Attività svolta nel settore agroalimentare dal CC Politiche Agricole e Alimentari
Macroarea:Alimenti Settore: Forze di Polizia
3A. Azioni correttive
Le principali attività di controllo sulla filiera agroalimentare hanno riguardato, in particolare, i sequestri di:
oltre 165 mila litri di vino/mosto:
introdotto irregolarmente nella cantina;
non corrispondente tra giacenza fisica e contabile;
commercializzato come falso vino DOC;
17 mila e 647 kg di prodotti lattiero caseari tra cui falso Parmigiano Reggiano e Grana Padano DOP, falsa Mozzarella di Bufala Campana DOP e latte fresco in violazione delle norme sulla tracciabilità;
oltre 8 mila kg di olio di cui 7 mila kg venduto come extra vergine d’oliva in realtà risultato una miscela di olio di semi e circa 400 kg di falso olio extravergine d’oliva biologico al limone;
oltre 7 mila kg tra cui salumi, preparati di carne per ripieni e 770 kg di falsi “Prosciutti di Parma DOP”;
11 mila e 200 kg (di cui 2 mila e 200 kg in collaborazione con il NAS di Bari) di prodotti ortofrutticoli in violazione alla normativa sulla tracciabilità;
oltre 242 mila unità di etichette/packaging illegali;
5 mila kg di fitofarmaci contraffatti.
La cooperazione internazionale di polizia. L’Operazione OPSON IV
Nel mese di dicembre 2014, nell’ambito dell’Operazione “OPSON IV” pianificata dal Segretariato Generale di Lione dell’O.I.C.P. – Interpol per contrastare la contraffazione dei prodotti alimentari, i Nuclei Antifrodi Carabinieri in collaborazione con i NAS hanno effettuato controlli straordinari sulla tracciabilità in aziende, laboratori di produzione, pescherie e caseifici, sequestrando oltre 9 mila e 500 kg di prodotti alimentari e contestando 10 sanzioni amministrative.
L’Operazione “OPSON IV”si è svolta in contemporanea in 41 Paesi per un periodo di 2 settimane; la prima dal 15 al 20 dicembre 2014, la seconda dal 15 al 19 gennaio 2015.
Nella tavola allegata è riportato un prospetto dettagliato delle attività svolte nel 2014 dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari.
I controlli dei Nuclei Antifrodi Carabinieri hanno individuato:
in Roma Capitale, all’interno di uno “store internazionale“, un circuito di commercializzazione di falso “Made in Italy” relativo a produzioni dolciarie con raffigurazioni del tricolore e diverse località italiane pur risultando prodotto in Belgio;
in provincia di Milano, una società agroalimentare che è risultata aver commercializzato 19 mila e 300 kg di prodotti ortofrutticoli con denominazione di vendita “Made in Italy” irregolare, in realtà provenienti dall’India;
flussi irregolari di vendita di vini italiani tutelati, in Irlanda, Inghilterra, Svezia e Canada.
Inoltre nell’ambito dell’azione di contrasto al “falso Made in Italy” all’estero, il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha individuato un’associazione per delinquere transazionale dedita alla contraffazione ed alla commercializzazione sul circuito internazionale di “wine - kit” [termine in lingua inglese teso ad indicare il complesso di materiali e materie prime per produrre vino “fai da te”. Ogni wine kit contiene un liquido (mosto concentrato) e diversi tipi di polveri e sostanze (tra cui: il lievito necessario per la fermentazione, la bentonite per la chiarificazione del vino, il metabisolfito di potassio, il sorbato di potassio come antifermentativo e il liquido chiarificatore, e talvolta anche segatura per dare un sentore di legno). Mescolando il liquido e le polveri e seguendo le istruzioni si ottengono, in circa 5 giorni, 30 bottiglie di "vino".] recanti i riferimenti di 24 vini italiani DOP e IGP, tra i più famosi e noti al mondo, tra i quali Amarone, Barolo, Chianti, ecc., il cui volume d’affari illegale è stato stimato in oltre 28 milioni di euro.
La complessità delle attività delle indagini ha consentito di sequestrare oltre 15 mila litri di mosto concentrato irregolare destinato alle produzioni all’estero e di 600 kg di sostanze coloranti scadute, con contenuto di metanolo oltre il limite consentito, destinate alla produzione di “wine kits”, nonché numerose etichette contraffatte.
Sono state segnalate alla rete di cooperazione internazionale di polizia e alle Autorità diplomatiche n. 9 tipologie di prodotti contraffatti e falsamente evocanti marchi nazionali di qualità tra cui vini, formaggi, insaccati e cioccolato.
Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha inteso rafforzare i controlli ponendo particolare attenzione alla tutela della qualità delle produzioni alimentari (DOP, IGP, STG e Biologico):
in provincia di Mantova, unitamente al personale del consorzio del Grana Padano, presso una società alimentare sono state sequestrate 250 forme con false evocazioni alla DOP “Grana Padano” ed al “Parmigiano Reggiano”;
in provincia di Rimini, Verbania e Trento, sono stati individuati circuiti di commercializzazione di prodotti con indebite evocazioni marchi IGP “Cipolla Rossa Tropea Calabria” e la DOP “Taleggio” e “Parmigiano Reggiano”;
in provincia di Brescia, è stato individuato un circuito illegale di oltre 5 mila kg di falso “Grana Padano DOP” grattugiato e falso “Parmigiano Reggiano DOP”;
in provincia di Torino, presso una società artigianale, sono state sequestrate 123 confezioni di sale integrale ed alcune confezioni di pistacchio sgusciato di Bronte (kg 40), per indebita evocazione marchi “Sale Marino di Trapani IGP” e “Pistacchio Verde di Bronte DOP”;
in provincia di Cremona, presso una società alimentare, sono state sequestrate oltre 6 mila kg di confezioni di pasta ripiena evocanti falsamente le DOP “Prosciutto di Parma” e “Pecorino Romano”.
Inoltre, il Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno ha interessato l’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato (Antitrust) relativamente ad un messaggio ingannevole pubblicizzato da una società della provincia di Salerno per la commercializzazione di falso “Fico Bianco del Cilento DOP”. (Salgono a 12 le segnalazione dei Nuclei Antifrodi Carabinieri all’AGCM dal 2012).
Nell'ambito dei controlli sulla filiera dell’olio extra vergine di oliva, i dati di esperienza delle attività svolte dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari hanno evidenziato che le frodi più ricorrenti nel settore oleario sono attuate mediante:
la miscelazione di oli di oliva extra vergine e vergine con altri di minori qualità (semi, soia, sansa, mais, di solito addizionati con clorofilla);
la commercializzazione come “extravergine di oliva” di oli ottenuti invece dalla lavorazione, mediante procedimenti chimici, di quelli lampanti.
Le attività:
in Roma, sono state sequestrate 7 tonnellate di sostanza oleosa venduta come EVO poiché in realtà risultata una miscela di olio di semi vari. Denunciato 1 soggetto per frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze non genuine come genuine;
in provincia di Arezzo, presso un agriturismo, sono stati sequestrati 2,5 q.li di sostanza oleosa venduta come EVO biologico poiché in realtà, dalle analisi, risultava essere olio lampante. Denunciato 1 soggetto per frode nell’esercizio del commercio;
in Trapani e Favignana (TP), sono stati deferiti all’A.G. due soggetti responsabili di frode nell’esercizio del commercio continuata poiché immettevano in commercio 8.238 confezioni, per complessivi kg 2.471,40 (valore € 250.000,00 circa) di ventresca di tonno congelato proveniente da un allevamento maltese, in olio di oliva raffinato, etichettandolo falsamente quale “Ventresca e tarantello di tonno rosso in olio extravergine di oliva - di mattanza - Favignana”;
in Umbria e Toscana, presso un imbottigliatore ed una società di import/export di prodotti Made in Italy sono state sequestrate oltre 36.000 etichette e 1.400 contenitori per il confezionamento di olio EVO non italiano con marchio registrato in Paese extra comunitario contenente fallaci indicazioni di provenienza nazionale e destinato al commercio estero (applicato l’art. 6 della Legge 9/2013);
in provincia di Salerno sono state sequestrate per la violazione di cui agli artt. 515 e 517 bis c.p., 1632 bottiglie di olio extra vergine di oliva riportanti in etichetta la dicitura mendace al “limone Costa d’Amalfi IGP”.
Nell'azione di contrasto alle frodi ai danni dell'Unione Europea e dello Stato, il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha vigilato anche sulla corretta destinazione dei finanziamenti europei nel comparto agroalimentare la cui gestione è costantemente all’attenzione degli organismi di controllo dell’Unione Europea e dell’Italia, anche per i possibili interessi delle agromafie su un budget annuale di circa 7 miliardi di euro.
L’intervento dei Nuclei Antifrodi Carabinieri è stato quindi orientato a sviluppare una specifica analisi di rischio, dalla quale sono derivati controlli straordinari mirati mediante confronti delle varie banche dati, acquisizioni dei fascicoli aziendali dei Centri di Assistenza Agricola e riscontri “sul campo”, specie rivolti nei contesti locali a maggior rischio di penetrazione di interessi della criminalità organizzata.
Circa il 66,5% dei finanziamenti verificati dai Nuclei Antifrodi Carabinieri sono risultati illecitamente percepiti mediante condotte fraudolente perpetrate prevalentemente con false fatturazioni di operazioni inesistenti, fittizie intestazione di terreni e di “titoli”, realizzate anche con illeciti accessi al Sistema Informativo Agricolo Nazionale.
Ammonta ad oltre 17,7 milioni/€ il valore di finanziamenti ai danni dell’UE e delle altre sovvenzioni e contributi previdenziali accertati come illecitamente percepiti ai danni allo Stato, e sono stati sottoposti a sequestro oltre 51 milioni/€ di beni immobili, conti correnti e altri valori finanziari sottratti al circuito illegale.
Sono stati accertati 4,9 mln/€ di frodi nel settore conserviero, 2 mln/€ di frodi nel settore ortofrutta,1,6 mln/€ in quello vitivinicolo, 1,5 mln/€ in quello per le produzioni di tabacco e 892 mila/€ nel settore zootecnico.