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Alimenti di origine animale - Controlli sanitari all'importazione

FONTE: Ministero della Salute

Alimenti di origine animale - Controlli sanitari all'importazione

Capitolo 5b. Analisi Critica e Conclusioni

La programmazione dei controlli per il 2017 prevedeva il campionamento di almeno il 3% delle partite presentate per l’importazione con controlli mirati (controlli indirizzati e raccomandazioni) verso determinate matrici e Paesi terzi e/o per determinati pericoli. Al raggiungimento di tale percentuale contribuiscono tutti i campionamenti condotti dai PIF, sia quelli a scopo di monitoraggio o per sospetto, sia quelli condotti obbligatoriamente in applicazione di programmi di controllo rafforzato previsti dalla normativa o di misure di salvaguardia.

Dai risultati ottenuti si evince che per il 2017 (tabella 1) la quantità delle partite campionate è conforme a quella prevista dal piano essendo stata raggiunta e superata la percentuale minima di campionamento programmata del 3%, sia complessivamente (totale del n. di partite campionate/ totale del n. di partite incluse nel piano), che per ciascuna macrocategoria alimentare; fanno eccezione  i grassi animali per i quali la percentuale è stata leggermente inferiore (2,27%) e il latte e prodotti derivati visto l’esiguo numero partite arrivato.

Si evidenzia, tuttavia, che analizzando l’attività di campionamento per singolo PIF o l’attività di campionamento del singolo PIF su ciascuna macrocategoria alimentare si osservano percentuali di controllo differenti a seconda dei flussi d’importazione e della programmazione implementata da ogni ufficio periferico. Tali differenze possono dipendere da valutazioni del rischio fatte dal PIF sulla base della tipologia di merce ricevuta, dello stabilimento di origine e della destinazione finale del prodotto (es. prodotti destinati a subire trattamenti che inattivano il pericolo), ma anche da impedimenti logistici per cause varie.

Per quanto riguarda i controlli mirati previsti nel piano 2017 (controlli indirizzati e raccomandazioni), dai dati trasmessi dai PIF, è emerso che i campionamenti sono stati eseguiti in accordo con la programmazione anche se con qualche variazione di piccola entità. Alcune delle cause di tali variazioni sono state: l’arrivo di un esiguo numero di partite e/o di piccole quantità di prodotto o di matrici ritenute non idonee all’esame previsto; le interruzioni imprevedibili del flusso di importazione. Altre cause sono dipese dalla sovrapposizione con l’esecuzione di altri controlli previsti dal piano o di controlli rafforzati obbligatori e da difficoltà logistiche. Al riguardo, si consideri per esempio che in seguito allo scandalo “carne fraca” emerso in Brasile nel 2017, alcuni PIF, maggiormente interessati dai flussi commerciali provenienti da tale paese, hanno dovuto sostenere l’impegno affidato dalla Commissione europea agli Stati membri di sottoporre a controllo fisico sistematico le partite provenienti dal Brasile con una frequenza di campionamento del 20% per test microbiologici.

In riferimento alle non conformità rilevate nel 2017 si segnala che i controlli hanno fatto emergere  un maggior numero di esami di laboratorio sfavorevoli e di non ammissioni all’importazione rispetto al precedente anno (tabelle 11 e 13).

Infine, per quanto concerne i flussi informativi, allo scopo di velocizzare gli scambi di informazioni con la Commissione europea e gli Stati membri sugli esiti degli esami di laboratorio è proseguita puntualmente l’attività di monitoraggio mensile sull’inserimento in TRACES dei risultati degli esami di laboratorio da parte dei PIF italiani al fine della loro regolare trasmissione alla Commissione europea in accordo al Reg. (CE) n. 136/2004.


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Data di pubblicazione: 30 giugno 2018


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