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Alimenti e bevande - Piano di vigilanza e controllo

FONTE: Ministero della Salute

Piano di vigilanza e controllo alimenti e bevande

Capitolo 5b. Analisi Critica e Conclusioni

Durante il 2017 il numero dei campioni prelevati dalle autorità competenti risulta incrementato di circa il 19,67% (n. 47.804 campioni del 2017 contro i n.  39.944 del 2016); dal momento che la media di determinazioni per campione non ha subito sostanziali modificazioni rispetto al 2016, anche il numero di analisi effettuate risulta aumentato e pari a 118.550. Anche sul fronte delle non conformità si assiste ad un incremento di circa l’11,81%, mentre la percentuale di non conformità sul totale delle analisi effettuate mostra un lieve decremento (dallo 0,94% del 2016 allo 0,88% del 2017). Questo risultato potrebbe essere correlato all’entrata in vigore delle linee guida sul controllo ufficiale, ai sensi dei Regolamenti 882 e 854 del 2004, che stabiliscono, per ciascuna Regione o Provincia autonoma, la frequenza minima di controlli analitici da effettuare lungo l’intera filiera alimentare, dalla produzione primaria alla distribuzione e commercializzazione. Il suddetto documento prevede che la frequenza dei controlli analitici ufficiali venga fissata sulla base di un’effettiva valutazione del rischio che deve tenere conto di tutti gli aspetti che possono incidere direttamente ed indirettamente sulla sicurezza alimentare. L’individuazione dei settori più critici della filiera agroalimentare, ove concentrare le attività di verifica, consente una notevole riduzione dei costi e un migliore utilizzo delle risorse umane, garantendo pertanto una maggiore efficienza del controllo ufficiale. Al riguardo, al fine di migliorare i risultati conseguiti, potrebbe essere utile, da parte delle autorità competenti, un ulteriore incremento del monitoraggio degli effetti esercitati dalle attività ufficiali (audit, ispezioni, verifiche, etc) sul grado di ottemperanza degli operatori alla normativa europea.

Analisi per ricerca di microrganismi

 Nel 2017 su n 118.550 determinazioni analitiche circa il 67,91% ha interessato sia i batteri patogeni che i germi “indicatori di igiene”, la cui elevata presenza nelle derrate alimentari può essere legata alla scarsa efficacia o alla mancata osservanza delle procedure messe in atto dagli operatori per garantire l’igiene durante la produzione e la lavorazione. Tra i batteri patogeni la percentuale più elevata di non conformità ha riguardato il genere E. coli (51,40%), incluso il gruppo degli E. coli STEC, seguito dal genere Salmonella (38,2%) e da L. monocytogenes(20,41%). Per quanto concerne i microrganismi indicatori di igiene, la maggior parte delle irregolarità hanno riguardato il genere Staphylococcus (11,44%).

Analisi per la ricerca di sostanze chimiche

La maggior parte delle ricerche analitiche per elementi chimici ha interessato i metalli pesanti (Al, Cd, Hg, Pb, Cu, Sb, etc), con n. 14484 analisi di cui lo 0,52% irregolari. A queste determinazioni seguono in ordine decrescente le ricerche per contaminanti di natura organica, con n. 10.628 accertamenti analitici richiesti, di cui lo 0,14% non conformi e farmaci veterinari, con n. 3.826 determinazioni analitiche e il 3% di irregolarità. Nonostante il numero di analisi richieste per le ammine biogene siano inferiori se confrontate con le suddette classi di analiti, la percentuale di irregolarità è superiore e pari al 3,47%. 

Nessuna non conformità è stata riscontrata per radionuclidi gamma emettitori, mentre per quanto riguarda le  tossine e residui di pesticidi le irregolarità sono state, rispettivamente, dello 0,22% e 0,18%. E’ importante sottolineare che le analisi svolte per la ricerca dei pesticidi nell’ambito del piano nazionale di controllo ufficiale rappresentano solo una parte delle analisi totali nazionali. Quindi per avere un quadro completo delle irregolarità relative ai prodotti fitosanitari occorre anche esaminare i risultati dello specifico Piano Nazionale di controllo, a cui si rimanda per eventuali e ulteriori approfondimenti.

Se si considerano le irregolarità per tipologia di analita, tende a rimanere alta la percentuale di non conformità per le ammine biogene che presentano il 3,47% di irregolarità e gli allergeni con lo 0,73%  

Non conformità nei prodotti alimentari

Dall’esame delle tabelle 7-8-9-11 in tutte le matrici alimentari tendono a prevalere le irregolarità di tipo microbiologico. Negli alimenti di origine animale e nei piatti pronti tali irregolarità hanno rappresentato rispettivamente il 90,05% e il 88,05% delle analisi irregolari totali, mentre nei prodotti di origine vegetale il 78,84%.  Le analisi irregolari per gli elementi chimici e le ammine biogene si riscontrano prevalentemente nel settore del pesce e prodotti ittici dove sul totale delle irregolarità rappresentano, rispettivamente, il 4,90% e il 4,13%.

Le irregolarità per allergeni sono state riscontrate prevalentemente nei prodotti di origine animale e vegetale e nei piatti pronti.

Non conformità nei materiali a contatto (MOCA)

Dall’esame delle tabelle le non conformità per la suddetta macrocategoria hanno riguardato soprattutto gli utensili da cucina. Le non conformità sono consistite prevalentemente in migrazioni dai MOCA di nichel, manganese, cromo e migrazioni globali. Non sono stati interessati da irregolarità i materiali e gli articoli per imballaggio, i contenitori e recipienti per uso domestico e i recipienti per la cottura degli alimenti.


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 Le attività di controllo ufficiale sono state finalizzate principalmente alla verifica dei criteri di sicurezza alimentare, per garantire che l’alimento posto in commercio rispetti i criteri fissati dalla normativa comunitaria o nazionale.

La rendicontazione sui dati dei controlli ufficiali relativi all’anno 2017 rappresenta il primo anno di applicazione della nuova modulistica approvata con le nuove linee guida sul Reg.(CE) 854-882/20004 che va a sostituire il modello A previsto dalle linee guida sul reg. (CE) 882 del 2007.

Tutte le regioni hanno trasmesso le tabelle compilate ad eccezione della regione Valle d’Aosta che ha inviato solo i dati della tabella A relativi al registro annuale delle attività ispettive e di audit sugli stabilimenti alimentari. La regione ha motivato la mancata rendicontazione di cui alle tab B e C in quanto non dispone di un sistema informativo adeguato alle nuove esigenze di raccolta dati molto più articolata e specifica di filiera.

Non tutte le regioni hanno computato in maniera univoca ed omogenea le variabili considerate nelle tabelle,  esempio per quanto riguarda il numero delle attività produttive riportato nelle tabelle B ispezione e audit alcune regioni riportano lo stesso numero in entrambe le tabelle, altre invece inseriscono dati diversi.

Nel complesso, il sistema di controlli ufficiali effettuati riferiti a tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione, sono risultati adeguati ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui al Reg. (CE) 882/2004 ed all’ art. 17 del Reg. (CE) 178/2002.


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Data di pubblicazione: 30 giugno 2018


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