FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 2. Risultati
La Tabella 4 riporta le irregolarità per le quali gli UVAC hanno creato delle notifiche attraverso il sistema di allerta europeo (Rapid Alert System Food and Feed) in accordo al Reg. (CE) n. 178/2002[1] e al Reg.16/2011[2]).
Dalla tabella (dati iRASFF al 11 maggio 2020) emerge che il maggior numero di notifiche ha riguardato il pesce e prodotti derivati (55 notifiche) che è anche la categoria alimentare di cui è stato introdotto il maggior numero di partite, seguita dalla carne di pollame e prodotti a base di carne di pollame (20).
Nel pesce le notifiche più numerose sono state attivate per la presenza di mercurio oltre i limiti consentiti, di parassiti e listeria monocytogenes. Nella carne di pollame e prodotti a base di carne di pollame la quasi totalità delle notifiche è derivata dalla presenza della salmonella.
Nella Tabella 5 sono riportati gli esami di laboratorio sfavorevoli emersi nel corso dell’anno che hanno comportato il respingimento delle partite. Come riportato in tabella i risultati sfavorevoli relativi a partite di prodotti di origine animale destinati al consumo umano, sono stati complessivamente 32. La maggior parte delle irregolarità ha riguardato le carni fresche di pollame e le carni preparate per la presenza di salmonella e i prodotti ittici sia per la presenza di parassiti (anisakis), che di metalli pesanti (mercurio) e microrganismi patogeni.
Non tutte le irregolarità di laboratorio hanno dato luogo a respingimento poiché, quando il controllo è disposto dagli UVAC a scopo di monitoraggio in modo random e non discriminatorio, ai sensi della normativa vigente (Dlgs.28/93), le partite non vengono bloccate in attesa degli esiti di laboratorio, ma rilasciate in libera pratica, anche se i Servizi Veterinari territoriali ne seguono la tracciabilità in modo da poter operare, se necessario, il richiamo dei prodotti. Si sottolinea, comunque, che in caso di esiti di laboratorio sfavorevoli, viene attivato il sistema d’allerta e le successive cinque partite di analoga tipologia e provenienza vengono obbligatoriamente bloccate presso il primo destinatario materiale italiano, campionate e rilasciate solo ad esito favorevole dei test di laboratorio ( Dlgs 28/93).
Per questa ragione si evidenzia che non a tutte le notifiche di allerta corrispondono dei respingimenti.
Nella Tabella 6 sono riportati per tipologia di merce, i risultati dei controlli seguiti dai respingimenti nel 2019. Si segnala che sotto il termine “respingimento” sono comprese sia le rispedizioni al Paese di origine, sia le trasformazioni dei prodotti per renderli sicuri, che le distruzioni. Nella colonna “partite regolarizzate” sono indicate le partite per le quali si è arrivati alla regolarizzazione dei certificati o documenti commerciali senza dover procedere alla rispedizione o alla distruzione delle partite stesse. Nel 2019 non ci sono state regolarizzazioni.
Complessivamente le partite oggetto di respingimento sono state 36 che, su un totale di 7. 296 partite controllate, rappresentano una percentuale pari allo 0,49% leggermente inferiore a quella riscontrata nel 2018 (0,64%).
I respingimenti hanno riguardato in particolare i pesci (21 partite), le carni di pollame (9 partite), le preparazioni di carne (4 partite), mentre solo una partita di molluschi e una di preparazioni a base di pesce sono state respinte.
Del totale delle 36 partite respinte, la maggior parte, 32 respingimenti, è scaturita da irregolarità di laboratorio e solo 4 da controlli d’identità/fisici sfavorevoli.
Le partite non conformi sono state distrutte (18), rispedite (10), destinate ad altri provvedimenti (5) e in minima parte trasformate (3).
A seguito di ogni respingimento per irregolarità di laboratorio, le successive 5 partite di merci di analoga tipologia e provenienza hanno poi subito un controllo di laboratorio sistematico con blocco della partita in attesa degli esiti degli accertamenti.
Delle 36 partite respinte, 23 riguardano partite di prodotti della pesca destinate al consumo umano, 13 carni e prodotti a base di carne. I respingimenti hanno riguardato Norvegia, Polonia, Croazia, Austria, Ungheria, Francia, Spagna, Belgio e Olanda.
[1] Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare
[2] Regolamento (UE) n. 16/2011 della Commissione, del 10 gennaio 2011, recante disposizioni di applicazione relative al sistema di allarme rapido per gli alimenti ed i mangimi
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