FONTE: Ministero della Salute
Capitolo 2. Risultati
I risultati complessivi ottenuti dall’attività di controllo condotta dai PIF italiani nel 2019 sono riportati nella Tabella 1 dove, in particolare, sono elencati in colonna:
Tali colonne sono precedute dalla colonna “settore” dove le macrocategorie sono ulteriormente aggregate sulla base della loro natura e delle quantità presentate per l’importazione in:
Le partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano presentate per l'importazione attraverso i PIF italiani nel 2019 sono state 40.233, di cui 40.078 sono state incluse nel piano.Rispetto allo scorso anno (nel 2018, 40.840) si registra una diminuzione di partite presentate per l’importazione (- 607, -1,48%) e si confermala progressiva tendenza alla diminuzione dei flussi delle importazioni rilevata nel periodo 2011-2018.
Come lo scorso anno la maggior parte di alimenti è rappresentata dai prodotti della pesca, acquacoltura, crostacei, molluschi e loro preparazioni (35.122 partite) seguiti dalle carni e prodotti derivati (3.669) e in particolare carne bovina (2.875). Altri prodotti sono rappresentati principalmente da budella e involucri, materiale proteico (gelatine, cascami di pesce destinati alla produzione di gelatine) e miele e prodotti dell’apicoltura.
In conformità alla normativa europea vigente, nel 2019 il 100% delle partite è stato sottoposto a controlli documentali e di identità.
Le partite soggette a controllo fisico sono state19.694 (nel 2018, 20.391) di cui quelle campionate 1.571 (1.847 nel 2018) con una percentuale complessiva di campionamento (totale del n. di partite campionate/totale del n. di partite incluse nel piano) del 3,92%, superiore a quella programmata del 3%.
La diminuzione dei campionamenti rispetto allo scorso anno è da imputare principalmente al minor numero di analisi per E.coli sulle spedizioni di carne dal Brasile in relazione ai risultati favorevoli dei precedenti controlli. Sono diminuite altresì le analisi per metalli pesanti, istamina e antibatterici nei prodotti della pesca acquacoltura e molluschi.
Inoltre, dalla Tabella 1 (colonna 8) si rileva che la percentuale di campionamento per ciascuna delle macrocategorie alimentari è risultata in tutti i casi superiore a quella programmata (3%) ad eccezione del latte e derivati e delle partite miste di carneche non sono state campionate, ma di cui è stato importato un numero limitato di partite.Per quanto riguarda il latte e derivati sono state presentate per l’importazione 9 partite di cui 3 respinte, tutte sono state sottoposte ad esame fisico tranne una partita respinta in quanto spedita da un paese non autorizzato. Le partite miste di carne bovina e ovina erano invece 7 e provenivano dalla Nuova Zelanda paese con il quale è in vigore un accordo di equivalenza (allegato II del Reg. UE 2019/2129) che stabilisce anche la frequenza dei controlli fisici sulle merci importate nella UE. Per tali prodotti, quindi, le frequenze di controllo fisico applicate devono essere conformi con quelle stabilite nell’accordo. Si evidenzia altresì, che per tali partite miste i campionamenti mancanti sono stati compensati dai test effettuati sulle macrocategorie carne bovina e ovina.
I campionamenti più numerosi per ciascun settore riportato in tabella 1 sono stati effettuati sui prodotti della pesca, acquacoltura, crostacei e molluschi e loro preparazioni (1.300 su 1.571 campionamenti, 83%) e sulle carni di tutte le specie e prodotti a base di carne (192 su 1.571 campionamenti, 12%) che sono anche gli alimenti di cui è stato importato il maggior numero di partite (tabella 1, colonna 7).
Per quanto riguarda le carni si evidenziache la programmazione dei campionamenti è stata influenzata dalproseguimentodell’attività di controllo potenziata (controlli fisici sul 100% delle partite di carne e controlli microbiologici su talune tipologie di carnesul 20% delle partite) avviata nel 2017 in seguito al cosiddetto scandalo carne fraca emerso in Brasile dopo la scoperta di attività illegali nella produzione di carne destinata anche all'esportazione verso l'Unione europea.
Per quanto riguarda leanalisi di laboratorio, si riportano di seguito quelle più frequentemente eseguitesulle categorie alimentari più rilevanti (fonte dati TRACES DWH QlikView):
Tali esami sono stabiliti sulla base del programma annuale di monitoraggio attuato dai PIF e in accordo alla specifica legislazione dell’Unione europea.
Per quanto riguarda i campionamenti per gli additivi alimentari e le radiazioni ionizzanti si evidenzia che i PIF operano secondo specifici piani nazionali che prevedono controlli anche alle importazioni.
Infine, come lo scorso anno, si segnala che il consistente numero delle analisi microbiologiche (E. coli) sulla carne deriva dall’intensificazione dei controlli conseguente allo scandalo carne fraca in Brasile.
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