FONTE: Regione Sardegna
Piano di risanamento degli allevamenti caprini dalle lentivirosi
Macroarea: Sanità animale
Settore: Malattie infettive
1. Attività svolta
L’attività di controllo è stata svolta presso le aziende caprine o miste aderenti volontariamente al Piano, come indicato nella Deliberazione della Giunta Regionale 26 settembre 2013, n. 39/29. Le richieste di adesione al Piano sono state valutate in base ai requisiti, e di queste ne sono state ammesse 28.
Hanno fatto infatti richiesta di adesione anche aziende miste a prevalenza ovina, aziende in cui non era presente né la malattia, né sieropositività. Nella tabella 1 sono riassunti i dati regionali delle aziende aventi i requisiti per l’adesione. NEL TESTO
Tabella 1. Aziende che hanno aderito al Piano di risanamento degli allevamenti caprini dalle lentivirosi
Quasi tutte le aziende hanno aderito al piano nel secondo semestre del 2014, non vi è stato ancora il tempo per dare attuazione ai vari provvedimenti previsti, limitandosi all’attuazione della corretta profilassi sanitaria per ridurre la possibilità di diffusione virale dovuta alla promiscuità tra animali malati e sani.
Gli unici dati esaustivi riguardano due soli allevamenti: uno, misto, a prevalenza caprina, che, nel corso di circa un anno ha raggiunto l’obiettivo del risanamento da Lentivirosi, in entrambe le specie presenti. Un altro, caprino, che aveva avuto al primo controllo sierologico, una prevalenza superiore al 70%. Si è provveduto alla macellazione dilazionata degli animali sieropositivi, tuttora in corso, ed il controllo dei capi sieronegativi effettuato a distanza di 5 mesi, ha avuto come risultato una prevalenza alla malattia del 35%.
In relazione alla pianificazione delle attività si precisa quanto segue:
Nelle aziende aderenti al Piano regionale sono previsti annualmente 2 prelievi, con un intervallo non inferiore a 5 mesi e non superiore a 8 mesi. Tuttavia, dalle informazioni pervenute risulta che quasi tutte le ASL hanno effettuato solo un controllo annuale; questo è dovuto al fatto che le domande di adesione sono arrivate per lo più a partire dal mese di luglio 2014, per cui il 2° controllo ufficiale si attende nel 2015.
Nelle restanti ASL di Sassari, Olbia e Nuoro non vi sono allevamenti aderenti al Piano.
Dal raffronto dei dati delle aziende aderenti al Piano, indicate in tabella 1 con la totalità di quelle testate nel corso del 2014, (tabella 2) emerge la scarsissima adesione, in considerazione in particolare dell’elevato numero di aziende infette e della elevata percentuale di capi positivi.
Nella tabella 3 vengono riportati i dati relativi alle analisi effettuate dall’IZS nel 2014.
Tabella 3.
Gli esami effettuati dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna compresi nella tabella 3, non interessano i soli allevamenti aderenti al piano, ma la totalità delle richieste pervenute dai veterinari, ufficiali e non.
Per quanto concerne il tipo di test effettuati dai laboratori dell’IZS lo screening viene effettuato di routine con la metodica ELISA, alla quale segue, nel caso di esiti non completamente esaustivi, una serie di analisi, che opportunamente abbinate, migliorano la sensibilità e la specificità del metodo diagnostico.
Per quanto concerne l’incidenza della malattia dopo l’attuazione delle misure previste dal Piano, essa può essere calcolata nelle sole due aziende per le quali il Piano ha già avuto un secondo riscontro tramite controllo sierologico, e i cui dati confrontati mettono in risalto una discrepanza dell’andamento della malattia.
La maggior parte delle aziende aderenti al Piano non aveva ancora provveduto, nel 2014, ad avviare al macello gli animali sieropositivi (ovini e caprini) come previsto. Non si hanno dati sull’incidenza della malattia nelle aziende che non hanno allontanato gli animali positivi.
Le attività per il risanamento hanno visto l’eliminazione, dilazionata in relazione alla sieroprevalenza in allevamento, dei capi sieropositivi: avvio al macello di animali sieropositivi in 3 aziende tra le 26.
Le maggiori non conformità riguardano il mancato invio degli animali al macello nei tempi stabiliti. Gli allevatori che non hanno rispettato tale prescrizione non hanno diritto agli aiuti economici.
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