministero della Salute emana annualmente Piani integrati di sorveglianza e risposta. Il predetto flusso informativo consente l’invio dei dati agli organismi internazionali (OMS, OIE, ECDC, EFSA) in ottemperanza alla normativa vigente.
In particolare sono sottoposte a sorveglianza europea una serie di zoonosi in ottemperanza alla Decisione n. 1082/2013/UE del parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e alla Decisione della Commissione n. 2000/96/CE relativa alle malattie trasmissibili da inserire progressivamente nella rete comunitaria.
Nel 2018 sono stati notificati 71 casi umani di leishmaniosi cutanea nelle regioni Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e 74 casi di leishmaniosi viscerale nelle regioni Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento
Dall’inizio di giugno 2019 sono stati segnalati 56 casi umani confermati di infezione da West Nile Virus (WNV), di questi 25 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (10 in Veneto, 4 in Emilia-Romagna, 6 in Piemonte, 1 nelle Marche, 3 in Lombardia, 1 Friuli Venezia Giulia) di cui 5 deceduti, 24 casi come febbre confermata (22 in Veneto, di cui 1 caso importato, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Piemonte), 7 casi identificati in donatori di sangue (3 in Piemonte, 2 in Lombardia, 1 in Emilia-Romagna, 1 in Veneto).
Trentanove casi confermati autoctoni di infezione neuro-invasiva da encefalite virale da zecche sono stati segnalati in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano, con età mediana di 62 anni. Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo hanno segnalato 90 casi confermati autoctoni di infezione da Toscana virus, con 1 decesso.
Relativamente alle arbovirosi d’importazione, nel 2018 sono stati segnalati 5 casi confermati di Chikungunya (2 in Veneto, 1 in Lombardia, 1 in Lazio e 1 in Puglia), 108 casi confermati di dengue (9 in Piemonte, 13 in Lombardia, 5 a Trento, 4 a Bolzano, 22 in Veneto, 4 in Friuli Venezia Giulia, 4 in Liguria, 13 in Emilia-Romagna, 10 in Toscana, 1 in Umbria, 1 nelle Marche, 19 in Lazio, 1 in Sardegna, 2 in Puglia) e 1 caso di infezione da virus Zika.
Dall’inizio di giugno 2019 sono stati segnalati 56 casi umani confermati di infezione da West Nile Virus (WNV), di questi 25 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (10 in Veneto, 4 in Emilia-Romagna, 6 in Piemonte, 1 nelle Marche, 3 in Lombardia, 1 Friuli Venezia Giulia) di cui 5 deceduti, 24 casi come febbre confermata (22 in Veneto, di cui 1 caso importato, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Piemonte), 7 casi identificati in donatori di sangue (3 in Piemonte, 2 in Lombardia, 1 in Emilia-Romagna, 1 in Veneto).
E’ stato segnalato il primo caso di febbre confermata di Usutu virus in Veneto. Il virus Usutu è stato identificato in 78 pool di zanzare e negli organi di 26 uccelli selvatici in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Abruzzo, Molise e Piemonte.
Riguardo le altre arbovirosi si rappresenta che sono stati segnalati: 18 casi confermati di Chikungunya associati a viaggi all’estero e 185 casi confermati di Dengue sempre associati a viaggi all’estero; 4 casi confermati di infezione da Zika Virus di cui un caso di Sindrome Congenita da Zika Virus. Infine, sono stati notificati 24 casi confermati di infezione neuro-invasiva da TBE di cui un solo caso associato a viaggio all’estero e 56 casi autoctoni confermati di infezione neuro-invasiva da Virus Toscana.
Il Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018, che individua il controllo delle zoonosi come uno dei suoi obiettivi, evidenzia come, nel corso del tempo, lo scenario epidemiologico delle zoonosi sia profondamente cambiato in tutto il mondo. Pertanto, la Commissione Europea (Direttiva 2003/99/CE) ha ufficialmente impegnato gli Stati Membri a introdurre sistemi di sorveglianza più efficaci e coordinati ed ha sottolineato l’importanza di raccogliere dati attendibili sull’incidenza delle zoonosi.
Attualmente, infatti, i dati sulle zoonosi sono spesso distorti dalla sotto notifica e dalla mancata diagnosi eziologica attribuibile a uno scarso ricorso ad accertamenti di laboratorio. Inoltre, la trasmissione delle informazioni è, spesso, poco tempestiva e non permette di condurre tutte le indagini necessarie a stabilire la fonte e le modalità di trasmissione.
La raccolta di dati standardizzati sulla presenza di zoonosi e di agenti zoonotici negli animali, alimenti, mangimi e nell’uomo è un prerequisito fondamentale sia per pianificare ed attuare misure di controllo efficaci che per porre in essere l’analisi del rischio. La cooperazione nella raccolta dei dati in tutta Europa è fondamentale per armonizzare i criteri adottati e quindi favorire lo scambio di informazioni tra i diversi Paesi. Inoltre il rapido scambio di informazioni sull’insorgenza di zoonosi, consente di assicurare che siano raggiunti gli obiettivi della prevenzione, sorveglianza e controllo delle zoonosi.
Il sistema comunitario di sorveglianza e raccolta di informazioni sulle zoonosi è stato istituito dalla Direttiva 92/117/CEE del Consiglio, sostituita nel 2004 dalla direttiva 2003/99/CE, recepita con Decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 191 “Misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici”. Detto Decreto, all’art. 3, comma 2, prevede la raccolta dei dati relativi all’incidenza delle zoonosi di agenti zoonotici e di resistenza agli antimicrobici, da parte delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, che procedono all’inserimento dei dati nel sistema informativo nazionale delle zoonosi, nei termini previsti dalla suddetta normativa.
L’EFSA, dal 2004, per garantire una raccolta di informazioni uniformi a livello di Comunità Europea, ha predisposto, di concerto con gli esperti degli Stati Membri, alcuni modelli per il rilevamento dei dati relativi agli agenti zoonotici.
Ogni anno, utilizzando l’apposito applicativo Web, i dati relativi alle zoonosi nel settore veterinario, raccolti sulla base della Direttiva 2003/99/CE, vengono inviati dagli Stati Membri all’EFSA che provvede ad aggregarli ed analizzarli, in collaborazione con l’Istituto danese per l’alimentazione e la ricerca veterinaria, Zoonoses Collaboration Center (ZCC), per la redazione di un report dell’Unione Europea, direttamente consultabile on line.
I dati relativi ai casi umani, invece, vengono acquisiti dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).
L’EFSA pubblica ogni anno un report generale (Community summary report on trends and sources of Zoonoses, zoonotic agents and food-borne outbreaks), che descrive l’andamento delle principali zoonosi a livello europeo ed un report specifico per ogni Stato Membro (Trends and sources of zoonoses and zoonotic agents in humans, foodstaffs, animals and feeding stuffs).
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