Data di pubblicazione: 30 giugno 2016
FONTE: Ministero della Salute
Importazione alimenti di origine animale - Controlli svolti
Capitolo 1. Attività svolta
In accordo alla legislazione europea nel settore delle importazioni, i controlli sugli alimenti di origine animale provenienti da Paesi terzi sono svolti dai posti di ispezione frontaliera (PIF) che sono riconosciuti ed abilitati a effettuare i controlli veterinari secondo le disposizioni della direttiva del Consiglio n. 97/78/CE e al Regolamento (CE) n. 136/2004.
In particolare, tale normativa prevede che sulle partite di alimenti di origine animale provenienti da Paesi Terzi devono essere eseguiti controlli veterinari di tipo documentale, per verificare certificati e altri documenti di accompagnamento, d’identità, per verificare la concordanza tra documenti e prodotti, fisici, per ispezionare il prodotto e se necessario effettuare i controlli di laboratorio.
Ai controlli documentali e d’identità sono sottoposte tutte le partite presentate per le importazioni, mentre su una percentuale variabile di partite sono eseguiti controlli fisici e eventualmente di laboratorio. Tale percentuale dipende da diversi fattori tra cui valutazioni basate sul rischio associato a determinate partite e provenienze, dai flussi d’importazione, dalla necessità di attuare misure di salvaguardia o controlli rafforzati e dalle percentuali di controllo programmate.
A riguardo, secondo la normativa, i campionamenti per l’esecuzione dei test di laboratorio possono essere condotti:
In riferimento ai controlli per monitoraggio, conformemente al Regolamento (CE) n. 136/2004 e in ottemperanza alle raccomandazioni comunitarie, per il 2015 si è provveduto ad impostare un piano nazionale di monitoraggio relativo ai controlli per la ricerca dei residui e per la ricerca dei microrganismi, delle loro tossine e metaboliti nei prodotti di origine animale destinati al consumo umano importati in Italia (denominato: Piano nazionale di monitoraggio per i controlli di laboratorio sugli alimenti di origine animale importati dai Paesi terzi).
Lo scopo del piano è quello di armonizzare e razionalizzare i controlli a livello nazionale sulla base della natura degli alimenti di origine animale e dei rischi ad essi associati, della quantità delle partite importate nonché dei risultati di controlli precedenti. In particolare si assicura un’attività di controllo di base uniforme dal punto di vista quantitativo tra tutti PIF nazionali garantendo, se necessari, esami mirati verso determinati Paesi terzi o alimenti di origine animale o sostanze o microrganismi.
Il piano nazionale di monitoraggio 2015 prevedeva un’attività di controllo di base uguale per tutti i PIF italiani e per tutte le matrici e provenienze e un’attività di controllo mirata verso determinati Paesi terzi/prodotti/sostanze o microrganismi (controlli indirizzati).
L’attività di base programmata per il 2015 consisteva nel campionamento del 3% delle partite presentate per l’importazione per ciascuna categoria alimentare, mentre al fine di orientare la tipologia di controlli i PIF dovevano tener conto prioritariamente di quanto previsto nella tabella dei controlli indirizzati e nelle raccomandazioni del piano.
Infine, ulteriori controlli di laboratorio potevano essere disposti da ciascun PIF, in relazione ad autonome valutazioni basate sul rischio, tenendo conto di eventuali cambiamenti dei flussi di importazione e/o di problematiche emergenti. Pertanto, secondo lo stesso criterio ciascun PIF poteva stabilire percentuali di controllo maggiori a quella di base stabilita nel piano.
Tutti i campionamenti condotti dai PIF, sia quelli a scopo di monitoraggio o per sospetto, sia quelli condotti obbligatoriamente in applicazione di programmi di controllo rafforzato previsti dalla normativa o di misure di salvaguardia, contribuiscono al raggiungimento della percentuale minima del 3%, stabilita dal piano nazionale di monitoraggio 2015.
L’attività di controllo complessivamente condotta dai PIF italiani nel 2015 è riportata nella tabella 1 dove, in particolare, sono elencati in colonna:
In riferimento ai risultati 2015, premesso che in conformità alla normativa comunitaria vigente il 100% delle partite è sottoposto a controlli documentali e di identità, dalla tabella 1 si evince che le partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano presentate per l'importazione attraverso PIF italiani sono state 37.771 (nel 2014, 40.199) mentre quelle incluse nel piano sono state 37.646.
Le partite soggette a controllo fisico sono state 17.699 di cui quelle campionate 1.846 (1.875 nel 2014) con una percentuale complessiva di campionamento (totale del n. di partite campionate/ totale del n. di partite incluse nel piano) del 4,9%, superiore a quella rilevata l’anno scorso (4,66%).
La percentuale di campionamento per ciascuna categoria in accordo a quanto previsto dal piano di monitoraggio 2015 è risultata in tutti i casi superiore al 3%.
Similmente all’anno precedente, i campionamenti più numerosi hanno riguardato i prodotti della pesca, dell’acquacoltura, i molluschi e crostacei, (1.285/1.846 campionamenti, 69,6%) e la carne bovina (233/1.846 campionamenti, 12,6%) che sono pure le categorie alimentari di cui è stato importato il maggior numero di partite.
Le analisi più frequenti sono state a) metalli pesanti e antibatterici nei prodotti della pesca, crostacei e molluschi, b) istamina nei prodotti della pesca e preparazioni di pesce, c) microrganismi, tossine e loro metaboliti nella carne bovina (dati TRACES DWH QlikView).
Estrapolandoli dall'insieme dei controlli svolti, illustrati nella tabella 1, nei successivi TAB vengono illustrati i dati di dettaglio delle attività svolte nell'ambito dei "Controlli indirizzati" e delle "Raccomandazioni".
Per quanto riguarda i controlli indirizzati (tabella dei controlli indirizzati del piano di monitoraggio 2015) ciascun PIF doveva effettuare almeno un campionamento per ogni matrice, Paese terzo di origine e esame di laboratorio elencati nella seguente tabella 2.
Dai dati raccolti, trasmessi dai PIF, è emerso che i controlli indirizzati sono stati condotti in accordo al piano anche se con qualche deviazione minore. Le cause di tali deviazioni sono state l’arrivo di un esiguo numero di partite e/o di piccole quantità di prodotto o di matrici non idonee all’esame previsto (es. pesce catturato e non di acquacoltura), le interruzioni imprevedibili del flusso di importazione, l’esecuzione di altri controlli previsti dal piano o di controlli rafforzati obbligatori e difficoltà logistiche.
In seguito a tali tipologie di campionamento sono stati riscontrati 6 esiti sfavorevoli.
Le raccomandazioni per il 2015 riguardavano i controlli di laboratorio sulle seguenti matrici:
e i controlli per la rilevazione di:
1. Miele e prodotti dell’apicoltura
Per il miele e prodotti dell’apicoltura, tenuto conto dei risultati ottenuti negli anni precedenti, la percentuale minima di campionamento programmata nel piano 2015 è stata fissata al 5% per i prodotti provenienti da Cina, Vietnam, Paesi terzi dell’Europa dell’Est, Paesi del Sud America. Tale percentuale doveva essere applicata a ciascuno di tali paesi. Mentre per il miele e prodotti dell’apicoltura provenienti da altri Paesi terzi la percentuale minima di campionamento da applicare era il 3% del numero totale delle partite presentate per l’importazione e incluse nel piano indipendentemente dalla provenienza.
Nella tabella 3 sono riportati i risultati complessivi dell’attività di controllo.
Le partite presentate per l’importazione sono state 276 e sono arrivate principalmente dalla Cina (169 partite), Argentina (40 partite), Cile (20 partite) e minor misura da Australia, Turchia, Nuova Zelanda, Brasile, El Salvador, Messico, Guatemala, Uruguay, Etiopia, Tailandia e Macedonia.
Rispetto al precedente anno il numero di campioni è rimasto pressoché invariato (29 nel 2014, 33 nel 2015) così come la percentuale di controllo che è risultata il 12% ( 11,5 % nel 2014).
Per singolo Paese terzo sono state superate le percentuali minime previste dal piano, il 5% o 3% a seconda della provenienza.
Per quanto riguarda la tipologia di controllo sono state ricercate quasi tutte le sostanze raccomandate nel piano e in più altre sostanze quali metaboliti dei nitrofurani, tilosina e amitraz. Per alcuni antibatterici quali lincomicina, trimethoprim non è stato possibile condurre le analisi in mancanza di metodiche accreditate, mentre rispetto allo scorso anno è stato effettuato un campionamento per metronidazolo in seguito all’accreditamento della prova da parte di un laboratorio.
I controlli effettuati hanno dato esito favorevole su tutte le provenienze come nel 2014.
2. Pesci appartenenti alla famiglia Pangasiidae
Per i pesci appartenenti alla famiglia Pangasiidae, nel 2015 tenuto conto dei risultati ottenuti negli anni precedenti, è stato programmato il campionamento di almeno il 3% delle partite presentate per l’importazione per la ricerca di sostanze e microrganismi, loro tossine e metaboliti. Dai dati presentati dai PIF (tabella 4) risulta che le partite di pesci appartenenti alla famiglia Pangasiidae sono pervenute dal Vietnam e in misura minima dal Myanmar, Bangladesh e dalla Tailandia. Ne sono state presentate 575 (576 nel 2014) e campionate 29 (43 nel 2014) con una percentuale di controllo complessiva del 5,04% (7,47 nel 2014).
Le analisi hanno riguardato la ricerca delle sostanze e dei microrganismi indicati nel piano 2015 (es. metalli pesanti, residui, pesticidi, verde malachite, vibrioni, salmonella, etc) e nessun esame ha dato esito sfavorevole (4 esiti sfavorevoli nel 2014 per nitrofurani e loro metaboliti).
Da quanto si evince in tabella i dati sui flussi di importazione attraverso i PIF italiani sono in linea con quelli degli anni precedenti e la percentuale minima di controllo prevista dal piano 2015 (3%) è stata raggiunta.
3. Prodotti a base di carne di pollame importati dalla Cina
Per i prodotti a base di carne di pollame dalla Cina il piano 2015 prevedeva il controllo del 30% delle partite importate dalla Cina per la ricerca delle sostanze vietate del Reg. CE 37/2010, sostanze antibatteriche (tetracicline, sulfamidici, chinoloni) e coccidiostatici (nicarbazina).
Sulla base dei dati comunicati dai PIF non sono state presentate partite per l’importazione.
4. Molluschi bivalvi
Per i molluschi bivalvi il piano 2015 prevedeva controlli per la ricerca delle biotossine marine e virus dell’epatite A senza specificare percentuali di campionamento. Complessivamente, inclusi gli ulteriori esami per norovirus, sono stati effettuati 55 esami (129 nel 2014) ripartiti così come in tabella 5. La maggior parte degli uffici che ha ricevuto partite ha effettuato almeno uno dei tre esami e sono state coperte tutte le provenienze. Nessuna analisi per biotossine o virus dell’epatite A ha dato esito sfavorevole, mentre per i norovirus si è avuta una positività in vongole dal Vietnam.
5. Trattamenti non autorizzati con radiazioni ionizzanti
Al fine di pianificare in maniera unitaria e armonizzata le attività di controllo sia a livello nazionale, sia sui prodotti importati, il Ministero della salute, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanita e il Centro di Referenza Nazionale per la Radioattività (CRNR) dell'IZS della Puglia e Basilicata, ha approvato il Piano nazionale di controllo ufficiale sugli alimenti e i loro ingredienti trattati con radiazioni ionizzanti da attuare nel quadriennio 2015-2018.
Pertanto, a partire da febbraio 2015, per quanto riguarda le importazioni di prodotti di origine animale destinati al consumo umano, i controlli da parte dei PIF sono stati condotti in attuazione del suddetto piano nazionale.
Il piano elenca i Paesi terzi da controllare preferibilmente in quanto in essi è noto l’uso di radiazioni ionizzanti e stabilisce le matrici da campionare, il numero e la ripartizione annuale dei campioni tra i PIF, le modalità di campionamento e i flussi informativi per la trasmissione dei risultati.
Di seguito si riporta l’andamento dei campionamenti e i risultati degli esami negli ultimi 5 anni:
Nel 2015 sono state campionate 29 partite (nessun risultato sfavorevole, 3 esami non eseguibili/non interpretabili).
6. Metalli pesanti su alcuni prodotti della pesca e cefalopodi
Per quanto riguarda i controlli per la rilevazione dei metalli pesanti è proseguito il monitoraggio nei confronti di taluni prodotti della pesca più suscettibili di altri di contaminazione e in particolare, per il 2015, come l’anno precedente, è stato programmato il campionamento del 3% delle partite di pesce spada, squali, tonni e cefalopodi.
Dall’esame dei dati trasmessi dai posti di ispezione frontaliera (tabella 6) è emerso che nel 2015 sono state incluse nel programma di monitoraggio complessivamente 14.262 partite di pesce spada, squali, tonni e cefalopodi e ne sono state campionate 542 con una percentuale di controllo del 3,8%.
I risultati sfavorevoli nel 2015 sono stati 5, hanno esitato in altrettante notifiche RASFF e riguardavano:
Ulteriori 8 esiti sfavorevoli per mercurio sono stati rilevati in specie di pesci non inclusi nel piano (cernia, dentice, pagro, pesce S. Pietro, scorfano).
I dati dell’attività di controllo 2015 sono in linea con quelli dell’anno precedente sia per quanto riguarda i campionamenti sia per gli esiti delle analisi; infatti, nel 2014 le partite a rischio incluse nel piano sono state 16.091, i campioni 543, la percentuale di controllo 3,37% e i risultati sfavorevoli 5.
7. Sali di ammonio quaternari nei prodotti lattiero caseari
Per quanto riguarda i controlli per la ricerca dei sali d’ammonio quaternari in accordo alla nota DGSAN 0028361-P-07/08/2012 e ad alcune linee guida comunitarie, il piano 2015 ha previsto dei campionamenti sui prodotti lattiero caseari importati.
In particolare è stato raccomandato a ciascun posto d’ispezione frontaliera di campionare una partita per la ricerca di DDAC (cloruro di didecildimetilammonio) e BAC (benzalconio cloruro).
Dalle informazioni trasmesse dai PIF risulta che è stato effettuato 1 campionamento su una partita di lattosio (Paese Terzo di origine: Israele) con risultato favorevole, mentre la maggior parte degli uffici non ha ricevuto partite da esaminare e in un caso non è stato possibile effettuare l’analisi in mancanza di prove accreditate per la matrice arrivata.
8. Fenilbutazone e cadmio nella carne equina
I controlli per la ricerca del fenilbutazone e cadmio nelle carni equine sono stati disposti a scopo di monitoraggio, in seguito allo scandalo 2013 dovuto alla presenza sul mercato di prodotti alimentari contenenti carne equina non dichiarata in etichetta (raccomandazione comunitaria 2013/99/UE e nota DGISAN 5987 del 19/02/2013) e in considerazione di recenti pareri scientifici sul cadmio. I campionamenti, sulla base dei flussi di importazione 2012-2014, sono stati affidati solo a 3 PIF (Genova, Vado Ligure e Roma Fiumicino).
Nella tabella 8 si riporta la programmazione e i campionamenti eseguiti. In analogia all’anno precedente, si evince la piena attuazione dei campionamenti da parte degli uffici designati e l’assenza di risultati sfavorevoli.
9. Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC)
Infine, sulla carne ovicaprina sono stati programmati campionamenti per l’Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC) per tutti i PIF a scopo di monitoraggio e tenuto conto delle conclusioni di recenti pareri scientifici.
A riguardo è stato stabilito almeno un campionamento per ogni posto d’ispezione frontaliera sulle partite di carne ovina importata. Dalla seguente tabella 9 si evince che i PIF interessati dai traffici maggiori hanno effettuato complessivamente 4 campionamenti e gli esiti dei test sono stati tutti favorevoli.
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