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Qualità e genuinità degli oli di oliva nazionali - Programma di controlli

FONTE: Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Programma di controlli a tutela della qualità e genuinità degli oli di oliva nazionali

Capitolo 2. Risultati

Nell’ambito del programma (Tabella 1) sono risultati irregolari il 14,9% degli operatori controllati (oltre 3.560), l’8,3% dei prodotti oggetto di verifica (7.860) e il 4,5% dei campioni analizzati (961 campioni). Il 3,2% dei campioni (10) sottoposti a valutazione organolettica (panel test) è risultato irregolare comportando, nella maggior parte dei casi, il declassamento di olio di oliva dichiarato extravergine a vergine o lampante.

Solo per 2 campioni risultati irregolari per le caratteristiche organolettiche sono state accertate anche non conformità di parametri chimici.

Le irregolarità accertate hanno prodotto 46 notizie di reato, 289 contestazioni amministrative e 44 sequestri, per un valore di circa 300.000 €, senza portare alla luce frodi di particolare rilevanza economica.

Nessuna violazione penale è stata rilevata a carico degli oli a DOP e a IGP.

Le più diffuse contraffazioni degli oli extravergini di oliva (37 notizie di reato, pari a oltre l’80% del totale) sono riconducibili a olio di oliva dichiarato extravergine 100% italiano ma risultato all’analisi una miscela con olio di oliva raffinato o con oli di semi.

Le contestazioni amministrative hanno riguardato, principalmente:

  • Violazioni degli obblighi di registrazione nei registri di carico e scarico (omissioni, inesattezze, ritardi o mancata detenzione del registro)
  • Usurpazione, imitazione o evocazione di una DOP, o del segno distintivo o del marchio, nella designazione e presentazione del prodotto
  • Indebito uso commerciale di una DOP (in mancanza di certificazione di conformità o per violazione del disciplinare di produzione)
  • Irregolare utilizzazione delle indicazioni facoltative o della designazione dell’origine
  • Omissione di indicazioni obbligatorie o utilizzo di indicazioni ingannevoli per il consumatore
  • Olio extravergine di oliva italiano risultato all’esame organolettico olio vergine di oliva;
  • Mancato adempimento degli obblighi di rintracciabilità
  • Mancato assolvimento, da parte dei produttori di oli extravergine a DOP, degli obblighi pecuniari nei confronti degli OdC e/o dei Consorzi di tutela.

Nell’ambito della protezione degli oli a DOP a seguito di controlli in e-commerce:

  • Interessatoil DEFRA (Department of Environment, Food and Rural Affairs) per i successivi accertamenti circa la commercializzazione sul sito www.belazu.com e in numerosi esercizi commerciali nel Regno Unito di olio extra vergine di oliva “Ligurian Taggiasca” prodotto dalla società “Belazu the fresh olive ltd” evocante l’olio italiano “Riviera Ligure DOP”.
  • Segnalata la vendita on-line, sul sito britannico http://www.vallebona.co.uk/, di oli extra vergine di oliva denominati “Ligurian Extra Virgin Olive oil” e “Lemon Sardinian EVO” con il marchio Vallebona”, evocanti le denominazioni di origine protette “Riviera Ligure DOP” e “Sardegna DOP”.


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Operazione MAMMA MIA

Dopo indagini sviluppatesi per tutto il 2015, nei primi giorni di febbraio 2016, valorizzando le informazioni acquisite attraverso il registro SIAN, l’ICQRF, con la preziosa collaborazione della Guardia di Finanza, ha condotto una vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, che ha portato al blocco di un esteso e collaudato sistema di frode, radicato in Puglia e Calabria, nel settore oleario.

L’indagine, nella quale sono 8 gli indagati accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, ha consentito di bloccare la commercializzazione di oltre 2.000 tonnellate di olio extravergine di oliva falsamente fatturato italiano, ma in realtà proveniente da Grecia e Spagna, per un valore di oltre 13 milioni di euro.

Il complesso sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese “cartiere” pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l’origine nazionale di olio extravergine di oliva, in realtà spagnolo e/o greco, che – mediante artifizi e triangolazioni documentali – arrivava presso ignari soggetti imbottigliatori già designato come made in Italy, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato.


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Data di pubblicazione: 30 giugno 2016


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