FONTE: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Qualità dell’aria (NO2 e O3)
L’inquinamento atmosferico è un tema di rilevanza prioritaria in quanto rappresenta un importante fattore di rischio per la salute umana, i cui effetti sono documentati da numerosi studi clinici, tossicologici ed epidemiologici, oltre a determinare importanti effetti dannosi all’ecosistema e ai manufatti. In questo capitolo sono presentati gli indicatori relativi alla qualità dell’aria nelle aree urbane, con riferimento in particolare ai livelli osservati nel 2014 e al rispetto degli obiettivi previsti dalla normativa vigente.
Viene anche riportato un quadro preliminare per il 2015, relativo ai valori giornalieri di PM10 superiori a 50 µg/m³ e all’ozono estivo.
I dati di base, relativi agli indicatori calcolati per le singole stazioni di monitoraggio appartenenti alle reti regionali, sono stati forniti dalle ARPA/APPA specificatamente per la finalità del presente rapporto e le elaborazioni degli indici sintetici sono state a cura di ISPRA.
I limiti di legge di benzene, arsenico, cadmio e nichel (riferiti alla media annuale) sono rispettati in tutti i casi come accade ormai da alcuni anni. Per il PM2.5 fa eccezione solo l’agglomerato di Milano, mentre per il benzo(a)pirene si registrano superamenti del valore obiettivo anche a Torino, Bolzano e Terni.
Per il PM10 si registrano superamenti del valore limite giornaliero in 29 aree urbane, e 18 di queste hanno già superato il valore limite giornaliero nel 2015; inoltre il valore limite annuale per l’NO2 è superato in almeno una delle stazioni di monitoraggio in 20 città. Per quanto riguarda l’ozono l’obiettivo a lungo termine non è rispettato nella quasi totalità delle aree urbane.
Complessivamente si registra quindi ancora una significativa distanza dagli obiettivi di risanamento della qualità dell’aria, che come noto, avrebbero dovuto essere raggiunti già nel 2005 per PM10, O3 e NO2, nel 2012 per il benzo(a)pirene e nel 2015 per il PM2.5. In generale si osserva comunque un miglioramento della qualità dell’aria, rispetto agli anni precedenti. Sebbene questo possa essere inquadrato nella tendenza di riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico osservata in modo oggettivo negli ultimi 10 anni in Italia, attraverso approfondite analisi statistiche dei trend (ISPRA 2014), non bisogna dimenticare che i livelli di inquinamento atmosferico possono essere soggetti ad oscillazioni interannuali dovute in larga parte al naturale alternarsi di condizioni più o meno favorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Per maggiori dettagli si rimanda al Rapporto per il 2015, qui allegato.
Documentazione
Vedi anche
Nella Relazione
Nel PNI 2015-2018
Sul portale del Ministero della Salute