FONTE: Capitanerie di Porto
Corpi di Polizia - Capitanerie di Porto - Attività svolta nel settore alimentare
Il Corpo delle Capitanerie attraverso il Centro di Controllo Nazionale Pesca (CCNP) svolge l’attività di controllo e vigilanza sulla filiera della pesca, che tramite le sue ramificazioni territoriali, i 15 Centri di Controllo Area Pesca (CCAP) presenti presso ciascuna delle 15 direzioni marittime attua le verifiche previste dalla normativa nazionale e comunitaria. I CCAP, che estendono la propria giurisdizione non solo su quelle province bagnate dal mare ma anche nell’entroterra, effettuano una serie di operazioni che si estendono lungo tutta la filiera ittico-alimentare dal mare aperto fino al consumatore finale.
Il Centro di Controllo Nazionale Pesca dal 2010, è l’organo deputato al monitoraggio immediato e costante dei controlli in ambito di vigilanza pesca. Questa attività fino al 2016 si è realizzata attraverso un sistema informatizzato di registrazione delle attività espletate dalla periferia, denominato M.E.D. (monitoraggio ed elaborazione dati). All’interno del M.E.D. venivano inseriti i dati concernenti i controlli eseguiti e le violazioni, amministrative o penali, rilevate durante le ispezioni e i controlli, dal 1 Gennaio 2017 tale sistema è stato sostituito dal più performante G.I.A.N.O. (Guidance for Information and Analisys for Operation).
L’obiettivo della piattaforma G.I.A.N.O. è quello di verificare la situazione in qualsiasi momento, consentendo quindi un monitoraggio immediato e costante del contesto.
Nel 2017, i dati di sintesi nazionali sono i seguenti:
Grafico 1:
Dall’elaborazione dei dati si evince che lo sforzo maggiore è stato effettuate nell’ambito dei punti di sbarco con una percentuale di controlli pari al 50,75%, mentre per gli altri segmenti le percentuali si attestano a:
La ripartizione sopra espressa rappresenta la diretta espressione della naturale collocazione degli uffici Marittimi.
Con particolare riferimento al piano nazionale integrato dei controlli (PNI), limitatamente all’ambito della SICUREZZA ALIMENTARE, i settori che hanno visto il maggiore interesse sono i controlli espletati presso ristoranti, venditori ambulanti, pescherie, automezzi (con riferimento al trasporto dei prodotti ittici) e grossisti, i quali rappresentano il 77% del totale. Inoltre ai fini di una più completa valutazione generale appare utile, analizzare anche la rimanente parte di dati relativi a tutti i segmenti della filiera.
Grafico 2:
Nell’ambito della sicurezza alimentare il settore maggiormente controllato nel 2017, dagli uomini del Corpo, è la RISTORAZIONE (circa il 21% del totale). Sono state effettuate numerose verifiche che hanno permesso di riscontrare innumerevoli illeciti. La Direzione Marittima della Liguria si è distinta per il notevole impegno profuso in questa attività sulla base della giurisdizione ad essa assegnata.
I controlli ai VENDITORI AMBULANTI rappresentano un altro settore di rilievo, con violazioni dovute alla mancanza dei requisiti igienico sanitari. In questo caso è il territorio della Sicilia Orientale quello maggiormente esposto a questo fenomeno con la Direzione Marittima di Catania in prima linea su questo specifico segmento.
Appena al disotto dei controlli ai venditori ambulanti ma non meno importanti, essendo solitamente collegati ai compiti delle Capitanerie di Porto, sono i controlli sulla vendita al dettaglio nelle PESCHERIE dove risaltano ai primi posti, per numero di controlli, le regioni della Puglia, Liguria, Lazio e Sicilia.
Anche i controlli sul trasporti, riguardanti gli AUTOMEZZI, rappresentano un altro importante settore da analizzare. Il tipo di accertamento riguarda principalmente la verifica sugli elementi di tracciabilità ed etichettatura del prodotto ittico trasportato nonché i requisiti igienico sanitari che non necessitano di specifiche verifiche di natura tecnica come il possesso delle certificazioni dell’automezzo ovvero il rispetto dei parametri relativi alle condizioni di trasporto. Le regioni che hanno maggiormente posto in essere misure di controllo su questo settore sono la Puglia e la Calabria con il CCAP di Bari e Reggio Calabria in prima linea.
Infine, i controlli sui GROSSISTI, hanno rappresentato una fetta importantissima dell’attività svolta dal Corpo, ed in particolare, su questo segmento spiccano le Direzioni che, nell’ambito delle proprie giurisdizioni, sono sede di innumerevoli scambi commerciali tra grandi società di import/export e rappresentano uno snodo commerciale per la vendita dei prodotti ittici. Il CCAP di Napoli, Venezia, Genova sono quelli maggiormente interessati.
Il Corpo delle Capitanerie di Porto nell’ambito della propria attività di vigilanza e controllo ha rilevato 2.814 illeciti relativi alla sicurezza alimentare. Dai dati complessivi sono stati estrapolati gli illeciti relativi alla sicurezza alimentare suddividendoli nelle categorie elencate nei grafici sottostanti:
Grafico 3:
Grafico 4:
Grafico 5:
Grafico 6:
Grafico 7:
Le azioni di miglioramento del sistema di controllo della Guardia Costiera, nello svolgimento delle attività operative sul territorio, sono mirate al maggiore coordinamento e collaborazione con le altre Amministrazioni. Il settore ittico inteso come filiera dalla cattura alla vendita al dettaglio è sottoposta a molteplici frame-work normativi che coinvolgono più Amministrazioni competenti. La Guardia Costiera nell’ambito delle attività di controllo adotta dei criteri di polizia pertanto le azioni di repressione delle attività illecite seguono tale filo conduttore.
Criticità
La mancanza di una pianificazione che individui a livello nazionale un numero minimo di attività congiunte da svolgere sul territorio nazionale nell’arco dell’anno solare. Tale previsione potrebbe agevolare ulteriormente il lavoro di pianificazione locale tra le Amministrazioni insistenti sul territorio.
Azioni per il miglioramento
Predisposizione a cura dell’Autorità competente del PNI-MANCP di una pianificazione generale che definisca i livelli minimi di cooperazione.
Vedi anche