Data di pubblicazione: 25 giugno 2015
FONTE: Regione Piemonte
Controllo igienico-sanitario delle acque utilizzate nelle imprese alimentari
Macroarea: Alimenti
Settore: Sicurezza e nutrizione
5. Analisi critica e conclusioni
Nel triennio considerato sono state censite ed analizzate 234 industrie alimentari allacciate all’acquedotto e 399 con approvvigionamento autonomo.
Per entrambe le tipologie di aziende le non conformità chimiche riguardano esclusivamente i parametri riportati nel D.lgs. 31/01 s.m.i come “indicatori”, la cui presenza indica il grado di efficienza della manutenzione delle condutture e dei sistemi di trattamento ma non ha effetti nocivi sulla sicurezza alimentare e sulla salute dei consumatori.
Le criticità microbiologiche sono analoghe e derivano da scorretta/insufficiente disinfezione dell’acqua e/o scarsa pulizia/manutenzione dell’impianto idrico aziendale.
In nessun caso e in nessun anno del triennio 2012-2014 sono stati rilevati al rubinettoesiti sfavorevoli per parametri tossici (organoclorurati, fitofarmaci e metalli pesanti), solo nel 2012 sono stati trovati 3 campioni con fitofarmaci in eccesso (bentazone, desetilterbutilazina e oxadiazon) ai pozzidi imprese non allacciate.
Nello specifico le non conformità (85) registrate nel triennio per le imprese con approvvigionamento autonomo non sono gravi né per superamento dei limi di legge né per tipologia di parametri, pertanto l’acqua utilizzata nel processo produttivo risulta di buona qualità.
La distribuzione sul territorio dei campioni fuori norma conferma il dato già rilevato per gli anni 2012 e 2013, ovvero che le problematiche non sono correlate ad uno specifico settore produttivo, bensì alle condizioni strutturali delle captazioni, delle reti idriche interne aziendali e al trattamento utilizzato per l’acqua.
L’attività è stata indirizzata mediante l’adozione della D.G.R. 10 gennaio 2012, n. 2-3258 e della D.G.R. 30 luglio 2012, n. 59-4262 con cui la Regione Piemonte ha approvato le Linee guida per il controllo della qualità dell’acqua utilizzata nelle imprese alimentari.
Nel corso del triennio sono state superate le criticità operative del controllo grazie all’utilizzo, ormai consolidato, delle due schede tecniche predisposte nel 2013 per la valutazione del rischio connesso all’acqua utilizzata dalle imprese.
La prima scheda traduce in numeri la gravità attribuibile a ciascun fattore di rischio (0 rischio basso - 0,5 rischio medio -1 rischio alto) che sommati ottengono un punteggio, in base al quale si calcola, con l’ausilio della seconda scheda, quali e quante analisi l'OSA deve effettuare al fine di garantire la qualità dell’acqua.
Le schede costituiscono uno strumento operativo immediato ed efficace da utilizzare, sia da parte delle ASL che degli OSA e possono essere inserite tout court nel piano di autocontrollo di quest’ultimi.
Sulla base delle esperienze raccolte nel triennio, la valutazione del metodo di controllo adottato risulta positiva: la maggior parte degli OSA, grazie all’assistenza delle ASL, ha applicato correttamente le schede di valutazione del rischio e quindi migliorato la conoscenza della propria impresa alimentare, individuando specifiche criticità gestionali e strutturali, in base alle quali poter pianificare controlli quantitativi e qualitativi adeguati.
Inoltre l’utilizzo di un metodo operativo univoco, non discrezionale, ha reso più omogenea l’azione di sorveglianza delle ASL a livello regionale.
Buona parte dei risultati ottenuti va anche attribuita alle attività di informazione-formazione rivolta alle Associazioni di categoria ed agli Organi di controllo mediante i seminari organizzati dalla Regione in collaborazione con le Camere di Commercio ed i corsi di formazione ECM dedicati agli operatori delle ASL, medici e veterinari.