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disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata "binge eating", sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza e oggetto di attenzione sanitaria e sociale sul piano scientifico e mediatico per la loro diffusione, per l’esordio sempre più precoce tra le fasce più giovani della popolazione e per l’eziologia multifattoriale complessa.

Riguardano il cibo, il peso e il vissuto corporeo, che viene influenzato da un’immagine fortemente distorta. Nei DNA si intersecano problematiche di tipo biologico, psichico, familiare e socio-culturale, per questo necessitano di trattamenti specializzati da parte di équipe che lavorano in modo integrato. Talvolta, sono associati ad altre condizioni psicopatologiche (disturbi dell’umore, d’ansia, ossessivo-compulsivi, di personalità, abuso di sostanze).

Si stima che in Italia oggi più di tre milioni di persone soffrono di DNA e decine di milioni di giovani e di adulti nel mondo si ammalano ogni anno. La pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione, con un incremento di casi stimato di almeno il 30-35% e un abbassamento dell’età di esordio.

Tipicamente questi disturbi hanno l’esordio in età evolutiva e colpiscono maggiormente la popolazione femminile, anche se il numero dei maschi sta aumentando soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale. I DNA stanno iniziando a diffondersi in maniera consistente anche nella popolazione infantile con bambini di 8-9 anni che presentano sintomi di DNA tipico dell’età adolescenziale e adulta, soprattutto di tipo anoressico e non più disturbi alimentari propri dell’età infantile come accadeva qualche anno fa.

 

Per approfondire 


Survey epidemiologica

I dati relativi alla Survey epidemiologica condotta a livello nazionale nell’ambito del Progetto “Piattaforma per il contrasto alla malnutrizione in tutte le sue forme (triplo burden: malnutrizione per difetto, per eccesso e da micronutrienti)” finanziato dal Ministero della Salute e conclusosi a febbraio 2021, hanno mostrato un aumento della patologia diffuso in tutto il territorio nazionale e la difficoltà di accesso alle cure in molte regioni italiane, con gravi conseguenze sulla prognosi.

I dati confermano un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto al 2019. Nel primo semestre 2020 sono stati rilevati nei diversi flussi informativi 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019.  Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e casi in trattamento è stato rilevato nel 2020 nel numero di 2.398.749 pazienti, un dato sottostimato poiché esiste in questa patologia una grande quota di pazienti che non arriva alle cure.

I dati della Survey rivelano anche un ulteriore abbassamento dell’età di esordio (il 30% della popolazione ammalata è sotto i 14 anni) e una maggiore diffusione nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e 17 anni comprende il 10%).

L’importanza dell’identificazione e dell’intervento precoce sta nel fatto che tali patologie, se non trattate adeguatamente, aumentano il rischio di complicanze organiche rilevanti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) con rischio di cronicizzazione e anche, nei casi più severi, di mortalità, in particolare per quanto riguarda l’anoressia.

L’esperienza maturata dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di prevedere un intervento precoce che sia strutturato e si avvalga della collaborazione di diverse figure professionali all’interno di un percorso multidisciplinare in equipe in modo da evitare che la persona venga esposta al rischio di interventi frammentari, che ne parcellizzino la storia personale, evolutiva e di disagio e consentire, invece, una presa in carico complessa ed integrata che garantisca risposte tempestive, unitarie ed omogenee per una maggiore efficacia del trattamento e una migliore prognosi.

Per questo il Ministero della Salute ha redatto alcuni documenti di indirizzo, fortemente sollecitati sia dalle Associazioni dei familiari che dagli Operatori sanitari, per fornire strumenti pratici per la gestione delle persone affette da disturbi dell’alimentazione e l’invio ai Centri di cura più appropriati, attraverso la segnalazione della Mappa dei Servizi e delle Associazioni dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

Tra questi il “Codice Lilla” può rappresentare uno strumento importantissimo per la diagnosi precoce e tempestiva durante l’accesso ai pronto soccorso. Ciò consentirebbe di identificare e fare diagnosi alle persone con questi disturbi che altrimenti non sarebbero né identificate né indirizzate presso i servizi dedicati, qualora presenti, o inviati presso centri specialistici limitrofi.

 

Per approfondire 


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Data di pubblicazione: 13 marzo 2023, ultimo aggiornamento 14 marzo 2024

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