Rafforzamento dei controlli nei principali settori produttivi del Made in Italy: formaggi, vino, olio, salumi, etc, volti alla verifica del rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare e di qualità.
Diverse amministrazioni hanno contribuito al raggiungimento di quest'obiettivo del PNI. In particolare si segnala l'attività svolta dal Comando Carabinieri per le Politiche Agricole e Alimentari. Inoltre si riportano di seguito le specifiche informazioni fornite dal Corpo Forestale dello Stato, dalle Capitanerie di Porto, dal Comando Carabinieri per la tutela della salute e dalla Guardia di Finanza.
- Corpo Forestale dello Stato -
Come già evidenziato nei capitoli precedenti (Cfr. "Corpo Forestale dello Stato - Attività svolta in ambito agroalimentare e agroambientale"), tra le attività prioritarie del Corpo forestale dello Stato, in merito a “controllo del territorio, prevenzione e repressione dei reati ambientali e agroalimentari”, uno dei tre obiettivi relativi al 2013 è stato quello dell’ "attivazione del programma di controlli sulla tracciabilità dell’origine di prodotti riconducibili alla definizione giuridica del «made in Italy»".
Si riporta un breve testo relativo a:
Dal mese di maggio 2013 il Corpo forestale dello Stato ha effettuato un’intensa attività di accertamento sul territorio nazionale relativa alla tutela della qualità dei prodotti del made in Italy agroalimentare a garanzia del consumatore, con particolare riguardo all’origine dei prodotti stessi e della materia prima impiegata per la loro realizzazione.
Scopo dell’attività è il contrasto al fenomeno del cosiddetto Italian sounding, ossia l’utilizzo fuorviante sull’imballaggio dei prodotti agroalimentari di etichette, simboli, colori, figure, vessilli, bandiere tricolori che esaltano l’italianità dei luoghi d’origine della materia prima, della ricetta, del marchio o del processo di trasformazione di prodotti fabbricati in realtà all’estero, o realizzati in Italia ma con materia prima estera.
Il Corpo forestale dello Stato, limitatamente al settore del Made in Italy da maggio 2013, ha controllato 902 esercizi commerciali in tutta Italia, verificando centinaia di prodotti alimentari di vario genere: 122 sanzioni amministrative sono state elevate a carico dei distributori e delle ditte produttrici, per un importo totale di oltre 300 mila euro; 15 le notizie di reato comunicate alle Procure e 14 le persone denunciate.
Le attività hanno condotto al sequestro di circa 582 tonnellate di prodotti agroalimentari, così ripartiti:
Contestualmente alla campagna relativa alla tutela del made in Italy, inoltre, sono stati controllati altri aspetti del settore agroalimentare, connessi alla sicurezza dei prodotti a denominazione protetta, alle condizioni igieniche degli alimenti e alla salute dei cittadini.
L’attività promossa dal Corpo forestale dello Stato è stata effettuata in applicazione della Legge 350/2003 modificata dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134, che rafforza il concetto di trasparenza informativa espresso a vantaggio del consumatore dal Reg. (UE) 1169/2011, “relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori”. Tale Regolamento pone come un’esigenza prioritaria la capacità di “assicurare” ai cittadini “il diritto all’informazione” e la possibilità di “compiere scelte consapevoli” tenendo altresì conto che “le indicazioni relative al paese d’origine o al luogo di provenienza di un alimento dovrebbero essere fornite ogni volta che la loro assenza possa indurre in errore i consumatori per quanto riguarda il reale paese d’origine o luogo di provenienza del prodotto”, in modo da “non trarre in inganno il consumatore”.
Sul piano operativo, gli illeciti più ricorrenti riscontrati dal Corpo forestale dello Stato riguardano prodotti agroalimentari che, pur riportando in etichetta evidenti richiami all’italianità risultano realizzati all’estero o prodotti in Italia con materia prima di origine estera. Tra questi innumerevoli prodotti facilmente reperibili sui banconi dei nostri supermercati, appartenenti ai settori del lattiero caseario, delle carni lavorate, dei prodotti da forno, prosciutti, salumi e insaccati realizzati con suini provenienti da Paesi extra nazionali, ma anche pasta.
Con tale azione la Forestale intende assicurare al consumatore la certezza della spesa attraverso la conoscibilità dell’etichetta, depurata dai loghi distorti che evocano la falsa origine italiana della materia prima alimentare. Gli alimenti, infatti, non possono essere equiparati ad altri settori manifatturieri, in quanto il cibo è un bene primario che riguarda la salubrità e la salute dell’uomo garantiti in Italia da una filiera di controlli accurati e che interessa i valori territoriali e di agro biodiversità in cui il nostro Paese eccelle.
Si riportano di seguito i dettagli delle principali operazioni condotte a difesa nel made in Italy:
- Sequestrate 510 tonnellate di concentrato di succo d'arancia nella piana di Gioia Tauro
Succhi e altri derivati degli agrumi di provenienza estera, prevalentemente brasiliana, una volta giunti in Italia, venivano dichiarati di origine nazionale e successivamente riesportati. Dopo un'intensa attività investigativa, il personale del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) di Roma del Corpo forestale dello Stato, ha sequestrato 510 tonnellate di concentrati di succhi di frutta, stoccati all'interno di un'azienda operante nella Piana di Gioia Tauro, avente un volume di affari medio annuo di oltre 10 milioni di euro.
L'operazione riveste una notevole importanza, considerando che per la prima volta è stato effettuato un sequestro sulla contraffazione del succo di arancia di origine calabrese, terra che ricopre un ruolo strategico per la coltivazione di agrumi e per la successiva trasformazione e commercializzazione nel panorama economico nazionale ed internazionale dei succhi e derivati.
Sono state sequestrate circa 60 tonnellate di concentrato di succo d'arancia e di derivati dalla polpa di arancia (cellule di arancia) di origine estera che, senza subire trasformazioni sostanziali e attraverso l'utilizzo di false autocertificazioni, venivano riesportati come prodotto di origine italiana. In particolare, per alcuni prodotti la ditta calabrese aveva effettuato una mera transazione commerciale di acquisto e rivendita. Il responsabile degli illeciti è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per tentata frode in commercio e per aver dichiarato e attestato la falsa origine dei prodotti. Inoltre nei locali dell'azienda sono state rinvenute circa 450 tonnellate di concentrati di succhi di frutta, prive di chiare indicazioni sul contenuto, in pessime condizioni di conservazione a causa del mancato stoccaggio nelle apposite celle frigorifere e, per la maggior parte, lasciate all'aperto, esposte agli agenti atmosferici. Per questo ulteriore illecito il responsabile è stato denunciato per detenzione di sostanze destinate all'alimentazione pericolose per la salute pubblica.
Un recente provvedimento legislativo, proprio per valorizzare l'origine del prodotto e la raccolta nazionale, ha previsto l'aumento dal 12,5% al 20% del contenuto in succo d'arancia nelle bibite analcoliche, a favore di una maggiore qualità del prodotto per il consumatore e di un vantaggio economico per gli agricoltori.
- Sequestrate in Puglia, tra fine settembre e inizio dicembre 2013, 70 tonnellate di pasta
Il Corpo forestale dello Stato ha operato una serie di controlli a difesa del made in Italy e del diritto all'informazione del consumatore. Nella sola Puglia sono stati ottenuti i seguenti risultati:
Fine settembre
Metà novembre
Inizio dicembre
- Capitanerie di Porto -
Per quanto concerne i prodotti D.O.P. / I.G.P. / S.T.G., solo due sono di diretto interesse per i controlli espletati dal Corpo: le “acciughe sotto sale del Mar Ligure” e la “cozza di Scardovari”. Allo scopo di perseguire l’obiettivo di tutelare il settore ittico nostrano, le verifiche espletate dalla Guardia costiera si sono concentrate lungo una duplice direttrice:
Giova, infatti, ricordare che, nonostante le dimensioni ragguardevoli della flotta peschereccia, il 70% del prodotto ittico consumato in Italia risulta di provenienza estera. E’ in questo campo che si annidano molte frodi, spesso caratterizzate dall’eliminazione di un aggettivo (“indopacifico”, “atlantico”, “sudafricano”) dalla denominazione commerciale per rendere più appetibile il prodotto.
L’analisi dei dati relativi al 2013 consente di segnalare casi significativi accertati dai Comandi territoriali : LASCIARE NEL TESTO TABELLA E SUCCESSIVI GRAFICI
Data | Comando | Kg pescato/prodotto | Sintesi del sequestro |
---|---|---|---|
17/01/2013 | cesenatico | 708 | sequestro giudiziario di 708 kg di prodotto ittico della specie triglia atlantica. |
20/03/2013 | venezia livorno | 11944 | pesce sciabola cong. trattasi di pesce coltello; anguilla seccata trattasi in realtà di murena; corvina trattasi di ombrina giapponese |
28/03/2013 | vasto | 571 | circa 571 kg prodotto ittico congelato somministrato ai clienti per prodotto fresco |
17/04/2013 | venezia | 400 | vendita di specie ittiche per altre specie |
17/06/2013 | livorno | 2300 | porre in vendita prodotto ittico diverso da quello riportato in etichetta |
17/07/2013 | venezia | 10000 | cefalopodi riportante la specie polpo (octopus vulgaris) da ricon. di specie risulta essere polpo indopacifico e polpo del pacifico |
05/10/2013 | roma | 680 | squalo elefante (cetorhinus maximus) in tranci venduto per altro prodotto |
25/10/2013 | livorno | 315 | prodotto ittico pesce sciabola intero e a tranci |
21/12/2013 | chioggia | 863 | sequestrati 863 kg di tonno rosso privi di documentazione |
In merito allo specifico segmento degli esercizi “etnici”, il numero di illeciti in questo settore è aumentato sensibilmente, passando dai 151 rilevati nel 2011 ai 362 sanzionati nel 2013; correlativamente il volume dei sequestri si è triplicato, passando da 23.201 kg ai 75.367 Kg., come riportato nel grafico sottostante:
Dal punto di vista operativo l’obiettivo può considerarsi raggiunto, tenendo tuttavia conto che l’incremento di violazioni nel triennio è dovuto tanto ad una maggiore attenzione nei confronti di esercenti di nazionalità differente dall’italiana (soprattutto asiatica), quanto al fatto che, negli ultimi anni, si è registrato un aumento numerico – talora cospicuo - di imprese gestite da stranieri.
- NAS (CC Tutela Salute) -
Rientrando tra le tematiche oggetto del PNI anche i controlli di “qualità alimentare” ex Decisione UE del 21.05.2007, si riportano di seguito le principali attività sviluppate nel settore dai dipendenti NAS:
Nas di Milano – Vino contraffatto Operazione "Italian Wine Company" (aprile 2013)
Al termine di un’articolata attività investigativa, condotta con la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane e il S.A.V. (Servizio Antisofisticazioni Vinicole) della Provincia di Alessandria, sono state eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare, di cui 4 in carcere e 9 agli arresti domiciliari, a carico di soggetti membri di un sodalizio criminoso transnazionale finalizzato all’attuazione di reati fiscali, contraffazione ed adulterazione di prodotti vinosi con denominazione di origine protetta italiana, destinati all’esportazione in Inghilterra. Nel corso delle attività, svolte anche con il contributo della polizia britannica, sono stati sequestrati 383.000 litri di vino imbottigliato e sfuso, nonché beni mobili ed immobili, accertando un flusso illegale di vino di 3 milioni di bottiglie, per un valore complessivo di 10 milioni di euro.
Nas di Padova – Uva comune utilizzata per produrre vini di pregio DOC (novembre 2013)
Sequestro di 80 tonnellate di uva rossa e 35.000 litri di vino rosso destinati a divenire vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc) presso un’azienda viti-vinicola dedita alla produzione di vini di pregio. Le indagini hanno accertato che il quantitativo di uva sequestrata non poteva essere prodotto dall’azienda, sia per i limiti della superficie delle aree di coltivazione delle vigne, le cui dimensioni avrebbero consentito di rendere al massimo 40 tonnellate di uva DOC, sia per lo stato di trascuratezza e di abbandono in cui versava la stessa. La truffa scoperta, effettuata anche mediante la falsificazione della documentazione di carico e scarico della cantina, prospettava guadagni illeciti per oltre 600.000 euro.
Nas di Udine – Latte adulterato, operazione “Cospalat” (giugno 2013)
Disarticolata un’associazione per delinquere finalizzata alla frode, all’adulterazione ed al commercio di alimenti nocivi ed eseguite 7 misure cautelari (1 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora). Le indagini hanno consentito di accertare che una cooperativa lattiero casearia, in concorso con alcuni allevatori ed un laboratorio di analisi microbiologiche, produceva formaggio “Montasio DOP” raccogliendo parte del latte da aziende agricole prive di certificazione, in violazione del disciplinare, con livelli di contaminazione da micotossine (sostanze cancerogene) superiori ai limiti di legge e, pertanto, inidoneo al consumo umano. Nel corso delle attività sono state eseguite 86 perquisizioni ad allevamenti, caseifici, centri raccolta latte ed un laboratorio analisi, ubicati nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia.
Nas di Trento – Frode in commercio su insaccati con denominazione IGP (aprile 2013)
Denunciato il titolare di un salumificio per aver posto in vendita insaccati con denominazione “Bresaola della Valtellina” in violazione del disciplinare di produzione. Sequestrati 18 kg di alimenti.
- Guardia di Finanza -
Il dispositivo della Guardia di Finanza quotidianamente impegnato nel settore agroalimentare è costituito:
La finalità di fondo delle attività che vengono complessivamente sviluppate in tale segmento risponde alla duplice esigenza:
L’attività di servizio dei Reparti della Guardia di Finanza conferma la presenza nello specifico comparto agroalimentare di eterogenee manifestazioni di illegalità che vanno dall’evasione fiscale e contributiva al lavoro nero e irregolare, alle illecite percezioni di finanziamenti pubblici statali e comunitari, alle contraffazioni e altre frodi commerciali riguardanti prodotti alimentari nonché alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Nell’attuale contesto economico che vede una notevole perdita del potere d’acquisto delle famiglie, il segmento di mercato in argomento risulta particolarmente esposto soprattutto a vere e proprie frodi commerciali che interessano alimenti e bevande.
Si tratta di condotte delittuose che possono essere molto pericolose per la salute dei consumatori, dietro le quali spesso si celano gli interessi di imprese criminali: la lievitazione della domanda di beni di largo consumo o di prima necessità a basso costo ha fatto notevolmente aumentare i margini dei profitti illeciti delle aziende che operano nell’illegalità.
I comportamenti delittuosi rientranti in questa categoria - e che, per i loro riflessi economico-finanziari, rientrano a pieno titolo nella competenza della Guardia di Finanza - sono riconducibili essenzialmente a tre fattispecie di reato:
La crescente attenzione dei Reparti operativi ai fenomeni illeciti che hanno interessato questo specifico settore, si traduce concretamente dalla sintesi dei risultati conseguiti dalla Guardia di Finanza durante il 2013.
Nell’arco temporale considerato, sono stati sottoposti a sequestro, complessivamente, circa 12.000 tonnellate e 280.000 ettolitri di prodotti agroalimentari oggetto di frode commerciale e/o sofisticazione.
Il primato delle merci sequestrate spetta, nell’ordine, agli alimentari vari (circa 2.500 tonnellate), all’olio di oliva (circa 900 tonnellate), ai mosti e uve parzialmente fermentati (circa 9.000 tonnellate) e a vini e spumanti (oltre 270.000 ettolitri).
Voci correlate
Piano Nazionale Integrato 2011-2014Tavole dell'attività
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