FONTE: Ministero della Salute
Alimenti di origine animale - Controlli veterinari a seguito di scambi intracomunitari
Capitolo 1. Attività svolta
Ai sensi del decreto legislativo 30 gennaio 1993, n. 28, gli operatori che ricevono partite di prodotti o animali provenienti da un altro Stato membro sono soggetti a preventiva registrazione presso l’U.V.A.C. (Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari) di competenza territoriale. Inoltre, tali operatori sono tenuti a prenotificare l’arrivo delle partite di prodotti o animali secondo le procedure disposte da tale decreto legislativo. Al 31 dicembre 2017 risultano registrati complessivamente 34.061 operatori prevalentemente situati nelle regioni del nord del Paese: Veneto (7.271), Lombardia (6.207), Piemonte (4.166) ed Emilia Romagna (2.884). Rispetto al 2016 si riscontra un incremento delle registrazioni del 4,9%.
Il numero di partire segnalate agli U.V.A.C. tramite prenotifica nel 2017 è di 2.158.403 (+3,5% rispetto l’anno 2016) e di queste 1.993.470 sono costituite da prodotti di origine animale destinati al consumo umano (tabella 1).
Tali flussi di merci rappresentano un volume di circa 40 volte superiore a quello delle partite importate dai Paesi Terzi. L’aumento del numero delle partite prenotificate è testimonianza sia di un aumento generale delle partite spedite in Italia da altri Paesi membri, che dell’evoluzione delle funzionalità del sistema informativo SINTESIS-Scambi nonché dell’azione di controllo operata, anche per il 2017, dagli U.V.A.C. e dalle AA.SS.LL.
Nel 2017 sono state sottoposte a controlli documentali e fisici n. 8.156 partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano, pari allo 0,41% (tabella 1) delle partite introdotte dai Paesi UE. La percentuale complessiva dei controlli fisici ha avuto un lieve incremento rispetto al 2016 e varia a seconda della tipologia di merce.
Laddove i controlli documentali e fisici ne hanno suggerito l'opportunità, oppure in applicazione di specifiche indicazioni di controllo stabilite dalla Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, si è provveduto ad effettuare i controlli di laboratorio. Dalla tabella 1 emerge che nel 2017 sono stati eseguiti 4.327 (nel 2016, 3.619) controlli di laboratorio su 8.156 (nel 2016, 7.796) partite di merci sottoposte a controlli documentali e fisici con un incremento rispetto al 2016 del 6,58%.
La percentuale dei controlli di laboratorio (53%) è variata in modo anche considerevole in funzione della diversa tipologia di merci, di problematiche di carattere sanitario che si sono rilevate nel corso dell’anno e dell’implementazione di alcuni piani di monitoraggio. A tal riguardo va riportato che nel 2017 sono stati sviluppati e attuati i seguenti specifici piani di controllo di laboratorio in risposta ad alcune emergenze sanitarie o a scopo di monitoraggio:
Per quanto riguarda le carni, la percentuale degli esami di laboratorio rispetto al numero dei controlli documentali e fisici è compresa tra il 44,67% e l’83,08%, in aumento rispetto a quella nel 2016 (38,37 - 76,08%). Tale incremento è da imputare principalmente ai maggiori controlli di laboratorio effettuati sulle carni di pollame e carni equine in relazione ai sopracitati piani di controllo.
Per i prodotti della pesca le percentuali di controllo variano tra il 25% ed il 58,41%, mentre per il latte e i prodotti a base di latte oscillano tra il 46,93% e il 49,41%.
Per le uova e gli ovoprodotti, nel 2017 vi è stato invece un notevole incremento dei controlli fino al 32,06% (nel 2016 5,38%). Tale aumento è anch’esso da imputare alla sopracitata emergenza fipronil, e all’attuazione del piano di monitoraggio nazionale sulle uova e ovoprodotti per la ricerca della salmonella e di talune sostanze chimiche.
Esaminando le percentuali del controllo documentale e fisico per U.V.A.C. di competenza (tabella 2), si evidenziano percentuali di controllo diverse applicate dai vari U.V.A.C. Ciò può derivare sia dalle diverse tipologie e dalle differenti provenienze delle merci che vengono spedite nel territorio di competenza (es. regioni con vocazioni produttive particolari), sia dall’attivazione di allerta comunitarie che in alcuni casi possono interessare solo determinate destinazioni e pertanto causare un aumento nella percentuale dei controlli solo per alcuni U.V.A.C. Dalla tabella 2 emerge come la maggior parte delle partite provenienti dai Paesi dell’UE nel 2017 sia destinata alle Regioni del nord Italia e, in particolare alla Lombardia (430.557 partite), Veneto (350.937), Emilia-Romagna (164.665), Lazio (150.231), seguite dal Piemonte, Toscana, Campania e Puglia. Un discorso a parte deve essere fatto per l’U.V.A.C del Trentino-Alto Adige, in cui l’elevato numero di partite prenotificate (401.471) è strettamente correlato al fatto che le partite sono composte da piccoli quantitativi di merci differenti per cui ogni partita dà origine ad una prenotifica.
Tabella 2 (*sono incluse le partite di animali vivi)
Nella tabella 3 sono riportate le partite prenotificate, controllate e respinte, in base al Paese UE di provenienza. Dalla tabella risulta che i principali Paesi dell’UE che spediscono prodotti verso l’Italia sono: Germania, Francia, Spagna, Austria, Olanda e Danimarca. Su questi Paesi, considerato l’elevato numero di partite introdotte, si è concentrato il maggior numero di controlli anche di laboratorio, tenendo conto che la normativa sugli scambi intra-UE impone che i controlli debbano essere effettuati primariamente dallo Stato UE di origine, lasciando al Paese UE di destinazione la possibilità di effettuare controlli a sondaggio e non discriminatori.
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Vedi anche
Nella Relazione
Nel PNI 2015-2018
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