FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 5b. Analisi Critica e Conclusioni
Le informazioni di censimento degli allevamenti e del patrimonio zootecnico indicati nella presente relazione sono stati attinti dalla BDN suina che è costantemente alimentata nell’arco dell’anno da parte dei Servizi competenti. I risultati delle attività di controllo sono stati finalizzati alla valutazione del rischio specifico per la presenza di Trichine ed alla conferma dello stato sanitario delle aziende accreditate.
La rendicontazione sulle attività di controllo per la ricerca delle Trichinelle che l’Italia invia ogni anno alla Commissione Europea ha permesso, come già detto, l’applicazione delle deroghe di cui all’articolo 3 paragrafo 3 lettera a) e al paragrafo 2 dello stesso articolo del Reg (UE) 2015/1375 consentendo di poter affermare che l’allevamento suinicolo intensivo, sia da ingrasso che da riproduzione, non comporta rischi sanitari particolari per le Trichinelle in Italia.
Con riferimento alla fauna selvatica che funge da reservoir del parassita, laddove le Regioni non avessero in applicazione piani di monitoraggio attivi o passivi per la fauna selvatica sarebbe necessario applicare quanto previsto dalla normativa vigente (controllo del 100% delle carcasse abbattute a caccia) oltre che effettuare l’esame trichinoscopico al 100% delle carcasse degli animali allevati con sistema semibrado e rafforzare la comunicazione con le Associazioni dei cacciatori volta ad un uso responsabile delle carni degli animali cacciati.
Quest’ultima iniziativa, volta ad evitare il consumo delle carni crude degli animali potenzialmente a rischio, sarebbe utile per evitare l’insorgere di casi umani di trichinellosi e relativi focolai epidemici.
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