FONTE: Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Controlli ad hoc svolti dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Capitolo 1. Attività svolta
Nel settore dei prodotti derivati dalla pesca (capitolo 03), a seguito dell’entrata in vigore del Reg. CE n.1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha proseguito, in collaborazione con il competente Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, l’attività di verifica sul corretto adempimento delle formalità all’importazione e assicurato il proprio apporto ai lavori svolti in sede europea dalla Commissione UE e dalla European Fisheries Control Agency.
Nel corso del 2015 si è provveduto ad evadere le varie richieste provenienti dalla DG MARE riguardanti i certificati di cattura e i documenti ad essi allegati al fine di contrastare la pesca illegale. In particolare sono stati coinvolti gli Uffici periferici nell’ attività di controllo dei certificati di cattura provenienti dai seguenti Paesi: Kenya, Taiwan, Yemen, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone.
Inoltre sono state predisposte delle misure di controllo dei certificati di cattura in caso di respingimento all’estero per motivi sanitari. In particolare nei casi di respingimento all’estero dei prodotti ittici per motivi sanitari, gli Uffici hanno verificato se il prodotto ittico respinto necessitava di certificato di cattura e in caso positivo hanno effettuato il controllo, adottando tutte le misure previste dal Reg.(CE) n. 1005/2008, dal Reg.(CE) n. 1010/2009 nonché dalla circolare 4/D del 2010.
Si è preso inoltre parte alle varie riunioni tenutesi presso Vigo e Bruxelles sull’implementazione del Regolamento e sono state evase richieste di assistenza di altre autorità comunitarie (ungheresi e spagnole) relativamente alle importazioni di polpo di origine marocchina.
Come nei precedenti anni, è proseguita, da parte dell’Agenzia, l’attività di contrasto alla contraffazione dei prodotti alimentari che anche nel 2015 ha portato al conseguimento di importanti risultati.
In via preliminare, al fine di corrispondere correttamente agli obiettivi e finalità perseguite dal Comitato tecnico, istituito presso il Ministero della Salute, al quale l’Agenzia prende parte, l’Ufficio Intelligence della Direzione Centrale Antifrode e Controlli nel 2015, nel settore agro-alimentare ha concentrato e indirizzato i propri accertamenti prevalentemente sugli aspetti relativi alla tutela della qualità e dell’origine dei prodotti alimentari, puniti e sanzionati ai sensi degli art.li 515 (frode nell’esercizio del commercio) e 517 c.p. (vendita di prodotti industriali con segni mendaci), connessi con il delitto falso di cui all’art. 483 c.p. (falsa dichiarazione di privato in atto pubblico).
In particolare, per quanto riguarda gli aspetti strettamente legati ai controlli sanitari, si è provveduto ad inoltrare al competente Comando Carabinieri - Tutela della Salute (NAS), le liste degli operatori economici, con precedenti specifici, individuati e già sanzionati dall’Agenzia per frode in commercio nel settore oleario, al fine di poter effettuare controlli mirati e compiere gli ulteriori approfondimenti di competenza, connessi specificatamente ai profili sanitari e alla tutela della salute del consumatore.
In particolare, relativamente al “latte e derivati”, “miele ed altri prodotti dell’alveare”, ad ogni buon fine, si rappresenta che l’Agenzia aveva già svolto negli anni passati - 2013 e 2014 - specifiche attività di analisi e monitoraggio dei flussi di tali prodotti, effettuando specificatamente controlli diretti alla tutela della denominazione di origine (DOP) del parmigiano reggiano, del grana padano e pecorino, predisponendo controlli mirati sia sulle spedizioni dichiarate presso gli Uffici doganali territoriali, nonché presso le sedi delle aziende produttrici.
Le informazioni con gli elementi di valutazione ed analisi di rischio emersi, oltre che agli Uffici doganali territoriali, infine, sono state partecipate anche al MIPAAF - ICQRF e alle FF.PP. specialistiche per la valutazione degli eventuali ulteriori profili istituzionali di competenza, a seguito delle quali sono scaturite attività di collaborazione e approfondimenti investigativi congiunti, di cui alcuni tutt’ora in corso, anche su delega della A.G. competente.
OPSON IV – Operazione congiunta per la lotta alla contraffazione dei prodotti alimentari a denominazione di origine protetta e controllata.
Sempre in tale ambito per il suo grande rilievo, si segnala l’operazione denominata OPSON IV, condotta con INTERPOL e EUROPOL per la lotta alla contraffazione dei prodotti alimentari a denominazione di origine protetta e controllata ed incentrata sul controllo e sequestro di spedizioni illecite alle frontiere portuali, nonché attività investigativa sulle correlate ipotesi criminose.
Le attività di controllo sono state condotte dall'Agenzia in collegamento con l’INTERPOL e si sono svolte tra la fine del 2014 e gennaio 2015, riguardando 14 spedizioni in importazione e 50 in esportazione interessando i settori alimentari indicati nel grafico seguente:
Ciascuna operazione di controllo effettuata dalle Strutture doganali territoriali è stata supportata direttamente dall’Ufficio Intelligence, secondo gli standard operativi definiti per la Sala Analisi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il quantitativo totale delle merci sottoposte a controllo nell’ambito dell’operazione congiunta è stata pari ad oltre 900.000 Kg., per un valore di circa 3.000.000 di Euro.
Nel 2015 è proseguita l’attività di controllo nel settore dei prodotti da agricoltura biologica, sulla base delle disposizioni previste dalla Circolare 13/D del 02.08.2013 in stretta collaborazione con l’autorità nazionale competente, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Sono poi proseguiti, congiuntamente ai competenti servizi del MIPAAF, i lavori per l’implementazione dello sportello unico doganale nel particolare settore.
Infine l’Agenzia ha preso parte a specifiche attività comunitarie, nell’ambito delle quali ha promosso la dematerializzazione della certificazione necessaria per l’importazione di prodotti bio (certificato d’ispezione), allo scopo di accelerare gli adempimenti e assicurare la corretta esecuzione dei relativi controlli. Tale processo di dematerializzazione è stato avviato coinvolgendo, in fase di test, alcuni uffici doganali pilota di un numero limitato di Stati membri, tra cui l’Italia, che partecipa al test con gli Uffici delle dogane di Ravenna e Verona.
Vedi anche
Nella Relazione
Nel PNI 2015-2018
Sul portale del Ministero della Salute