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La menopausa è l'evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell'età fertile. Il termine menopausa deriva infatti dal greco men (mese) e pausis (fine). Con la parola climaterio (dal greco klimactèr= passaggio/scalino) si indica, invece, un periodo più lungo che comprende i mesi che precedono e seguono la menopausa. 

In genere la menopausa si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive.
Già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate ed abbondanti oppure più distanziate tra di loro). Nello stesso periodo, le ovaie cessano la loro attività e, di conseguenza diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie.

La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale).  
Le conseguenze più importanti del calo degli estrogeni sono: l'aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione), le patologie osteoarticolari, in particolare  l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi.

Fino alla menopausa, infatti, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini perché gli estrogeni prodotti dalle ovaie garantiscono una minore quantità di colesterolo nel sangue. Le malattie cardiovascolari rappresentano altresì, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella.
Tali coseguenze, in particolare la maggior incidenza di osteoporosi, hanno notevole impatto sia sulla salute pubblica che sul bilancio economico del Paese.

Il medico dovrebbe sempre valutare il rapporto rischio/beneficio quando prescrive una terapia alla donna in menopausa che lamenta disturbi, in modo da aiutare la donna stessa ad operare una scelta informata.
Dal punto di vista sanitario, dunque, risulta importante l’attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione 2010-2012 elaborato dal Ministero della Salute, con il quale sono stati previsti, ambiti specifici di intervento:prevenzione delle patologie cardiovascolari, prevenzione delle complicanze del diabete, diagnosi precoce dei tumori. 

Tra le varie terapie sintomatiche utili a risolvere i sintomi connessi alla menopausa, esiste la terapia ormonale sostitutiva, che può ridurre i sintomi e, contemporaneamente, proteggere nei confronti dell’osteoporosi e delle malattie cardiovascolari, se somministrata correttamente dopo un accurato esame clinico della paziente.
La paura del cancro induce molte donne a non prendere in considerazione la terapia ormonale sostitutiva come una valida opzione da poter scegliere per ottenere sollievo dai sintomi causati dalla menopausa.
Per molte donne, infatti, un'appropriata terapia ormonale, pianificata e monitorata con cura, può aumentare la vita media e migliorare, in modo significativo, la qualità di vita degli anni postmenopausali. In tal modo è possibile rendere prevenibili le patologie cronico-degenerative, le loro complicanze e i tumori.

Per approfondire consulta le Raccomandazioni mediche per la donna in menopausa

 


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Data di pubblicazione: 26 febbraio 2008, ultimo aggiornamento 12 luglio 2013

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