Capitolo 5c. Ulteriori elementi di analisi
Attività Operativa svolta nel 2019
Il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare[1]- ai sensi del comma 1 dell’art. 7 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n.25, dell’8 febbraio 2019- svolge controlli straordinari sull’erogazione e percezione di aiuti pubblici nel settore agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, sulle operazioni di ritiro e vendita di prodotti agroalimentari, ivi compresi gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo e indigenti.
Le frodi agroalimentari si vanno caratterizzando in senso più specifico verso le forme della contraffazione, della falsa evocazione e delle pratiche commerciali ingannevoli che riguardano in particolare le violazioni alle norme sulla “etichettatura” e “tracciabilità”, nonché sul “Made in Italy”, sui disciplinari di produzione delle DOP/IGP/STG e delle “produzioni regolamentate” dalle normativa UE e Mipaaf, quali “Biologico” e “OGM”.
In tale contesto il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare ha espletato, nel corso del 2019, controlli straordinari come sintetizzato nel tabulato allegato.
L’azione dei Reparti ha consentito di:
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sequestrare circa 5,6 milioni di chilogrammi di prodotti agroalimentari per un controvalore di circa 5,5 milioni di euro;
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denunciare all’Autorità Giudiziaria 130 soggetti principalmente per i reati di frode nell'esercizio del commercio (art. 515 c.p.), vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.), vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.) e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (517 quater c.p.);
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accertare 564 violazioni amministrative per un controvalore oltre 1,316 milioni di euro.
Dai risultati raggiunti è emerso che:
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l’operatore del settore agroalimentare è sempre più al centro della vigente normativa, sia comunitaria sia nazionale, in materia di rintracciabilità e tracciabilità alimentare attribuendo ad esso un ruolo fondamentale di garanzia sugli alimenti che immette in commercio, ciò al fine di ridurre le frodi nel settore di specie. Nonostante tale centralità di garanzia data agli operatori, nel corso del trascorso anno sono state accertate irregolarità in materia di etichettatura, mancanza di tracciabilità/rintracciabilità, vendite viziate per il legittimo affidamento riposto dall’utente nelle informazioni dichiarate, evocate, omesse ovvero realizzate mediante aliud pro alio, frodi in commercio, contraffazioni dei Marchi di Qualità (DOP/IGP/STG) o di quelli certificati “Biologici;
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il comparto DOP/IGP/STG, escludendo la mozzarella e la pizza che, per ora, sono le uniche due Specialità Tradizionali Garantite, racchiude 826 prodotti alimentari (300 inerenti al cibo e 526 relative al vino) ed il consistente numero di marchi di tutela suscita confusione fra il consumatore medio e, quindi, una carenza di conoscenza e di coscienza all’acquisto. Infatti, in tali meandri vengono ad insinuarsi le condotte ambigue e/o fraudolente nell’ambito delle filiere che, spesso, riescono a portare sul mercato alimenti o vini che evocano, per nome o etichetta, la denominazione d’origine oppure prodotti di tutt’altra provenienza che vengono spacciati come alimenti tutelati. Uno degli elementi che agevola le condotte fraudolente sono i numerosi passaggi del prodotto prima di giungere “al banco” e l’immissione sul mercato in promiscuità con altri alimenti tal quali;
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il biologico, a differenza dei marchi di qualità, ha una filiera più canalizzata e diretta ed è stato recepito dai consumatori con maggiore facilità. La crescita del comparto in termini di preferenze, da parte dei consumatori, ha permesso un esponenziale aumento del volume di affari per i produttori, che ha reso il settore agroalimentare del biologico particolarmente vulnerabile e sensibile alle frodi. I dati desumibili dai controlli amministrativi e dalle attività di p.g. in corso e concluse confermano le criticità esistenti sia in ordine alle modalità produttive sia alle pratiche scientifiche. Queste ultime, infatti, allo stato attuale permettono il fraudolento impiego di agro-farmaci vietati non rilevabili poi sui prodotti commercializzati o l’apposizione di irregolari certificazioni biologiche, nella maggior parte dei casi, nelle importazioni di prodotti alimentari dai Paesi dell’est Europa, quali ad esempio quelli cerealicoli. Più in generale, per quanto concerne la matrice dei fatti di frode, una “concausa” è la crisi economica del Paese, dalla quale è impossibile prescindere. Il consumatore è sempre più orientato a scegliere i prodotti economicamente più vantaggiosi e ritenuti “migliori” non sulla base di una scelta necessariamente qualitativa ma, soprattutto, del risparmio. L’avvento del dlgs 20/2018, che ha introdotto il regime sanzionatorio nello specifico settore inserendo sanzioni sia per gli organismi di controllo sia per gli operatori biologici, non è sufficiente da solo a poter arginare il fenomeno degli illeciti. Tra le principali criticità del sistema vengono evidenziate nel novero della tracciabilità e conformità delle importazioni di prodotto biologici provenienti da paesi extra UE.
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i reati concernenti le frodi e le truffe di settore sono da considerarsi fra quelle più remunerative e a basso rischio, poiché la pena edittale prevista è minima e qualora si arrivi a giudizio spesso il reato giunge a prescrizione. Tali metodi vengono adottati anche dalla C.O. che, ha un legame storico e culturale con le campagne, opera e si espande sul territorio nazionale in forma d’impresa seguendo le direttrici logistiche del trasporto e del commercio della filiera agroalimentare, poiché laddove si può lucrare la criminalità organizzata s’insinua.
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spesso il prodotto vegano utilizza dei termini mutuati da terminologie comuni del comparto alimentare (es.: hamburger, formaggio, cotoletta, latte, ecc.): le medesime vengono utilizzate per similitudine o evocazione andando a definire un prodotto di tutt’altra natura che lascia pensare, al consumatore meno informato, di trovarsi davanti a un prodotto analogo a quello richiamato dal termine utilizzato sulla confezione e che, invece, non è contenuto all’interno del prodotto (ad esempio, il formaggio vegano è costituito da prodotti vegetali e non contiene in nessun caso latte o suoi derivati). Sarebbe opportuno stabilire, regolamentandole, terminologie più appropriate e calzanti agli alimenti vegani.
Nel corso delle attività espletate si sono confermate fra le condotte criminose più diffuse:
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le frodi nell’esercizio del commercio;
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la mancata rintracciabilità e/o tracciabilità dei prodotti (settori: avicolo, conserviero, ittico, lattiero-caseario, mielicolo, ortofrutticolo, olivicolo, oleicolo, vitivinicolo, zootecnico);
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la falsa evocazione e/o contraffazione dei Marchi di Qualità (DOP/IGP/STG) o di quelli certificati “Biologici”.
Tra le principali attività da segnalare nell’azione di contrasto antifrode, in particolare svolte dai Reparti Carabinieri Tutela Agroalimentare (R.A.C.) , spiccano le seguenti eseguite a largo raggio sul territorio nazionale:
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gennaio- dicembre 2019, hanno verificato 205 aziende ristorative sequestrando circa 1.100 kg di prodotti alimentari privi di rintracciabilità o dichiarati mendacemente freschi, in realtà congelati, riscontrando 67 violazioni penali e denunciando 30 persone, contestando 65 sanzioni amministrative per oltre 123.000 euro;
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gennaio- dicembre 2019, hanno verificato 84 aziende biologiche sequestrando circa 245.000 kg di alimenti bio privi di rintracciabilità o mendacemente dichiarati biologici, ma provenienti da agricoltura convenzionale, riscontrando 24 violazioni penali e denunciando 10 persone, contestando 14 sanzioni amministrative per circa 26.800 euro. Constatando indebiti percepimenti nel comparto per oltre 320.000 euro ;
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gennaio- dicembre 2019, hanno verificato 378 aziende che detenevano o ponevano in vendita prodotti DOP e/o IGP sequestrando oltre 27.000 etichette, 3.026 cataloghi evocanti marchi di qualità, circa 362.000 kg di prodotti mendacemente dichiarati a denominazione di origine o ad indicazione geografica, per un valore commerciale pari a 2.030.383 euro, riscontrando 35 violazioni penali e denunciando 51 persone, contestando 201 sanzioni per 716.462 euro.
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gennaio- dicembre 2019, hanno verificato 26 aziende sequestrando circa 2.924.715 kg di cereali e riso privi di rintracciabilità, detenuti in magazzini privi delle autorizzazioni previste o mendacemente dichiarati bio, riscontrando 8 violazioni penali e denunciando 7 persone, contestando 18 sanzioni amministrative per circa 19.202 euro. Constatando indebiti percepimenti nel comparto per 150.000 euro ;
[1] denominazione modificata dall’art.2- comma 1 , lettera b- dlgs 228/2017 (già Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari).