Sei in: Home > 5. Obiettivi del PNI e conclusioni > 5b - Importazioni e scambi > Alimenti di origine animale - Controlli sanitari all'importazione

Alimenti di origine animale - Controlli sanitari all'importazione

FONTE: Ministero della Salute

Capitolo 5 - Autovalutazione e Analisi Critica

La programmazione dei controlli per il 2019 prevedeva il campionamento di almeno il 3% delle partite presentate per l’importazione con controlli mirati (controlli indirizzati e raccomandazioni) verso determinate matrici e Paesi terzi e/o per determinati pericoli. Al raggiungimento di tale percentuale contribuiscono tutti i campionamenti effettuati dai PIF, sia quelli a scopo di monitoraggio (conoscitivi) o per sospetto, sia quelli eseguiti obbligatoriamente in applicazione di programmi di controllo rafforzato previsti dalla normativa o di misure di salvaguardia.

Dai risultati ottenuti si evince che per il 2019 (tabella 1) il numero di partite campionate è conforme a quanto previsto dal piano essendo stata raggiunta e superata la percentuale minima di campionamento programmata, il 3%, sia complessivamente (totale del n. di partite campionate/totale del n. di partite incluse nel piano),sia per ciascuna macrocategoria alimentare (colonna 8) ad eccezione di due, latte e derivati e partite miste di carne (carne ovina e bovina).

Si evidenzia, tuttavia, che per quanto riguarda il latte e prodotti derivati sono state importate poche partite, mentre le partite miste di carne ovina e bovina sono state spedite dalla Nuova Zelanda paese con il quale è in vigore un accordo di equivalenza (allegato II del Reg. UE 2019/2129) che stabilisce anche la frequenza dei controlli fisici sulle merci importate. Per tali prodotti, quindi, le frequenze di controllo fisico applicate devono essere conformi con quelle stabilite nell’accordo.

Si evidenzia che la tabella 1 è una tabella di sintesi che riporta i dati aggregati di tutti i PIF e quindi, analizzando l’attività di campionamento per singolo PIF o l’attività di campionamento del singolo PIF su ciascuna macrocategoria alimentare, si possono osservare percentuali di controllo differenti secondo i flussi d’importazione e della programmazione implementata da ogni ufficio. Tali differenze possono dipendere da valutazioni del rischio fatte dal PIF sulla base della tipologia e quantità di merce ricevuta, dello stabilimento di origine e della destinazione finale del prodotto (es. prodotti destinati a subire trattamenti che inattivano il pericolo), implementazione di controlli rafforzati obbligatori o di misure di salvaguardia dell’UE. Si osserva, tuttavia, che salvo alcuni minimi scostamenti per la maggior parte delle singole macrocategorie la percentuale minima di campionamento del 3% è stata raggiunta.

Per quanto riguarda i controlli mirati previsti nel piano 2019 (controlli indirizzati e raccomandazioni), dai dati trasmessi dai PIF, è emerso che i campionamenti sono stati eseguiti in accordo con la programmazione anche se con qualche scostamento di piccola entità. Alcune delle cause di tali scostamenti sono state l’arrivo di un esiguo numero di partite e/o di piccole quantità di prodotto o di matrici ritenute non idonee all’esame previsto, le interruzioni imprevedibili del flusso di importazione, errori di programmazione, difficoltà logistiche e carenze di personale.

Si consideri, infine che la programmazione è stata influenzata, anche per il 2019, dai campionamenti disposti in seguito allo scandalo “carne fraca” emerso in Brasile nel 2017; infatti, alcuni PIF, maggiormente interessati dai flussi commerciali provenienti da tale paese, hanno dovuto sostenere l’impegno affidato dalla Commissione europea agli Stati membri di sottoporre a controllo fisico sistematico le partite provenienti dal Brasile con una frequenza di campionamento del 20% per test microbiologici.


Data di pubblicazione: 30 novembre 2020


Condividi:

  • Facebook