FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 3a. Azioni correttive
In accordo alla normativa UE le partite di prodotti oggetto di questa relazione destinate al mercato della UE e sottoposte a controllo ai PIF possono essere ammesse al mercato UE o non ammesse (respingimento) e in quest’ultimo caso sono destinate alternativamente alla riesportazione, trasformazione o distruzione. Le non ammissioni possono essere conseguenza di non conformità documentali, d’identità o materiali (esami ispettivi e/o esami di laboratorio sfavorevoli) ed è possibile altresì che per la stessa partita coesistano due o più tipi di irregolarità (es. documentale e d’identità; documentale, d’identità e materiale).
Per quanto riguarda le partite sottoposte a esami di laboratorio con esito sfavorevole le azioni conseguenti dipendono dallo scopo per cui le analisi sono state disposte dei veterinari ispettori del PIF.
Se le partite sono testate per sospetto, in attesa dell’esito di laboratorio, vengono bloccate dal PIF e quelle risultate non conformi non sono ammesse al mercato UE. Tali partite, secondo quanto previsto dalla normativa europea, sono destinate alla riesportazione oppure alla trasformazione o distruzione.
Invece, le partite campionate a scopo conoscitivo (campionamenti casuali, nell’ambito del piano di monitoraggio, in accordo al Reg. (CE) n. 136/2004) senza sospetti di rischi per la salute pubblica sono ammesse al mercato UE in attesa del risultato di laboratorio annotando tutti i dati sul certificato (CVEDP) che accompagna la partita e informando così l'ASL competente (art. 8 della direttiva 97/78/CE. In questo caso le partite per cui gli esami di laboratorio hanno dato esito sfavorevole sono richiamate dal PIF e quindi, destinate ove possibile alla riesportazione, trasformazione o distruzione.
Inoltre, in tutti i casi in cui gli esami di laboratorio rivelino non conformità viene avviato tramite TRACES un programma di controllo rinforzato che prevede campionamenti sulle successive 10 partite di merci della stessa tipologia e origine con blocco delle partite fino all’ottenimento dei risultati degli esami di laboratorio. Tale misura restrittiva si esaurisce solo ad esito favorevole dei dieci controlli consecutivi.
Nel 2019 sono state riscontrate 173 partite non conformi di cui 163 non ammesse al mercato UE e 10 richiamate in seguito a esami di laboratorio conoscitivi risultati sfavorevoli.
Le 163 partite non ammesse all’importazione (162 nel 2018)sono state riesportate (66), distrutte (93) o trasformate (4) (Tabella 2).
Le cause di irregolarità sono state rilevate principalmente in seguito a ispezioni veterinarie, a esami documentali e d’identità o per esami di laboratorio sfavorevoli (6). I prodotti più respinti sono stati i prodotti della pesca, dell'acquacoltura e molluschi e crostacei, le preparazioni di pesce, crostacei e molluschi e le carni bovine che rappresentano in assoluto le categorie alimentari maggiormente presentate per l’importazione.(Tabella 2).
Nella tabella 3 è riportato l’andamento dei respingimenti (non ammissioni) negli ultimi 5 anni anche in rapporto al numero di partite presentate per l’importazione (% dei respingimenti) e la destinazione finale dei prodotti risultati non conformi. Dalla tabella emerge che l’andamento delle non ammissioni all’importazione negli ultimi 3 anni è costante e che la maggior parte delle partite non conformi è stata destinata alla distruzione o rispedizione.
Tabella 3 - Andamento respingimenti negli ultimi 5 anni
Nella tabella 4 sono riportate le non conformità che hanno comportato l’attivazione del sistema RASFF (Rapid Alert System Food and Feed) nel 2019 da parte dei PIF italiani per gli alimenti di origine animale importati (dati Rasff window al 23/01/2020). Dalla tabella si evince che le non conformità sono state 19 di cui 14 per esami di laboratorio sfavorevoli e 5 per altre ragioni come cattivo stato di conservazione, rottura della catena del freddo e documentazione irregolare.
Tali dati sono in linea con quelli dello scorso anno durante il quale sono state trasmesse e pubblicate 19 notifiche di cui 12 per analisi sfavorevoli e 7 per altri rischi.
Si precisa che non tutte le non conformità di laboratorio hanno potuto dar luogo a dei respingimenti (non ammissioni) in quanto se il campionamento è stato fatto a scopo di monitoraggio, in accordo al Reg. (CE) n 136/2004, i prodotti sono stati rilasciati dai PIF prima che fossero disponibili gli esiti dei controlli. In questi casi, al fine di poter richiamare i prodotti con analisi sfavorevoli, i dati sui controlli in attesa di esito sono annotati sulla certificazione (CVEDP) che accompagna la partita e l'autorità competente del luogo di destinazione ne è in tal modo informata conformemente all'articolo 8 della direttiva 97/78/CE.
Le principali irregolarità di laboratorio hanno riguardato i prodotti della pesca e crostacei per la contaminazione da metalli pesanti e la carne bovina per la contaminazione da E. Coli produttori di shigatossina.
Nei prodotti della pesca si segnalano altresì alcune notifiche attivate in seguito al riscontro di lesioni da congelamento svelate tramite test istologico in pesce certificato come fresco.
Tabella 4 - Notifiche RASFF dai PIF italiani nel 2019
Infine, nella seguente tabella 5 è riportato l’andamento delle non conformità che hanno dato luogo a notifiche RASFF da parte dei PIF italiani negli ultimi 5 anni.
Dalla tabella emerge che nel periodo di riferimento le notifiche sono derivate principalmente da esami di laboratorio sfavorevoli rispetto a quelle dovute ad altre irregolarità (es. alterazioni organolettiche, cattivo stato di conservazione, certificati irregolari, etichettatura irregolare, parassiti, muffa corpi estranei etc.).Nel 2019, il numero di notifiche si è mantenuto in linea a quello dello scorso anno seppure sia leggermente diminuito il numero di partite presentate per l’importazione.
Tabella 5 - Notifiche RASFF da parte dei PIF italiani negli ultimi 5 anni
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