FONTE: Regione Lombardia
Piano di sorveglianza per Streptococcus agalactiae nel latte alla stalla
Capitolo 1. Attività svolta
Il controllo della mastite da Streptococcus agalactiae rappresenta storicamente uno degli obbiettivi primari dell’intervento veterinario per la lotta alle patologie mammarie negli allevamenti delle bovine da latte.
Streptococcus agalactiae ha il suo resevoir nella mammella delle bovine infette e si diffonde soprattutto durante le operazioni di mungitura contaminando guaine e impianto, ma è favorita anche da manualità non corrette. Induce per lo più mastiti subcliniche con elevata conta delle cellule somatiche.
Il miglioramento della situazione sanitaria degli allevamenti viene perseguito attraverso un piano rivolto a tutti gli operatori del settore, con l’obbiettivo di assicurare le garanzie sanitarie nella compravendita degli animali, valorizzare la produzione del latte della Regione Lombardia e riconoscere gli allevamenti in funzione dello status raggiunto contribuendo in tal modo a migliorare la qualità del latte in relazione al parametro cellule somatiche previsto dal Reg.CE 853/04 e s.m.i..
Il piano di controllo è partito, nel primo semestre del 2012, dopo una fase di informativa rivolta sia agli allevatori che alle associazioni di categoria; è stata richiesta l’adesione volontaria al programma di eradicazione. Poi, a partire dal secondo semestre 2012 e nell’arco temporale di vigenza del piano (2012-2014), è stato analizzato il latte di massa di tutte le aziende attive o in occasione dell’esame previsto dal piano di controllo sulla brucellosi o mediante controlli ad hoc. Il metodo analitico utilizzato è l’esame batteriologico con semina su terreno culturale selettivo (TKT).
Il progetto poi è stato ripresentato nel Piano Regionale Integrato della sanità Pubblica Veterinaria 2015-2018 e verrà mantenuto con l’obiettivo di garantire le qualifiche raggiunte dagli allevamenti lombardi.
Tabella 1 Attività svolta
Il numero di allevamenti presenti è superiore alla somma degli allevamenti testati nei confronti del patogeno in quanto comprende anche allevamenti a capi zero che possono essere depennati dall’anagrafe solo dopo un ben determinato lasso di tempo.
L’esame dei dati relativi ai controlli effettuati rileva che la percentuale delle aziende positive è stabile e decresce molto lentamente. Si tratta di aziende dove il livello manageriale è basso e scarsa è la propensione ad interventi di tipo igienico-sanitari. Spesso tali allevamenti sono anche interessati da restrizioni relative alla commercializzazione del latte per il superamento dei tenori previsti dal Reg. (Ce) 853/04 per carica batterica e cellule somatiche.
Le aziende positive sono state oggetto di attività di formazione e richiesto il coinvolgimento del veterinario libero professionista per la definizione del piano sanitario di controllo atto a debellare l’infezione. Particolare attenzione è stata posta alle aziende negative ribadendo l’importanza di adozione di norme di biosicurezza atte ad impedire l’ingresso in stalla dell’agente patogeno.
In banca dati regionale la qualifica raggiunta dall’allevamento viene registrata ufficialmente.
Le qualifiche previste sono:
La qualifica verrà riportata automaticamente sul modello di accompagnamento degli animali in caso di vendita da “vita” per permettere scelte consapevoli nell’acquisto di capi.
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Vedi anche
Nella Relazione
Nel PNI 2015-2018
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