FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 2. Risultati
I dati relativi all’andamento temporale dei focolai evidenziano come nel 2019 il numero di allevamenti nei quali è stata riscontrata la malattia (39) è simile al 2018 (41) testimoniando così un leggera diminuzione della prevalenza rispetto all’anno precedente 2,6% rispetto al 3% dell’anno precedente. I risultati confermano l’ampia ed eterogenea diffusione geografica della scrapie nel nostro Paese, pur rimanendo una malattia rara e con bassa prevalenza.
Nel 2019 l’attività di sorveglianza passiva ha portato alla segnalazione di 15 piccoli ruminanti con sintomi neurologici riferibili a EST; di essi nessuno ha dato origine a focolaio. Tale dato dimostra un cambio di tendenza rispetto agli scorsi anni, ma ancora in modo poco rappresentativo. I casi di sorveglianza passiva nel nostro Paese vengono segnalati solo quando la sintomatologia è particolarmente evidente, trascurando i lievi sintomi potenzialmente riferibile ad EST. Un’altra lacuna del sistema di sorveglianza, rispetto ai target imposti da regolamento n.999/2001 (10.000 test per specie e categoria) riguarda il campionamento dei caprini morti (9.049) che comunque si attesta maggiore rispetto ai due anni precedenti (2018: n. 8.737 e nel 2017: n.7.128).
Considerato che la sorveglianza sugli esemplari morti e su quelli con sintomatologia presenta maggiori probabilità di individuare soggetti infetti e quindi di identificare focolai d’infezione, questo determina, da un lato, la sottonotifica di focolai e, dall’altro, la permanenza di carcasse potenzialmente infette nell’ambiente.
I problemi connessi alla mancata esecuzione dei test sui capi morti sono riconducibili o alla morte del capo durante l’allevamento allo stato brado o alla mancata denuncia da parte degli allevatori per gli elevati costi di smaltimento delle carcasse negli appositi impianti di incenerimento.
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