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Il tumore della mammella

Segni e sintomi

Il cancro della mammella raramente dà dolore. Spesso il primo sintomo riconoscibile è un nodulo o un’area ispessita nel seno (tuttavia la maggior parte dei noduli, circa il 90% non sono forme tumorali).

Altri possibili sintomi del tumore del seno sono:

  • cambiamenti nella forma o nelle dimensioni di uno o di entrambe le mammelle
  • perdite dai capezzoli
  • rigonfiamenti sulle ascelle
  • avvallamenti, fossette sulla pelle del seno
  • arrossamenti intorno al capezzolo
  • cambio nell’aspetto del capezzolo o retrazione dello stesso
  • alterazione della cute (cute a buccia d’arancia)
  • dolore ingiustificato al seno o all’ascella.


Cause

Il cancro al seno è il risultato di una crescita incontrollata di alcune cellule del seno. Le  cause esatte di questa trasformazione non sono chiare, tuttavia esistono numerosi fattori che aumentano le probabilità di una trasformazione delle cellule in senso tumorale. I principali sono:

  • L’età
    Il rischio di ammalarsi di cancro al seno aumenta con l’età. Questa forma tumorale è più frequente dopo i 50 anni: 8 casi su 10 si verificano dopo questa età
  • La storia familiare
    La presenza di familiari stretti che si sono ammalati in precedenza di cancro della mammella aumenta notevolmente le probabilità di ammalarsi
  • La genetica
    Possedere specifiche varianti di alcuni geni (due in particolare, denominati BRCA1 e BRCA2) può aumentare il rischio di sviluppare questa forma tumorale. È possibile che queste forme genetiche vengano trasmesse dai genitori ai figli
  • I precedenti per cancro alla mammella
    Le persone che sono state già affette da cancro al seno hanno una probabilità più alta della popolazione generale di essere nuovamente colpite dalla malattia, sia alla stessa mammella sia all’altra
  • Il seno denso
    Il seno è composto da migliaia di piccole ghiandole definiti lobuli deputate alla produzione di latte. Nel caso in cui è presente una più alta concentrazione di queste cellule il seno si presenta più denso. Le donne con seno denso hanno maggiori probabilità di sviluppare il cancro al seno, proprio in virtù del più alto numero di cellule che possono trasformarsi in cellule tumorali. Il seno denso è inoltre una condizione che rende più difficile leggere la mammografia e identificare l’eventuale presenza di formazioni tumorali. La densità del seno tende a decrescere con l’età: le strutture ghiandolari vengono infatti man mano sostituite da tessuto grasso
  • L'esposizione agli estrogeni
    In alcuni casi, le cellule tumorali possono essere stimolate a crescere dagli estrogeni, ormoni fisiologicamente presenti nell’organismo femminile fondamentali per la salute riproduttiva. Maggiore è l’esposizione a questi ormoni più alto è il rischio di cancro
  • Il sovrappeso e l’obesità
    Le donne che raggiungono la menopausa in sovrappeso o obese sono a maggior rischio di cancro al seno. La ragione di ciò potrebbe risiedere nella maggiore produzione di estrogeni che si verifica nelle persone con una alta percentuale di grasso corporeo
  • Il fumo
    Recenti evidenze confermano il legame tra fumo (sia attivo che passivo) e probabilità di ammalarsi di cancro della mammella. Inoltre le fumatrici presentano un maggior rischio di recidiva e in caso di radioterapia hanno più probabilità di complicanze cardiache e polmonari
  • Il consumo di alcol
    Il rischio di cancro aumenta all’aumentare del quantitativo di alcol consumato. In particolare, per ogni 200 donne che bevono due unità alcoliche al giorno, si verificano 3 casi in più di cancro al seno
  • Le radiazioni
    Alcune procedure mediche che usano radiazioni, come i raggi X o la Tac, possono aumentare il rischio di sviluppare cancro al seno
  • La terapia ormonale sostitutiva
    La terapia ormonale sostitutiva, impiegata per alleviare i sintomi tipici della menopausa, è associata a un lieve aumento del rischio di cancro al seno.

Diagnosi

In presenza di un sospetto di cancro al seno, esistono diversi esami per confermare la diagnosi:

  • la mammografia è il primo test a cui si ricorre; consiste in un esame ai raggi X della mammella. È usato anche come test di screening per la diagnosi precoce di questa neoplasia
  • utile è anche l’ecografia che, invece, usa gli ultrasuoni ed è particolarmente utile in caso di seno denso
  • la biopsia consiste nel prelievo di un piccolo campione di tessuto dal seno. Le cellule vengono poi analizzate al microscopio (esame istologico) per verificare se sono o meno tumorali. Può essere necessario effettuare anche la biopsia e l'esame istologico dei linfonodi dell’ascella per verificare se il cancro si è diffuso ad altri tessuti.

Tra le nuove metodiche recentemente introdotte in questa patologia vi è

  • la risonanza magnetica nucleare mammaria che fornisce ulteriori dettagli 
  • la tomosintesi, che è una mammografia a raggi X tridimensionale che riduce e/o elimina l'effetto di sovrapposizione dei tessuti.

Terapia

La terapia per il cancro al seno comprende diverse opzioni, che sono spesso combinate tra loro sulla base delle caratteristiche del paziente: la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, la terapia ormonale, la terapia biologica.

Chirurgia

La chirurgia rappresenta in genere il primo step nel processo terapeutico delle persone con cancro al seno. Ci sono due tipi di chirurgia: quella conservativa, che rimuove soltanto la porzione di seno interessata dal tumore, e la mastectomia, cioè la rimozione dell’intera mammella. Quest’ultima può essere seguita dalla chirurgia ricostruttiva per impiantare una protesi sostitutiva dopo la rimozione.

Diversi studi hanno dimostrato che per i tumori allo stadio iniziale la terapia conservativa, seguita dalla radioterapia, è altrettanto efficace della mastectomia.

La chirurgia conservativa può avere diverse gradazioni che dipendono dal tipo di tumore, dalle dimensioni dalla localizzazione, dalla quantità di tessuto circostante al tumore che deve essere rimosso, dalle dimensioni del seno.
Sulla base di queste caratteristiche l’equipe medica può decidere se rimuovere soltanto il tumore e una piccola parte del tessuto circostante o una porzione più ampia della mammella (circa un quarto, per questo l’intervento è definito quadrantectomia). Dopo un intervento di chirurgia conservativa può seguire la radioterapia per “uccidere” le eventuali cellule tumorali residue.

La mastectomia consiste nella rimozione dell’intero tessuto della mammella, compreso il capezzolo. Nel caso in cui il tumore si sia diffuso ai linfonodi potrebbe essere necessario un intervento più invasivo (svuotamento ascellare) che comporta la rimozione dei linfonodi posti sotto le ascelle. Per conoscere se sono coinvolti anche i linfonodi si usa la tecnica del cosiddetto "linfonodo sentinella". Il sistema linfatico è costituito da una rete di vasi intervallati da linfonodi posti in sequenza: il "linfonodo sentinella" è il primo a essere raggiunto da cellule tumorali che migrano dal tumore. L’analisi di questo linfonodo può dunque dare indicazioni preziose sulla natura del tumore: se è circoscritto al seno o ha iniziato a diffondersi ad altri tessuti.

Terapia ormonale

Alcuni tumori del seno sono stimolati a crescere da ormoni fisiologicamente presenti nell’organismo (gli estrogeni): per questo vengono definiti "positivi per il recettore degli estrogeni".
La terapia ormonale consiste in un trattamento in grado di ridurre i livelli di questi ormoni. Esistono diversi farmaci che svolgono questa funzione: la scelta viene effettuata sulla base delle caratteristiche del tumore e della persona.

Chemioterapia

La chemioterapia consiste nella somministrazione di potenti farmaci in grado di uccidere le cellule tumorali. È in genere usata dopo la chirurgia per distruggere le cellule tumorali residue. In tal caso è definita chemioterapia adiuvante.

In alcuni casi si preferisce somministrare la chemioterapia prima del trattamento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore. In tal caso si parla di terapia neo-adiuvante.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi test genomici capaci di identificare le pazienti alle quali non è possibile assicurare un significativo beneficio con l’utilizzo della chemioterapia in aggiunta alla endocrinoterapia dopo l’intervento chirurgico, consentendo ai clinici di definire un piano di trattamento personalizzato e appropriato.  Per il rimborso di tali test il Ministero della Salute ha pubblicato il decreto 18 maggio 2021 in caso di carcinoma mammario ormono-responsivo in stadio precoce.

Radioterapia

La radioterapia usa dosi controllate di radiazioni per uccidere le cellule tumorali. Viene in genere impiegata dopo la chirurgia e dopo la chemioterapia per distruggere eventuali cellule residue.

Farmaci biologici

Alcuni tumori possiedono sulla propria superficie un numero abnorme di una particolare proteina, Her2 (Human Epidermal Growth Factor Receptor 2). Questa proteina in condizioni normali regola la crescita e la proliferazione della cellula, ma se presente in numero eccessivo causa una crescita cellulare incontrollata. Da alcuni anni è disponibile un farmaco (trastuzumab) in grado di attaccarsi a questa proteina impedendo alle cellule tumorali di crescere e moltiplicarsi. In genere trastuzumab viene impiegato insieme alla chemioterapia.

Prevenzione

La prevenzione è importantissima. Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. 
In alcune Regioni si sta sperimentando lo screening tra i 45 e i 74 anni (con una periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni). I programmi organizzati di screening prevedono che l’esame venga eseguito visualizzando la mammella sia dall’alto verso il basso che lateralmente. Consulta la pagina Screening per il cancro del seno

La prevenzione del tumore della mammella passa anche per stili di vita corretti. In particolare, si sono dimostrate efficaci alcune strategie:

  • non fumare
  • seguire una corretta alimentazione
  • praticare un'attività fisica regolare.

Inoltre, va evitato il consumo rischioso e dannoso di alcol. Pur non esistendo una quantità di alcol da bere sicura per la salute e tenendo presente che l’unica tutela realmente efficace è non berne, per le donne il consumo non dovrebbe mai superare 1 unità alcolica al giorno, mentre non si deve bere in gravidanza e allattamento e se si è minorenni.

Numerosi studi hanno anche dimostrato che le donne che allattano al seno hanno minori probabilità di ammalarsi di cancro alla mammella.


Data di ultimo aggiornamento 2 febbraio 2023



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