Bufale e disinformazione sono molto pericolose quando riguardano la salute e spesso non è facile distinguerle tra milioni di informazioni. In queste pagine facciamo chiarezza sulle fake news più diffuse, smentendole alla luce delle evidenze disponibili.
Tutte le informazioni sono verificate dagli esperti del ministero della Salute e/o dell’Istituto superiore di sanità e sono basate su evidenze scientifiche, normative, documentazioni nazionali e internazionali disponibili alla data di pubblicazione di ogni notizia.
Il tumore del colon-retto è raro e le donne ne sono colpite solo marginalmente
Nel 2020 sono state stimate oltre 43.000 nuove diagnosi di tumore del colon-retto. Questo tumore rappresenta la terza neoplasia negli uomini (12%) e la seconda nelle donne (11,2%).
Secondo i dati ISTAT nel 2018 in Italia sono stati osservati 19.406 decessi per carcinoma del colon-retto (10.581 negli uomini e 8.825 nelle donne).
La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 65% omogenea tra uomini e donne ed è fondamentale aderire ai programmi di screening del Servizio sanitario nazionale, perché la diagnosi precoce significa intervenire quando le lesioni sono molto piccole e le probabilità di curarle e di guarire sono alte.
Per saperne di più: I numeri del cancro in Italia 2020
Gli screening per il tumore di seno, collo dell’utero e colon-retto sono tutti a pagamento e se non hai i soldi non li puoi fare
In Italia gli screening oncologici sono offerti gratuitamente alle persone appartenenti alle fasce di età considerate a maggior rischio, nel rispetto del DPCM 12 gennaio 2017 sui nuovi Livelli essenziali di assistenza.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni.
Il test di screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto, utilizzato nella quasi totalità dei programmi di screening, è il test del sangue occulto nelle feci, eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni.
Il test impiegato finora per lo screening del tumore del collo dell’utero è il Pap-test, offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, ma recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che sopra i 30 anni è più costo-efficace il test il test per Papilloma virus (HPV-DNA test) effettuato ogni 5 anni.
Il Papilloma virus umano è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del cancro della cervice uterina, pertanto i programmi di screening italiani stanno adottando gradualmente il test HPV al posto del Pap test come nuovo test di screening nelle donne sopra i 30 anni. Lo screening con test HPV, insieme alla vaccinazione anti-HPV offerta ai giovani nel 12° anno di età, consente di potenziare la lotta contro con questa malattia.
I programmi di screening sono articolati in più livelli. I test impiegati negli screening hanno caratteristiche tali che una eventuale positività all’esame non equivale a una diagnosi certa di malattia. Per questo, in caso di positività, tutti gli screening prevedono specifici esami di approfondimento che diano una diagnosi definitiva.
Per saperne di più consulta: Screening
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