FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 5b. Analisi Critica e Conclusioni
Il Piano di sorveglianza si è mostrato efficace; tuttavia quanto riscontrato nel corso dell’epidemia HPAI 2017-2018, in merito ai gap individuati (es. carenze nel sistema di biosicurezza ambientale e esiguità nell’effettuazione di simulazioni in tempo di pace), ha determinato l’adozione di misure correttive sulla gestione delle misure di biosicurezza e le attività di formazione relativamente alla capacità di gestione dei focolai epidemici di influenza aviaria. Inoltre con l’Accordo Stato Regioni 25 luglio 2019, rep. 125, sono stati definiti i criteri per l’identificazione, nelle regioni ad alto rischio di cui al Decreto 14 marzo 2018, delle zone ad alto rischio di introduzione e diffusione dei virus influenzali, denominate Zone A e B, nelle quali sono state regolamentate talune attività, quali ad esempio l’allevamento all’aperto e sono stati previsti divieti in caso di peggioramento della situazione epidemiologica con l’attuazione di rigorose misure di biosicurezza aziendale mirate a ridurre il più possibile il contatto del pollame domestico allevato con gli uccelli selvatici, serbatoio di virus influenzali. Nel corso dell’audit comunitario del mese di novembre 2019 tali azioni sono state ritenute adeguate e proporzionate al rischio di introduzione dei virus influenzali. È stata avviata la ricognizione presso le regioni e province autonome delle misure intraprese per l’attuazione dei piani di azione locale per l’abbattimento degli animali nel corso di focolai di cui al Reg. (CE) 1099/2009 al fine di adeguare la risposta locale ad un’eventuale epidemia di influenza HPAI.
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