Sei in: Home > 5. Obiettivi del PNI e conclusioni > 5b - Alimenti > Alimenti di origine animale e vegetale - Progetto regionale (Friuli V.G.)

Alimenti di origine animale e vegetale - Progetto regionale (Friuli V.G.)

FONTE: Regione Friuli Venezia Giulia

Progetto regionale Piccole Produzioni Locali (PPL) - Alimenti di origine animale e vegetale

Capitolo 5b. Analisi Critica e Conclusioni

Indicatori di funzionamento e di risultato
Tali indicatori sono stati individuati come numerosità di esiti positivi valutati in decrescendo sia  analizzando l’andamento di ogni   singolo operatore del settore alimentare dal primo anno di attività sia  analizzando l’andamento complessivo delle positività riscontrate.

Come esempio, riportiamo il seguente grafico:

Grafico 3: Positività Listeria monocytogenes in insaccato fresco da inizio attività dell’OSA PPL al 2017
Grafico 3

Dal grafico sopra riportato si può evincere che l’OSA PPL, nel primo anno di attività ha avuto delle positività a Listeria monocytogenes abbastanza importanti come numerosità nell’insaccato fresco  anche se, tutte inferiori ai 10 ufc/g.

Intervenendo con attività di counselling in campo durante le fasi di lavorazione delle carni suine verificando assieme all’OSA la sequenza del processo di lavorazione dalla fase di lavorazione fino a quella di stagionatura analizzando accuratamente anche il piano di pulizia/detersione e disinfezione, si è giunti ad avere zero positività nell’anno 2017 pur avendo aumentato il numero di lotti prodotti.

Va detto che di tali partite positive (Listeria m. <10 ufc/g), i salumi stagionati (al calo del 25%) analizzati  sono risultati tutti conformi.

Valutazione complessiva
La valutazione complessiva dell’attività svolta è sicuramente positiva: il Consumatore è stato sempre tutelato dal protocollo di campionamenti: controllo su ogni lotto prima dell’immissione in commercio, verifica delle condizioni di igiene delle attrezzature e dei locali di lavorazione dei prodotti a base di carne, nonché accertamenti relativi alla sanità animale negli allevamenti avicunicoli

Altri punti di forza per la salubrità del prodotto sono: formazione “ad hoc”, consulenza sul campo, manuali di Buone Pratiche molto agili e di facile utilizzo

Si ricorda che la valutazione del rischio di questa tipologia di imprese alimentari è stata effettuata congiuntamente dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Parco Agroalimentare di San Daniele, i Servizi Veterinari e Servizi Igiene degli Alimenti e della Nutrizione delle Aziende per l’Assistenza Sanitaria nell’ambito della Regione Friuli Venezia Giulia.

Gli obiettivi sanitari del Progetto possono considerarsi raggiunti.

Sono sempre state coinvolte le due Direzioni Regionali, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, il Parco Agroalimentare ed il gruppo di lavoro interaziendale ( Veterinari e personale del  Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione ); di volta in volta sono state contattate le diverse Amministrazioni Comunali, il gruppo Fattorie Sociali e gli altri stakeholders.

La criticità è attualmente rappresentata da:

  • numero di aderenti al Progetto in numero ridotto rispetto a quanti intervengono agli eventi informativi o partecipano ai corsi
  • complessità della normativa fiscale e sua interconnessione con la normativa sanitaria: a titolo di esempio , il termine di prodotto agricolo dal punto di vista fiscale comprende sia l’animale vivo che le carni lavorate da questo ottenute; invece dal punto di vista sanitario si parla di prodotto primario e di prodotto post primario. Per chi vuole intraprendere un’attività alimentare Piccole Produzioni Locali può risultare molto complicato navigare tra i diversi dettami.
  • Definizione di imprenditore agricolo: il Progetto è destinato non solo ad integrare il reddito di chi già lo abbia, ma anche a creare occasioni di lavoro per giovani disoccupati o vecchi esodati: molti di loro possono non essere ancora imprenditori agricoli al momento in cui decidono di aderire al Progetto: naturalmente lo diventano immediatamente prima di iniziare a produrre e vendere.
  • Non sempre le Autorità Comunali sono state debitamente coinvolte ed, a volte, l’utilizzo di locali accessori dell’abitazione non è stato consentito da Regolamenti Comunali
  • Non è stata ancora chiarita, dal punto di vista fiscale, la possibilità di adesione al Progetto da parte delle Cooperative Sociali

Attualmente si sta studiando un percorso per la notifica del Progetto alla Commissione UE, che, in analogia ad altri Progetti Comunitari, conceda il riconoscimento CE ex ai sensi dei Regolamenti CE 852 ed 853 alle imprese Piccole Produzioni Locali: verranno rispettati protocollo e limiti quantitativi, ma il prodotto potrà essere commercializzato sull’intero territorio comunitario.


‹‹‹ Capitolo precedente - Capitolo successivo ›››

Data di pubblicazione: 30 giugno 2018


Condividi:

  • Facebook